
Decision Maker
Alessandro Andreatta
- Sindaco di Trento
Alessandro Andreatta (Trento, 4 febbraio 1957), già sindaco di Trento dal 2009, è stato rieletto nel 2015. Guida una coalizione di centrosinistra autonomista. Le richieste dei cittadini QUI: https://www.change.org/m/trento-il-comune-ascolta-i-cittadini

Decision Maker
Alessandro Andreatta
- Sindaco di Trento
Alessandro Andreatta (Trento, 4 febbraio 1957), già sindaco di Trento dal 2009, è stato rieletto nel 2015. Guida una coalizione di centrosinistra autonomista. Le richieste dei cittadini QUI: https://www.change.org/m/trento-il-comune-ascolta-i-cittadini

Si precisa che la pista ciclabile con partenza dal quartiere Centochiavi verso Ponte Alto non sarà in contrapposizione con il percorso ciclabile che collegherà il centro città con la Valsugana, anche perché i due tracciati sono rivolti ad utenti con esigenze diverse tra loro. Il secondo tracciato in particolare sarà oggetto di studi da parte dell'amministrazione comunale per potenziare la rete ciclabile cittadina anche in un'ottica turistica, così come bene evidenziato dalla Petizione.
Si precisa che la pista ciclabile con partenza dal quartiere Centochiavi verso Ponte Alto non sarà in contrapposizione con il percorso ciclabile che collegherà il centro città con la Valsugana, anche perché i due tracciati sono rivolti ad utenti con esigenze diverse tra loro. Il secondo tracciato in particolare sarà oggetto di studi da parte dell'amministrazione comunale per potenziare la rete ciclabile cittadina anche in un'ottica turistica, così come bene evidenziato dalla Petizione.

Il tema sarà trattato a breve in una seduta del Consiglio comunale. Vi segnalo inoltre che la Commissione consiliare per l'urbanistica, i lavori pubblici e la mobilità è convocata già per venerdì 15 febbraio alle 17.30, all'ordine del giorno "Studio di fattibilità del collegamento Trento-Monte Bondone".
Il tema sarà trattato a breve in una seduta del Consiglio comunale. Vi segnalo inoltre che la Commissione consiliare per l'urbanistica, i lavori pubblici e la mobilità è convocata già per venerdì 15 febbraio alle 17.30, all'ordine del giorno "Studio di fattibilità del collegamento Trento-Monte Bondone".

Con riferimento alla petizione "Tutela sentiero salita Dallafior e Mesotrekking Trento" di cui siete sostenitori, vi comunico che è stato avviato il relativo procedimento con la richiesta di elementi di risposta, per la parte di competenza del comune di Trento, ai servizi di merito.
Con riferimento alla petizione "Tutela sentiero salita Dallafior e Mesotrekking Trento" di cui siete sostenitori, vi comunico che è stato avviato il relativo procedimento con la richiesta di elementi di risposta, per la parte di competenza del comune di Trento, ai servizi di merito.

