MontagnolaPride, non toccare il verde

MontagnolaPride, non toccare il verde

Lanciata
9 giugno 2022
Firme: 1.407Prossimo obiettivo: 1.500
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Perché questa petizione è importante

Siamo un gruppo di cittadini e cittadine utenti del parco della Montagnola e ribadiamo la richiesta di un’assemblea pubblica (richiesta inviata il 6 maggio) in loco per spiegare nei dettagli il progetto di costruzione del nuovo edificio al posto della tendostruttura già abbattuta. 

Il Comune non ha mai risposto alle nostre richieste di chiarimenti su un progetto da due milioni di euro che verranno utilizzati solo per edificare e non per il parco: per “mancanza di risorse” non si intervenire sul contesto (arredi urbani, pavimentazione) da anni.  

La costruzione nella sua superficie totale – interna ed esterna – passerà da 380 a 500 metri quadri e, benché si parli di tetti verdi, crediamo che la superficie calpestabile sia una priorità perché realmente fruibile. Rifiutiamo ogni logica di greenwashing; ingiustificabile il consumo di suolo in tempi in cui si dovrebbe aumentare il verde e non toglierlo.

Nessuno si “oppone’ in modo cieco all’intervento il cui progetto è stato assegnato direttamente all’architetto Cucinella; riteniamo infatti che un bell’edificio all’interno del parco possa costituire un valore aggiunto. 

Il cantiere è fermo dal 21 aprile (data di fine lavori); nel frattempo si è interdetta ai cittadini e alle cittadine un’area estremamente estesa del parco, si sono imprigionati prato e alberi, panchine, impedendo di utilizzare una parte vitale del parco. Ciò è inaccettabile e incomprensibile, dopo due anni di pandemia e nella stagione primaverile/estiva. 

La Montagnola è il polmone di una zona della città che non ha altro verde disponibile: aumentare la superficie edificata per una struttura di cui oggi non si conosce la finalità concreta (ma solo chi la gestirà, a quanto si legge nei documenti) ci pare in controtendenza rispetto a ciò che l’Europa e l’emergenza ambientale richiedono. 

Abbiamo letto che la Fondazione Rusconi avrebbe realizzato delle interviste tra gli utenti del parco per spiegare il progetto e “tastarne” il gradimento: nessuna delle associazioni e degli utenti abituali del parco è stato contattato in proposito. Sappiamo che non si tratta di un obbligo ma certamente di una buona pratica nella città che fa della partecipazione, della co-progettazione e del progressismo uno dei suoi punti di forza.  

Per tutti questi motivi abbiamo chiesto all’amministrazione un’assemblea cittadina pubblica ma alla domanda non abbiamo trovato alcuna risposta. 

Per questo, quindi, raccogliamo firme affinché: 

-       venga immediatamente ridimensionato il cantiere per restituire il verde a cittadini e cittadine

-       si interrompa l’iter legato al progetto e se ne ridiscutano caratteristiche e obiettivi di utilizzo; 

-       che parte delle risorse siano utilizzate per gli arredi e per i giochi per bambin* e adolescent*

-       vengano definite chiare tempistiche di intervento sul resto del parco

-       che la gestione futura sia in capo al Comune e il nuovo spazio sia destinato a famiglie, studenti universitari, anziani, in LIBERA FRUIZIONE; chiediamo che diventi una SECONDA PIAZZA COPERTA DI SALA BORSA, realmente fruibile da cittadini di ogni età, quotidianamente.  

Qua sotto breve excursus di ciò che è accaduto in precedenza: 

-       I giochi vengono rimossi perché malmessi e, tuttavia, mai sostituiti; sono state richieste anche attrezzature per adolescenti e giovani (porte da calcio, ad esempio, senza campetto, ma realizzate in armonia con il contesto storico monumentale: ne esistono vari esempi che erano già stati presi in considerazione dagli uffici preposti). Sappiamo che è stata accantonata una cifra per questo obiettivo nella passata Giunta e l’assessore Borsari si è impegnato a progettare la realizzazione a partire dall’autunno. Nel frattempo una delle associazioni firmatarie della lettera ha proposto l’installazione di porte da calcio e/o canestro almeno per la stagione estiva all’interno della progettazione relativa a Bologna Estate. 

-      La pavimentazione – come confermato dai tecnici il marzo scorso – si è deteriorata pochi mesi dopo la realizzazione, oltre dieci anni fa, ed è sempre stato riferito che il rifacimento era legato ad un contenzioso avvenuto tra il Comune e la ditta esecutrice dei lavori e che le risorse per rifare il lavoro sarebbero state molte/troppe.  Alla luce di ciò, una spesa di due milioni di euro risulta sproporzionata rispetto alle reali necessità del parco. 

 -        I bagni pubblici sono chiusi eccetto il venerdì e il sabato. Questo accade benché un bando preciso ne preveda la gestione (apertura e chiusura in concomitanza con la chiusura e l’apertura del parco) da parte di chi ha vinto l’assegnazione della ex Casetta del Custode. Tra le richieste da ottemperare risultava obbligatoria – come ribadito nell’avviso -  la gestione dei bagni pubblici: un onere che è stato deterrente alla partecipazione al bando per numerose associazioni che avrebbero voluto rispondere all’avviso di assegnazione dello spazio. L’assegnazione è avvenuta oltre un anno fa e i bagni sono ancora inspiegabilmente chiusi (e l’area cani - e non solo - viene spesso usata per questo scopo, con tutti i problemi che conseguono). Come abbiamo già fatto presente in più luoghi, se l’assegnatario non riesce ad adempiere a ciò che nel bando viene richiesto si ritira; se si ritirano anche gli altri soggetti in graduatoria si rifà il bando o si prendono decisioni diverse. Ma la risposta non può essere la chiusura di un servizio. Il bagno è stato riaperto (a pagamento)  l'1 giugno in corrispondenza dell'inizio delle attività estive temporanee, ma il parco ha una vita 12 mesi all'anno. Venuti a conoscenza della stipula della convenzione firmata a seguito dell'avviso abbiamo scoperto che la gestione dei bagni è stata scorporata dall'avviso "ex post" e che il futuro edificio verrà assegnato allo stesso soggetto assegnatario della ex Casetta del custode. 

-       Le aiuole attorno alla fontana sono state oggetto del progetto detto Rivoluzione verde e di un investimento che ha previsto il totale sradicamento del prato folto che si trovava in quel luogo (utilizzato sempre dai bambini e dalle bambine delle scuole, come documentato da numerose foto. In un primo momento si era pensato di intervenire sulle rampe di accesso ma poi si è presa la decisione di sradicare il prato), per piantare al suo posto delle piante "perenni" che non sono mai state realmente tali. Le aiuole sono state terra bruciata per almeno 9 mesi all’anno da allora. Nell’incontro del 24 marzo abbiamo chiesto di ripristinare il prato ad utilizzo pubblico dei cittadini e delle cittadine; questa richiesta ha trovato risposta nel senso che le aiuole sono state "liberate". 

 

 

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