Certezza della pena: NO ai privilegi per mafiosi e colpevoli di reati gravi #CertoCheFirmo

Certezza della pena: NO ai privilegi per mafiosi e colpevoli di reati gravi #CertoCheFirmo

La certezza della pena è quel principio basilare per cui chi commette un reato deve scontare una pena certa.In Italia, questa certezza non c’è. Anche i condannati per reati gravi, come quelli di stampo mafioso, spesso riescono a beneficiare di sconti di pena e privilegi. Per impedire tutto ciò, noi di Addiopizzo Catania, abbiamo depositato una proposta di riforma alla Camera e al Senato e, grazie alla tua firma, potrebbe diventare legge. Firma adesso la petizione!
La certezza della pena incoraggia le vittime di reati a sporgere denuncia ed è un principio fondamentale per l’affermazione della legalità, così come lo sono il rispetto della dignità dei detenuti e la loro riabilitazione.
Leggi le richieste che abbiamo presentato il 10 marzo 2016 alla Camera e al Senato:
1) Impedire ai recidivi, ai latitanti, agli evasi, agli imputati e/o condannati per reati contro la vita delle persone, in tema di criminalità organizzata e terrorismo, oltre che violenza sessuale, di accedere a qualsivoglia privilegio in termini processuali e penitenziari, come per es. il c.d. patteggiamento, il rito abbreviato, la liberazione condizionale della pena et similia;
2) Modificare le norme relative alla concessione della sospensione condizionale della pena, e ai minimi di pena necessari per la richiesta di messa alla prova e per la liberazione condizionale;
3) Rendere inapplicabile la disciplina sul reato continuato e il concorso formale di reati in caso di reati di mafia;
4) Obbligare il latitante a risarcire lo Stato per le spese sostenute per la sua cattura (spese per le intercettazioni telefoniche, ambientali e video) e qualora ciò non fosse possibile, commutare tali spese in corrispondenti periodi di detenzione;
5) Eliminare il divieto di reformatio in pejus in appello;
6) Introdurre il divieto di decorrenza della prescrizione dei reati in grado di appello o cassazione in caso di condanna dell’imputato in primo grado;
7) Modificare le norme in materia di misure cautelari;
8) Consentire l’applicazione della custodia cautelare in carcere ai condannati a pene superiori agli anni 3, e non invece agli anni 5;
9) Aumentare il minimo edittale delle pene riferite a reati comunemente percepiti come più gravi, quali quelli contro la vita umana, la p.a., il patrimonio etc.;
10) Aumentare le pene previste per il tentativo.