Con riferimento alla petizione si evidenzia innanzitutto che i rialzamenti stradali devono essere realizzati seguendo quanto stabilito dalle “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”: tali norme non consentono di creare manufatti con pendenze eccessive e che possano risultare troppo impattanti per la sicurezza e la fluidità del transito veicolare, anche per non esporre gli utenti a sinistri (con danni alle persone e ai mezzi). Non va inoltre sottovalutato che tali rialzamenti, se realizzati non rispettando le norme richiamate, possono costituire un notevole ostacolo per i veicoli impegnati in operazioni di pronto soccorso e intervento, che subirebbero rallentamenti nello svolgimento delle rispettive mansioni. Si ricorda che, a seconda della classificazione della strada, le pendenze ammesse sono ricomprese tra il 6-10 % ovvero simili a quelle dei dossi di via Sommarive e via Sant'Anna, citati nella petizione. Preme segnalare che per ridurre il disagio dell'utenza su molte delle vie elencate come pericolose sono già presenti attraversamenti semaforizzati ed isole spartitraffico per facilitare l'attraversamento dei pedoni; inoltre, su molte di queste vie non sono presenti attraversamenti ciclabili. Si osserva anche che tutti gli attraversamenti pedonali e ciclabili presenti sul territorio sono realizzati con idonea segnaletica verticale ed orizzontale per non indurre incertezze negli utenti. Sicuramente il mancato rispetto delle norme circolatorie da parte degli automobilisti crea disagio o pericolo per pedoni e ciclisti, ma allo stesso modo andrebbe affrontato il problema del comportamento di ciascuno: non è raro vedere pedoni che non utilizzano gli attraversamenti pedonali per il semplice motivo di non voler allungare le percorrenze o di vedere biciclette che circolano tranquillamente sui marciapiedi o in contromano. Proprio sul punto, senza dubbio sarà sollecitata un'azione mirata da parte della Polizia locale per un maggiore monitoraggio di comportamenti quali la mancata precedenza sugli attraversamenti pedonali, l'elevata velocità delle auto, l'attraversamento pedonale fuori dalle strisce, il transito delle bici sui marciapiedi, etc. Premesso quanto sopra, l'Amministrazione rimane favorevole ad eseguire interventi per migliorare le condizioni di sicurezza per tutti gli utenti della strada e continuerà ad intervenire in modo puntuale valutando di volta in volta le singole situazioni ritenute più critiche (spesso segnalate direttamente dalle Circoscrizioni).
Con riferimento alla petizione si evidenzia innanzitutto che i rialzamenti stradali devono essere realizzati seguendo quanto stabilito dalle “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”: tali norme non consentono di creare manufatti con pendenze eccessive e che possano risultare troppo impattanti per la sicurezza e la fluidità del transito veicolare, anche per non esporre gli utenti a sinistri (con danni alle persone e ai mezzi). Non va inoltre sottovalutato che tali rialzamenti, se realizzati non rispettando le norme richiamate, possono costituire un notevole ostacolo per i veicoli impegnati in operazioni di pronto soccorso e intervento, che subirebbero rallentamenti nello svolgimento delle rispettive mansioni. Si ricorda che, a seconda della classificazione della strada, le pendenze ammesse sono ricomprese tra il 6-10 % ovvero simili a quelle dei dossi di via Sommarive e via Sant'Anna, citati nella petizione. Preme segnalare che per ridurre il disagio dell'utenza su molte delle vie elencate come pericolose sono già presenti attraversamenti semaforizzati ed isole spartitraffico per facilitare l'attraversamento dei pedoni; inoltre, su molte di queste vie non sono presenti attraversamenti ciclabili. Si osserva anche che tutti gli attraversamenti pedonali e ciclabili presenti sul territorio sono realizzati con idonea segnaletica verticale ed orizzontale per non indurre incertezze negli utenti. Sicuramente il mancato rispetto delle norme circolatorie da parte degli automobilisti crea disagio o pericolo per pedoni e ciclisti, ma allo stesso modo andrebbe affrontato il problema del comportamento di ciascuno: non è raro vedere pedoni che non utilizzano gli attraversamenti pedonali per il semplice motivo di non voler allungare le percorrenze o di vedere biciclette che circolano tranquillamente sui marciapiedi o in contromano. Proprio sul punto, senza dubbio sarà sollecitata un'azione mirata da parte della Polizia locale per un maggiore monitoraggio di comportamenti quali la mancata precedenza sugli attraversamenti pedonali, l'elevata velocità delle auto, l'attraversamento pedonale fuori dalle strisce, il transito delle bici sui marciapiedi, etc. Premesso quanto sopra, l'Amministrazione rimane favorevole ad eseguire interventi per migliorare le condizioni di sicurezza per tutti gli utenti della strada e continuerà ad intervenire in modo puntuale valutando di volta in volta le singole situazioni ritenute più critiche (spesso segnalate direttamente dalle Circoscrizioni).

