PSR e programmazione per il Cilento e le Aree interne commisurate alle reali esigenze

PSR e programmazione per il Cilento e le Aree interne commisurate alle reali esigenze
Perché questa petizione è importante
Il Cilento, le Aree Interne, Montane, costiere e isole comprese della nostra Regione hanno bisogno di un (PSR) - Piano di Sviluppo Rurale e di una programmazione locale, regionale e nazionale commisurati alle esigenze reali di questi territori e dei suoi abitanti.
Questo è possibile se si mettono in atto strategie mirate a:
• ridurre lo spopolamento;
• la conservazione del territorio;
• la valorizzazione del capitale umano
• la valorizzazione della biodiversità e della sua messa in coltivazione;
• la riduzione del dissesto idrogeologico,
• la gestione e il contenimento della fauna selvatica,
• il miglioramento reale della viabilità
• favorire in maniera concreta lo sviluppo del turismo enogastronomico.
• Introdurre il reddito di Permanenza = o di Restanza
Questa petizione vuole essere il “Manifesto del pensiero comune Cilentano e non solo” è promossa dal Goi “La cesta della biodiversità degli agricoltori custodi” agricoltori custodi del Cilento, Aree Interne, costiere, montane e isolane della Campania.
Referente tecnica scientifica della cesta della biodiversità e promotrice della presente petizione dott.ssa Rosa Pepe
Per informazioni e contatti tel. 3284864152
email: goicestadellabiodiversita@gmail.com
Leggendo il nostro manifesto, spero tu possa diventare un portavoce delle esigenze del territorio cilentano, delle aree interne della Campania e di chi li vive. Grazie, se firmi la presente petizione e la giri ai tuoi contatti, daremo voce a chi si sente sempre ultimo e spesso è considerato ultimo, ma questi ultimi sono quelli che conservano il territorio e producono il buon cibo per noi.
Manifesto del pensiero comune Cilentano e non solo
Premessa
Per chi decide di vivere in Cilento e nelle aree interne campane, ogni giorno fa una scelta di vita e ogni giorno deve confermare questa scelta: “rimanere in questa terra e non andare via”, come hanno fatto e fanno almeno il 40% della popolazione cilentana. La scelta di andare via è una sconfitta amara, ma spesso necessaria.
Iniziamo a vederne i motivi. Vai via dal Cilento o dalle aree interne campane soprattutto se sei un piccolo agricoltore. Perché ti sei stancato di lavorare da solo. E, se sei anche imprenditore, devi superare tanti vincoli burocratici, che richiedono lunghissimi tempi di attesa.
Fabbisogni:
Assistenza tecnica: Purtroppo, se sei piccolo, non hai assistenza neppure dal tuo CAF, perché gli impiegati hanno troppo carte da sbrigare, non hanno il tempo di parlare con te. Spesso ti fanno trovare i documenti già compilati e tu devi solo firmare e, se chiedi, ti dicono non preoccuparti. Se vai da un tecnico per una pratica del PSR o per altri finanziamenti, chiedono il valore del progetto, se troppo piccolo o al disotto dei 400/500 mila €, ti dicono che a loro non conviene, perché il lavoro è lo stesso e preferiscono fare progetti di almeno un milione di € per portare a casa, il 10 /12%. E anche in questo caso salti ad ostacoli per individuare il tecnico ancora disponibile a presentare un miglioramento per la tua azienda. Infatti, se si fa una ricognizione di chi accede ai bandi del PSR, sono già aziende ben strutturate. Per noi Cilentani, servirebbero bandi sull’idea progettuale dell’agricoltore, non solo sulle potenzialità reali e sulla fattibilità oggettive.
Prestiti sull’idea progettuale e non sui titoli aziendali: In Africa concedono prestiti alle donne, sulla loro idea progettuale e la restituzione del prestito parte dal quinto anno. Perché non creare opportunità simili anche qui? Troppo spesso, prende lo sconforto perché ci si rende conto di non riuscire ad andare avanti nonostante la buona volontà, perché non è stata pensata una misura ad hoc per te del PSR o del GAL. E se non è stata pensata è perché chi programma e progetta non conosce la realtà delle cose.
Viabilità: È necessario ripristinare la viabilità provinciale e comunale, anche per una sicurezza di percorribilità e riduzioni di incidenti. Il tutto aggravato dal limite fisico delle nostre aziende suddivise in più corpi e ognuno distante anche 4/5 KM dalla sede aziendale. Tratti non sempre percorribili con le auto normali, in quando le nostre strade interne sono piene di frane, sconnesse e piene di buche. Quindi i tempi di percorrenza diventano lunghi e complicati.
Approvvigionamento idrico: Approvvigionamento dell’acqua di irrigazione, poche sono le zone servite dai consorzi d’irrigazione, servono pozzi, laghetti collinari, interventi mirati ad accumulare e conservare l’acqua piovana del periodo invernale. Oggi, l’irrigazione per le nostre colture è indispensabile, non solo per produrre ma per far superare loro i periodi critici.
Contenimento fauna selvatica: Nel nostro Cilento ricco di biodiversità, di culture, colture e tradizioni, le persone non posso fare più l’orto. Vivono nel Cilento, ma vanno al supermercato a comprare gli ortaggi.
Perché, se l’orto non è opportunamente recintato, arrivano a mangiare i cinghiali, i cervi, le gazze, i merli. Non possiamo sparare o distruggerli tutti. Ma è necessario creare equilibrio tra le specie e dare spazio e valore anche alla specie umana cilentana. Si è visto, ad esempio, che i selecontrollori non riescono a contenere la presenza di cinghiali. Pertanto, è necessario individuare nuove soluzioni.
