SIAMO TUTTI SIMONA!

SIAMO TUTTI SIMONA!

0 hanno firmato. Arriviamo a 5.000.
Le petizioni con più di 5000 firme hanno il 50% di probabilità in più di raggiungere la vittoria!
Noemi Spinetti ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a REGIONE CALABRIA e a

La sottoscritta, Noemi Spinetti, lancia un appello diretto al neo governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, affinché la lotta al randagismo e, soprattutto, il controllo territoriale, diventino una priorità nelle loro agende politiche e per evitare che tragedie – come quella avvenuta alla povera Simona Cavallaro – non si verifichino mai più.

Alla cortese attenzione dell’Ufficio di Presidenza della Regione Calabria, Repubblica Italiana e tutti gli organi competenti, vista l’ultima tragedia della giovane Simona Cavallaro, sbranata da un branco di cani, il 26 agosto 2021, nella pineta di Satriano (CZ), adibita alla comunità, presento la seguente “petizione di sensibilizzazione” e chiedo, a chi di competenza, l’adozione di misure urgenti volte a tutelare la sicurezza urbana, bene della comunità e diritto fondamentale di ciascun individuo.

La vittima si chiamava Simona Cavallaro ed era giunta qualche ora prima nella zona di Monte Fiorino, nei pressi di un’area picnic. Poi, assieme ad un’altra persona, ha deciso di addentrarsi nei boschi circostanti dove entrambi sono stati assaliti da un branco di circa 13 cani da gregge, di razza pastore maremmano e meticci – dei quali, solo uno microchippato – che non hanno dato scampo alla ragazza.

A nulla sono servite le urla e le richieste di aiuto di Simona che, circondata dai cani, non è riuscita ad allontanarsi, andando via per sempre nel modo più atroce e raccapricciante che potesse accadere ad un essere umano. 
La persona che era con lei, invece, sarebbe riuscita a mettersi in salvo trovando riparo in un capanno poco distante. Solo lui/lei ha potuto testimoniare ciò che si è presentato davanti ai suoi occhi.  
Alcuni cani, ancora con tracce di sangue, sono stati catturati nei tre giorni successivi all’aggressione.

Una notizia che ha gettato nello sgomento un’intera comunità, un’intera nazione. 
Un dramma che ha segnato la vita di tutti noi.

Anche il Partito Animalista Italiano, tramite il suo presidente avvocato Cristiano Ceriello, ha presentato il suo esposto alla Procura: “troppe cose non tornano, c’è tanto da chiarire, tante sono le eventuali responsabilità omissive anche da parte delle Istituzioni”. Nell'esposto si legge, tra le altre cose: “vista la presenza di un tale branco nei boschi, perché mancavano cartelli e/o recinzioni e/o segnalazioni che indicassero la presenza di animali del genere o animali controllo greggi, nonché cartelli che designassero i relativi comportamenti e distanza da mantenere in presenza di un’eventuale gregge?” Un altro elemento fondamentale è il seguente: dove si trovava il loro umano di riferimento che, senz’altro, avrebbe potuto evitare l’aggressione?

Responsabilità e circostanze che vanno approfondite e verificate dalla Magistratura.

A seguito della tragedia, tante sono state le parole, le promesse da parte di diversi organi regionali ma, come spesso accade, ancora tutto tace o, peggio, la responsabilità sembra ricadere prevalentemente sui cani.

Avete bisogno di più tempo?
Necessitate di maggiore spazio?

Forse è ancora presto e non ci può essere una valutazione di eventuali risultati però si possono giudicare le metodiche e l’analisi fatta che, se messe in atto seriamente, non vi può essere dubbio sul loro successo.

Pertanto, vi chiedo: quali sono le vostre proposte?

La sottoscritta continua a ricevere privatamente, soprattutto dopo l’accaduto, segnalazioni sulla presenza di cani randagi nel comprensorio ma, se gli organi di controllo, non vogliono vedere per non dover cercare soluzioni, il discorso è un altro e mi fermerei qui. 
È solo nel momento in cui volontà e abilità si uniscono che si riesce a sviluppare lavori di grande rilievo. Non di certo con il menefreghismo politico!

Attendiamo, sì! Ma, a dire il vero, la Calabria e tutti i calabresi, attendono ancor prima della tragedia stessa. Probabilmente, in attesa, era anche Simona, ignara del suo destino crudele.

Simona non è morta per fatalità: è morta per lo scarso controllo territoriale. 
Una situazione che affligge il Sud da tantissimi anni, forse da sempre, nonostante gli sforzi di associazioni e privati cittadini, ormai al collasso.

Non dite che non ci sia un colpevole, perché questa tragedia si poteva evitare.

Ah! Giusto. "Tanto ci sono i volontari".
E per fortuna, aggiungerei!
Sono loro che tentano di colmare le vostre lacune. Sono loro che combattono quotidianamente.

Le parole non bastano più: servono fatti e azioni concrete, perché capire la ragione per cui Simona è stata aggredita può servire ad evitare che una cosa del genere non si ripeta più.

