Contro la mostra di Nitsch a Mantova che propone una delirante idea di arte contemporanea

Contro la mostra di Nitsch a Mantova che propone una delirante idea di arte contemporanea

Hermann Nitsch è un pregiudicato austriaco considerato un esponente del cosiddetto "Azionismo viennese" (presunto movimento artistico). Con la sua pseudo arte egli pretende di potersi insinuare nel subconscio umano impressionandolo con immagini di sangue, nudità, animali sanguinanti e sacrificati in croce, orge, violenza, visceri e carcasse di animali. Nei suoi rituali dichiarati "artistici", che durano diversi giorni, si incitano gruppi di persone a squartare animali, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e demoniaci.
È inaccettabile che un luogo pubblico di eccellenza quale il complesso museale di Palazzo Ducale di Mantova, che ha tra le sue finalità la valorizzazione del patrimonio artistico, in particolare del periodo Rinascimentale, ospiti una performance che nulla ha a che fare nè con l'arte, nè con il Rinascimento, nè con la bellezza.
È inaccettabile l'utilizzo di denaro pubblico per un'iniziativa che stride con il comune senso della bellezza, dell'arte e del pudore (in tutti i sensi), in un contesto meraviglioso quale è Palazzo Ducale.
Non da ultimo è inaccettabile utilizzare animali, anche se già uccisi dallo stesso presunto artista, "per puro divertimento umano", poiché:
1. Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell'animale.
2. Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.
3. L'animale morto deve essere trattato con rispetto.
4. Le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.
(Dalla Dichiarazione universale dei diritti degli animali" dell'UNESCO del 1978, articoli 10, 11 e 13)
A Peter Assmann, Direttore di Palazzo Ducale di Mantova, sottolineiamo il nostro sgomento per una tale scelta, inaccettabile per la città di Mantova, per la regione Lombardia, per tutto il contesto civile italiano e per tutti i cittadini che nei musei vogliono respirare bellezza e meraviglia. I musei non sono luogo privato dove promuovere iniziative a proprio piacimento, ma luoghi pubblici "preziosi" che racchiudono secoli di arte. Non possono dunque essere sfregiati dalla pazzia di un disturbato mentale non a caso tirolese (proprio come il direttore Assmann). Gli stessi cittadini di Mantova, d'Italia e di ogni nazione, visto che Palazzo Ducale rientra nel Patrimonio Unesco ed ha da sempre attirato turisti internazionali, esigono che i soldi pubblici vengano impiegati per la conservazione e la promozione dell'arte e non della pseudo arte di un esaltato. Ma la cosa più grave è che c'è il rischio di fare passare il messaggio che questa è l'arte contemporanea. Non è così. Triste è che nemmeno Assmann riesca o voglia capirlo.