La più incisiva è quella di finanziare le recinzioni dei campi: almeno l’80% della superficie deve essere recintata o elettrificata; il rimanente 20% della superficie aziendale va coltivato e destinato all’alimentazione delle specie selvatiche. Si può convivere se si approntano le misure giuste. Occorre dare la certezza ai produttori che possono raccogliere i loro prodotti, preservandoli dalla fauna selvatica.
Meccanizzazione adeguata alle esigenze delle aziende multifunzionali: Oggi nelle aree interne, mancano le macchine agricole adatte e studiate per lavorare il terreno; Le macchine in agricoltura sono studiate e prodotte per le grandi aziende specializzate a discapito delle piccole aziende, in cui ancora si praticano le
colture miste, olivo-cereali-leguminose-produzioni foraggere e dove si praticano le consociazioni.
Servono macchine idonee: piccole per lavorare nelle aziende miste e multifunzionali.
La mancanza di meccanizzazione idonea per queste aree è un altro deterrente a favore dell’abbandono dei terreni. Quindi si devono creare finanziamenti per l’acquisto di macchine per lavorare all’interno delle piccole aziende multifunzionali e non specializzati, dove la conservazione della biodiversità è il punto di
forza e il valore vero e reale.
Terreni incolti e messa a disposizione agli agricoltori: Recuperare i terreni abbandonati dalle persone che vivono all’estero o in altre città, creare forme di affitto e messa a disposizione dei terreni per le persone che vogliono coltivarli. Le Amministrazioni Comunali dovrebbero essere i moderatori di questo percorso,
e connettere la domanda di terreni e la potenzialità dell’offerta. Ciò non togliendo il diritto di proprietà – sacro per noi cilentani e non solo. Quindi, messa a disposizione dei terreni, senza diritto di usucapione.
Biodiversità vegetale, premialità per chi la coltiva: La Regione ha investito molto sul recupero e valorizzazione della biodiversità vegetale sia ortiva che frutticola. Vogliamo augurarci che questo grande patrimonio recuperato e conservato - sia presso le banche del germoplasma che presso i coltivatori custodi della Regione Campania, soprattutto nelle aree interne - possa diventare il punto di forza delle aziende che le coltivano e per tutto il settore dell’enogastronomia e del turismo interno, dando nuove opportunità di reddito e sviluppo. Dare tangibilità, concretezza, valore e importanza ai coltivatori, in particolare ai coltivatori custodi iscritti nell’elenco della Regione Campania, i quali si impegnano a rimettere in coltivazione il patrimonio della biodiversità campana.
Favorire la nascita dei Mercati locali: Favorire punti vendita dei prodotti dell’aziende delle aree interne, con punti vendita comunali, dove poter anche organizzare lo stoccaggio e la conservazione di prodotti, attraverso la presenza di celle frigo o ambienti condizionati. Creare laboratori di trasformazione, cantine,
oleifici e piccoli opifici, dove poter trasformare e lavorare i prodotti.
Formazione professionale in campo: È importante attivare una formazione professionale vera, non la formazione per attestati, ma una formazione vera e in campo, che va verificata e dimostrata. Perché i nostri contadini sono ragazzi giovani e formati. Ma spesso senza esperienza professionale specifica attiva.
Reddito di permanenza o di Restanza: In assenza di interventi mirati a favorire la produzione, a preservare i raccolti dalla fauna selvatica, dalla non messa a regime della viabilità stradale, da assenza di interventi che favoriscono la conservazione dell’acqua invernale per utilizzarla nel momento del bisogno, da non finanziamenti per una meccanizzazione ad hoc (tipo mietitrici e trebbiatrici per legumi)
mietitrebbiatrici all’interno di oliveti, per agevolare l’agricoltore del Cilento a conservare e preservare almeno il territorio, ridurre i dissesti idrogeologici, ridurre il rischio di incendio, si potrebbe pensare al reddito di PERMANENZA o di RESTANZA.
Perché l’agricoltore deve vivere e sostenere la sua famiglia, al di là degli eventi atmosferici, delle invasioni della fauna selvatica. All’imprenditore agricolo in base al suo fascicolo aziendale l’AGEA riconosce (grazie ai TITOLI AZIENDALI), un rimborso per superficie. A questo punto preserviamo il vero capitale UMANO, i nostri cilentani e quelli delle aree interne, riconoscendo il loro valore, veri custodi di un territorio, di storia, tradizione e preservazione di un territorio. Dal 2010, grazie al loro stile di vita, la dieta dei cilentani è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità.
Piantumazione di alberi: Inoltre nel Cilento, nelle aree interne ed isolane, è necessario compensare con la piantagione di alberi, siepi, la superficie sottratta all’agricoltura per strade, opifici, case oltre che per porre rimedio ai danni provocati dall’agricoltura intensiva dell’agroindustria della Piana del Sele e altre aree. È auspicabile che i singoli comuni valutassero la loro impronta di carbonio e cercare di compensarla. Unico modo per attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici. Cercare di trovare soluzione e interventi per ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra.
Se quanto detto non verrà accolto, speriamo almeno che lo possiate condividere e quanto detto possa portare tutti noi a riconoscere “il valore e il ruolo e dell’agricoltore, contadino custode cilentano, delle aree interne,
montane, costiere e delle isole.