E quando parlo di sicurezza servono concretezza e pragmatismo: per questo sono necessarie misure immediatamente idonee a produrre risultati tangibili per il miglioramento della nostra vita.

Io, di Simona e della sua famiglia, non mi dimenticheremo mai. 
Noi, tutti insieme, gridiamo a gran voce che venga fatta giustizia.

La petizione si articola in 2 punti:

1. Problema “randagismo”.
Si stima che dei 50.000 animali randagi presenti in Italia, secondo il rapporto dei dati relativi all’anno 2019, circa 15.000 sono solo in Calabria, al punto da costringere molti cittadini a dar vita ad attività spontanee e spesso non coordinate e la spesa media annua - per il mantenimento degli animali nelle strutture e per i risarcimenti a carico delle Asp per gli incidenti causati da cani randagi stessi - ammonta a 20 milioni di euro. Il numero degli animali vaganti probabilmente tocca le diverse decine di migliaia tra randagi e semi padronali.
La Regione Calabria, le Aziende sanitarie ed i Comuni non hanno “preso sul serio” la questione randagismo e, addirittura, i dati sul randagismo 2020 – che ogni anno Regioni e Province autonome trasmettono al Dicastero – non sono stati neppure comunicati al Ministero della Salute.

Il randagismo, in molti casi un business in mano ad organizzazioni criminali, non è un fenomeno imbattibile, ma si può ridurre, contrastare e battere. Non è altro che il frutto di una serie di errori umani nella gestione degli animali, di omissioni delle pubbliche amministrazioni, di leggi incomplete e inadeguate, di cattive logiche amministrative e di scarsa conoscenza.

Ecco alcuni accorgimenti a cui, tutti i cittadini responsabili, dovrebbero prestare attenzione: innanzitutto, essi dovrebbero identificare con microchip il proprio cane e anche il proprio gatto; preferire l’adozione degli animali piuttosto che comprarli e valutare, sempre, se trattasi di impulso emotivo: l’emozione passa ma l’animale, con tutti le sue necessità ed esigenze, resta; qualora si tratti di animali lasciati liberi e senza controllo, di procedere con la sterilizzazione degli stessi per evitare riproduzioni inconsapevoli. 
D’altro canto, le autorità locali hanno la responsabilità di attuare un maggiore controllo volto a verificare e pretendere che le leggi in materia siano rispettate.

2. Attuazione di un maggiore controllo territoriale da parte degli enti locali.
Gli organici delle forze dell’ordine e di polizia municipale, per stessa ammissione del Ministero dell’Interno, non sono sufficienti da presidiare in maniera effettiva il territorio. Chiediamo che venga attuato un maggiore controllo territoriale volto a ridurre il problema randagismo e l’adozione di misure più rigide per la presenza di animali semi padronali che possono arrecare pericolo alla collettività, ai cittadini spesso vittime di incidenti stradali, aggressioni, problematiche igienico-sanitarie.

I Comuni, a detta della Suprema Corte, devono occuparsi dell’organizzazione, della prevenzione e del controllo dei cani vaganti, per evitare che provochino danni alle persone del territorio. A loro spetta, quindi, la costruzione, la sistemazione e la gestione dei canili e dei rifugi per cani; le Asl devono, invece, gestire il servizio di accalappiamento dei cani vaganti, trasferendoli presso i canili pubblici. Per le realtà comunali più piccole è necessario valorizzare la presenza degli agenti di polizia municipale. Occorre dunque prevedere un ampliamento degli organici perché più presenza in strada, nei boschi e nei parchi, significa maggiore e migliore prevenzione dei reati, nonché più tempestiva capacità di intervento in caso di esigenza.
I miei coetanei, i nostri genitori, i rispettivi figli, ogni essere umano ha diritto a frequentare un luogo dove vivere la natura e giocare all'aperto senza nessun pericolo, tantomeno essere aggredito da un branco di cani.  

Non possono mai essere i cani gli unici responsabili della tragedia consumatasi nella pineta di Satriano. Pertanto, non vi è solo la loro identificazione o quella del proprietario/pastore, ma anche di chi siano le colpe in vigilando, le responsabilità omissive da parte delle Istituzioni nella gestione del territorio.

Questo scenario allarmante non può più passare inosservato ed è indegno di un paese civile. 
Sono troppe e gravi le inadempienze delle istituzioni.

La sottoscritta, insieme a tutti coloro che firmeranno codesta petizione, auspica un’adesione trasversale da parte del neo presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, affinché sia affrontata con la giusta attenzione quella che in Calabria è oramai una vera e propria emergenza in termini di sicurezza, sanità e ambiente.

Per il resto, solo il tempo potrà fornire le giuste risposte alla famiglia di Simona e a tutte le persone a lei care, devastati da un dolore intramontabile.

Grazie per l’attenzione.

Noemi Spinetti

  

0 hanno firmato. Arriviamo a 5.000.
Le petizioni con più di 5000 firme hanno il 50% di probabilità in più di raggiungere la vittoria!