Con riferimento alla petizione intitolata "Passaggi pedonali/ciclabili rialzati e dossi rallentatori alti" di cui siete firmatari, vi segnalo che sarà mia cura nel corso delle prossime settimane rispondere a quanto sollecitato. Grazie.
Con riferimento alla petizione intitolata "Passaggi pedonali/ciclabili rialzati e dossi rallentatori alti" di cui siete firmatari, vi segnalo che sarà mia cura nel corso delle prossime settimane rispondere a quanto sollecitato. Grazie.

Si precisa innanzitutto che l'opera in questione non riguarda la costruzione di un chiosco, bensì di una tettoia: le strutture differiscono per dimensioni, finalità, tipologia. Sono già presenti sul territorio di Trento tettoie similari, ad esempio al parco Gorghe, Campel, parco Poze e Baracche a Sardagna, situate in aree ricreative attrezzate. Preme sottolineare che contrariamente a quanto evidenziato nella petizione, l'Azienda forestale Trento-Sopramonte è stata fin da subito coinvolta nel progetto e, ricevuta la comunicazione del finanziamento da parte del Comune di Trento, ha provveduto ad inserire l'opera nel programma lavori 2017 quale studio di fattibilità e progettazione. Rispetto al problema di possibili rifiuti abbandonati, si segnala che l'area di Pramarquart è inserita nelle zone per le quali l'Azienda forestale esegue già con regolarità servizio di pulizia e raccolta rifiuti. Nel corso del primo semestre del 2017, in occasione di pubblici confronti, l'assessore competente Andrea Robol ha già ribadito al Consiglio circoscrizionale di Povo la volontà dell'Amministrazione comunale di proseguire nella realizzazione della struttura, la cui costruzione è stata votata e approvata con Odg in Consiglio comunale nel 2015 ed è quindi stata già finanziata. Sulla mancata realizzazione della tettoia è stata anche presentata un'interrogazione a risposta scritta (n. 397/2018, con risposta di data 02/08/2018). La progettazione, a cura dell'Azienda forestale, sarà presto completata con una perizia geologica, attualmente in corso. Una volta completato il progetto verranno richiesti i pareri e le autorizzazioni necessarie: laddove tali pareri risultassero positivi e fossero ottenute tutte le autorizzazioni, la struttura verrà realizzata (verosimilmente nel corso del 2019).
Si precisa innanzitutto che l'opera in questione non riguarda la costruzione di un chiosco, bensì di una tettoia: le strutture differiscono per dimensioni, finalità, tipologia. Sono già presenti sul territorio di Trento tettoie similari, ad esempio al parco Gorghe, Campel, parco Poze e Baracche a Sardagna, situate in aree ricreative attrezzate. Preme sottolineare che contrariamente a quanto evidenziato nella petizione, l'Azienda forestale Trento-Sopramonte è stata fin da subito coinvolta nel progetto e, ricevuta la comunicazione del finanziamento da parte del Comune di Trento, ha provveduto ad inserire l'opera nel programma lavori 2017 quale studio di fattibilità e progettazione. Rispetto al problema di possibili rifiuti abbandonati, si segnala che l'area di Pramarquart è inserita nelle zone per le quali l'Azienda forestale esegue già con regolarità servizio di pulizia e raccolta rifiuti. Nel corso del primo semestre del 2017, in occasione di pubblici confronti, l'assessore competente Andrea Robol ha già ribadito al Consiglio circoscrizionale di Povo la volontà dell'Amministrazione comunale di proseguire nella realizzazione della struttura, la cui costruzione è stata votata e approvata con Odg in Consiglio comunale nel 2015 ed è quindi stata già finanziata. Sulla mancata realizzazione della tettoia è stata anche presentata un'interrogazione a risposta scritta (n. 397/2018, con risposta di data 02/08/2018). La progettazione, a cura dell'Azienda forestale, sarà presto completata con una perizia geologica, attualmente in corso. Una volta completato il progetto verranno richiesti i pareri e le autorizzazioni necessarie: laddove tali pareri risultassero positivi e fossero ottenute tutte le autorizzazioni, la struttura verrà realizzata (verosimilmente nel corso del 2019).

