Stop al lavoro precario.

Stop al lavoro precario.
Perché questa petizione è importante
I contratti di lavoro a termine sono nati da
vecchie formule contrattuali per contrastare il lavoro in
nero e andare incontro a particolari necessità di alcune
tipologie di imprese, di lavori stagionali, di figure
professionali non rientranti nelle normali attività
dell’impresa, di sostituzione immediata al momento di
necessità di personale in malattia. Di fatto rappresentano una trappola per il lavoratore occasionale o stagionale, a cui dovrebbe essere riconosciuto almeno un maggiore guadagno, per compensare il disagio e di tutti i periodi di inattività, mentre invece per i contabili esperti, rimane una “soluzione” per cercare di fare tornare conti i un miraggio di risparmio-guadagno, ci deve essere qualcosa che incentiva, ma non di certo cosa buona a lungo termine.
I contratti a termine consentono ai datori di lavoro e subalterni di fare facilmente pressioni, dirette e indirette, per poter pretendere dai lavoratori precari a sostenere
orari extra con o senza retribuzioni, ritmi accelerati per sostenere la produzione ai livelli standard, lavorare in condizioni di scarsa sicurezza sul lavoro, andare incontro a malattie professionali e possibili infortuni a scapito di Inps e Inail (senza dimenticare il mobbing spesso presente), rimandando a casa del personale semi formato su un esperienza lavorativa (in particolar modo per apprendisti e stagisti). Non si può definire di certo che abbia maturato professionalità visto le tempistiche dei rapporti di lavoro a termine brevi, qualcuno dice che si risolve con i corsi di formazione, ma se poi il lavoro non dura, potete immaginare la grande professionalità che ne viene fuori, oppure offrire incentivi per far prendere la patente per la conduzione di camion perché secondo alcuni sfruttatori che non riescono a trovare nuovo personale, da sfruttare, mentre lasciano a casa persone che gli hanno lavorato, mal trattati e mal pagati fino a l’ultimo momento, speravano pure che i giovani di oggi si andassero a prendere la patente per fare la vita di sacrifici e guadagnare meno di un operaio agricolo (le carte sono una cosa, i fatti sono altri).
Questa condizione di precarietà che per tanti lavoratori
si protrae ormai da anni, investe su tutti gli aspetti della
vita quotidiana e futura di milioni di persone, dalla possibilità’ di
mettere su famiglia, alla programmazione di un acquisto,
accedere a un mutuo o semplicemente pagare il dentista, riparare l'auto. Un precario
spesso non può nemmeno ammalarsi perché rischia facilmente di perdere il posto di lavoro.
Le leggi più recenti hanno migliorato poco, del resto le stesse imprese non hanno limiti nel turn over del personale precario (al contrario il precario a limitazioni per poter continuare a lavorare presso lo stesso datore di lavoro), così assumono e licenziano a loro
profitto. Si può ritenere giusta una cosa del genere?
Viviamo l’era in cui le tecnologie stanno sostituendo del tutto o quasi, il fattore umano, e non si può pensare di andare avanti in questo modo, tutti hanno bisogno di avere delle entrate economiche, e se non vi saranno, piano piano ciò che un robot, una macchina di produzione in serie realizzerà, non la comprerà quasi più nessuno visto che le entrate economiche le avranno soli in pochi. Non interessa allo scrivente che si produca, che si crei consumo a tutti costi per la circolazione di moneta; questo è un concetto vecchio, del secolo scorso, che ha fatto del bene e potrebbe farne ancora, ma necessita di certo essere ricreato, reinventato per evitare ciò di cui siamo già a conoscenza, ossia la fine di risorse naturali, inquinamento, distruzione di equilibri naturali a noi favorevoli.
Manca personale negli ospedali, non si hanno risorse economiche per fare dei lavori pubblici, ma si preferisce pagare 2 soldi una persona che resta a casa e non a far sì che questa persona contribuisca al benessere della società. Produrre un prodotto di qualità (sinonimo del nostro paese) è passato di moda!? oramai si predilige il prodotto che si usa e getta in breve tempo, per rivendere il giorno dopo, contribuendo a formare ulteriori rifiuti. Quindi non è meglio avere maggiore qualità del prodotto, servizio, evitare malattie professionali, morti sul lavoro, e meno stress per tutti? Poter vivere al di là del lavoro, avere una vita serena oltre al lavoro, avere tempo per altre cose, le tante cose, sarebbe cosa di un mondo civile, ma il “sistema” che si auto rigenera, tende a non permetterlo più; eppure il sistema creato, lo permette solo a pochi in confronto alla massa (rimane da persone civili?).
Non conosco di preciso quanti miliardi di persone siamo, ma abbiamo tutti la stessa necessità, poter vivere. Vi è tantissima differenza di Diritto, Eguaglianza, Democrazia fra i diversi luoghi della terra, poi anche tra ciò ch’è stato scritto e le realtà nei luoghi, e l’Italia si dovrebbe allontanare da certi sistemi, prendere le distanze e rendersi autonomi.
La politica dovrebbe abbandonare e svincolarsi da circoli viziosi, di mercato, dalle necessità del Lucro fine a s’è stesso, allontanarsi dalla visione consumistica e formare una nuova cultura del buon senso, ricordandosi che si lavora per vivere e non vivere per lavorare, e portare avanti ciò che la civiltà ritiene civile e apporta benessere nella popolazione.
Per questo:
Chiediamo nuove leggi contro la precarietà, rispettosa dei diritti e della dignità dei lavoratori.
No al precariato da contratti di lavoro a tempo determinato, part-time, full-time, a chiamata, e altre formule impronunciabili che ledono i diritti, la sicurezza personale, la dignità, la vita, il futuro dei lavoratori italiani e delle loro famiglie.
No allo sfruttamento, ai salari da fame, ai ricatti. No ai contratti di lavoro a scadenza, che
rappresentano la modalità più diffusa (se non unica) di assunzione temporanea che creano dipendenti usa e getta.
(CONFERMARE LA FIRMA
DELLA PETIZIONE CLICCANDO SUL LINK CHE
RICEVERETE IN EMAIL ALL'INDIRIZZO
RILASCIATO)