Con riferimento alla petizione intitolata "Fermiamo il chiosco di Pramarquart" di cui siete firmatari, vi segnalo che sarà mia cura nel corso delle prossime settimane rispondere a quanto sollecitato. Grazie
Con riferimento alla petizione intitolata "Fermiamo il chiosco di Pramarquart" di cui siete firmatari, vi segnalo che sarà mia cura nel corso delle prossime settimane rispondere a quanto sollecitato. Grazie

Ricevo la vostra petizione e confermo che nel corso della discussione politica si terrà conto anche di quanto da voi messo in evidenza. Grazie
Ricevo la vostra petizione e confermo che nel corso della discussione politica si terrà conto anche di quanto da voi messo in evidenza. Grazie

Gentili firmatari, anche alla luce delle firme raccolte, l'amministrazione comunale, in accordo con il consigliere delegato Dario Maestranzi, ha stabilito di sospendere momentaneamente ogni decisione in merito alla realizzazione del campo da calcio a Candriai. In attesa di confrontarsi nuovamente sul tema con le circoscrizioni interessate, verranno effettuati ulteriori approfondimenti.
Gentili firmatari, anche alla luce delle firme raccolte, l'amministrazione comunale, in accordo con il consigliere delegato Dario Maestranzi, ha stabilito di sospendere momentaneamente ogni decisione in merito alla realizzazione del campo da calcio a Candriai. In attesa di confrontarsi nuovamente sul tema con le circoscrizioni interessate, verranno effettuati ulteriori approfondimenti.

L'articolato testo della petizione tocca svariati argomenti cui peraltro in più occasioni il Comune ha fornito puntuali risposte anche avvalendosi dell'Assessorato provinciale all'Ambiente e dei Servizi provinciali competenti quali l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente (A.P.P.A.) e Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (A.P.S.S.). Preme sottolineare che alcune delle ricostruzioni appaiono fuorvianti in quanto sostenute da interpretazioni di parte. Infatti, malgrado il sito sia stato oggetto della vicenda giudiziaria per deposito di rifiuti non autorizzati, sono state effettuate le analisi di rischio richieste anche con la sentenza dal giudice come segue: “(...) un’area autorizzata ad accogliere inerti per riempire la voragine originata dalla cava, a seguito della frana avvenuta negli anni ’70 e stabilizzare le pareti, sulla scorta di apposita convenzione tra Comune e Sativa srl, è stata riempita di materiali il cui mantenimento a dimora potrà essere valutato solo a seguito di apposita caratterizzazione ed analisi di rischio, i cui risultati potranno definire se siano necessari interventi di bonifica o di messa in sicurezza (...)”. Le analisi di rischio finalizzate ad escludere situazioni di pericolo per la salute pubblica e l'ambiente sono state sottoposte all'attenzione dell'Azienda provinciale per i Servizi Sanitari e dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e ricevendo parere favorevole, hanno escluso la necessità di bonifica. Il Comune di Trento nel 2004 approvò, previo parere favorevole del Servizio Geologico della P.A.T. e di A.P.P.A. il piano di adeguamento previsto dal D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 che analizzava tra l'altro anche gli aspetti relativi alla presenza della barriera geologica, all'assenza di percolato e alla corretta gestione delle acque presenti in discarica. Ancora la sentenza di primo grado riattribuì alla società Sativa la gestione della discarica con le seguenti parole: “(...) Ne discende come necessaria conseguenza che per tale fatto non vi è necessità né possibilità di applicazione della sanzione ablativa (o misura di sicurezza) della confisca, che la norma prevede solo nella fattispecie al terzo comma. Del resto, in questo modo ogni attività di bonifica della discarica verrà a ricadere (anche, ma in primo luogo) sulla concessionaria, che in quanto tale sarà il primo soggetto tenuto alla regolarizzazione della relativa attività, alla prosecuzione della quale ha un preciso interesse in ragione del proprio statuto di società commerciale.” In tal senso in virtù dell'accertata assenza di rischio per l'ambiente e per la salute pubblica e come stabilito con analisi di rischio, Sativa regolarizzava i rifiuti non conformi depositati presso la discarica di Sardagna. I rifiuti smaltiti presso la discarica per rifiuti inerti sita in Sardagna potevano perciò permanervi. Sono disponibili presso il Servizio Gabinetto e pubbliche relazioni, per gli approfondimenti che vorranno essere fatti e per completezza di informazione, i documenti di risposta rilasciati dall'Amministrazione comunale ai vari soggetti pubblici e privati attestanti la legittimità della propria azione, mentre gli studi di analisi di rischio sanitario sono visionabili presso il Servizio Urbanistica e ambiente. Un cordiale saluto
L'articolato testo della petizione tocca svariati argomenti cui peraltro in più occasioni il Comune ha fornito puntuali risposte anche avvalendosi dell'Assessorato provinciale all'Ambiente e dei Servizi provinciali competenti quali l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente (A.P.P.A.) e Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (A.P.S.S.). Preme sottolineare che alcune delle ricostruzioni appaiono fuorvianti in quanto sostenute da interpretazioni di parte. Infatti, malgrado il sito sia stato oggetto della vicenda giudiziaria per deposito di rifiuti non autorizzati, sono state effettuate le analisi di rischio richieste anche con la sentenza dal giudice come segue: “(...) un’area autorizzata ad accogliere inerti per riempire la voragine originata dalla cava, a seguito della frana avvenuta negli anni ’70 e stabilizzare le pareti, sulla scorta di apposita convenzione tra Comune e Sativa srl, è stata riempita di materiali il cui mantenimento a dimora potrà essere valutato solo a seguito di apposita caratterizzazione ed analisi di rischio, i cui risultati potranno definire se siano necessari interventi di bonifica o di messa in sicurezza (...)”. Le analisi di rischio finalizzate ad escludere situazioni di pericolo per la salute pubblica e l'ambiente sono state sottoposte all'attenzione dell'Azienda provinciale per i Servizi Sanitari e dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e ricevendo parere favorevole, hanno escluso la necessità di bonifica. Il Comune di Trento nel 2004 approvò, previo parere favorevole del Servizio Geologico della P.A.T. e di A.P.P.A. il piano di adeguamento previsto dal D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 che analizzava tra l'altro anche gli aspetti relativi alla presenza della barriera geologica, all'assenza di percolato e alla corretta gestione delle acque presenti in discarica. Ancora la sentenza di primo grado riattribuì alla società Sativa la gestione della discarica con le seguenti parole: “(...) Ne discende come necessaria conseguenza che per tale fatto non vi è necessità né possibilità di applicazione della sanzione ablativa (o misura di sicurezza) della confisca, che la norma prevede solo nella fattispecie al terzo comma. Del resto, in questo modo ogni attività di bonifica della discarica verrà a ricadere (anche, ma in primo luogo) sulla concessionaria, che in quanto tale sarà il primo soggetto tenuto alla regolarizzazione della relativa attività, alla prosecuzione della quale ha un preciso interesse in ragione del proprio statuto di società commerciale.” In tal senso in virtù dell'accertata assenza di rischio per l'ambiente e per la salute pubblica e come stabilito con analisi di rischio, Sativa regolarizzava i rifiuti non conformi depositati presso la discarica di Sardagna. I rifiuti smaltiti presso la discarica per rifiuti inerti sita in Sardagna potevano perciò permanervi. Sono disponibili presso il Servizio Gabinetto e pubbliche relazioni, per gli approfondimenti che vorranno essere fatti e per completezza di informazione, i documenti di risposta rilasciati dall'Amministrazione comunale ai vari soggetti pubblici e privati attestanti la legittimità della propria azione, mentre gli studi di analisi di rischio sanitario sono visionabili presso il Servizio Urbanistica e ambiente. Un cordiale saluto