CHIEDIAMO L’ISTITUZIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELL’ORSO

CHIEDIAMO L’ISTITUZIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELL’ORSO
Perché questa petizione è importante

Da diversi anni la sezione di LAC del Trentino Alto Adige/Südtirol organizza il 26 maggio di ogni anno, la “Giornata dell’orso” celebrando il giorno del 1999 in cui l’orso Masun proveniente dalla Slovenia fu rilasciato in val di Tovel, per evitare che la specie di orso alpino si estinguesse in Trentino. In seguito al progetto “Life Ursus” sono stati rilasciati gli orsi Masun e Kirka nel 1999, Daniza, Jose e Irma un anno dopo, Jurka e Vida nel 2001, infine, Gasper, Brenta e Maya nel 2002. Solo dieci orsi in tutto.
Ovviamente non abbiamo mai apprezzato il modo. Gli orsi non sono oggetti ma creature vive e degne di rispetto. Sarebbe stato di gran lunga preferibile avere dei corridoi naturalistici, o almeno dei passaggi protetti, per lasciarli spostare autonomamente, come è nelle loro natura di animali girovaghi, ma il territorio fortemente e pesantemente antropizzato, specie a valle, non lo ha consentito. Alcuni animali riescono a superare le barriere costruite dagli umani come i lupi, altri hanno bisogno dell’intervento umano per tornare a colonizzare i territori da cui sono stati spazzati via con le armi e la violenza, ma anche con la perdita di habitat.
“L’orso bruno non è mai scomparso dal Trentino, unica zona delle Alpi a poter vantare la continuità della sua presenza. Il regime di protezione, istituito a partire dal 1939, non ha però scongiurato il rischio della sua estinzione. La persecuzione diretta da parte dell’uomo e, in misura minore, le modificazioni ambientali intervenute negli ultimi due secoli hanno ridotto l’originaria popolazione sulla soglia dell’estinzione; alla fine degli anni ’90 del secolo scorso erano probabilmente presenti non più di tre - quattro esemplari, confinati nel Brenta nord-orientale, gli ultimi delle Alpi. Ma proprio quando tutto sembrava perduto è iniziata la ripresa, la cui storia nasce con l’impulso fornito dal Parco Naturale Adamello/Brenta che, assieme alla Provincia Autonoma di Trento e all’ISPRA, (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato avvio al progetto “Life Ursus”, cofinanziato dall’Unione Europea, il quale tra il 1999 e il 2002 ha consentito il rilascio di 10 orsi (3 maschi e 7 femmine) che hanno originato la popolazione attuale. I rilasci sono stati preceduti da un dettagliato Studio di fattibilità, curato dall’ISPRA, il quale ha accertato l’idoneità ambientale di un territorio sufficientemente ampio a ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituisce l’obiettivo minimo del progetto. Tale areale va ben oltre i confini della provincia di Trento, interessando le Regioni e gli Stati vicini.”
(Graf C., Bragalanti N., Rizzoli R., Angelini P. (a cura di), 2014 Rapporto Orso 2013 del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento)
L’azione di “Life Ursus” ha salvato gli orsi dall’estinzione provocata non da eventi naturali ma dallo sterminio sistematico dei bracconieri. Quei 10 orsi sloveni, compirono il risultato tanto atteso: riprodursi e salvare la specie. Non era un esito scontato, non sempre simili attività sono state coronate da successo e per questo l’intera comunità trentina dovrebbe essere tanto più orgogliosa.
La LAC - Lega Abolizione Caccia, si è mossa a difesa degli orsi per motivi etici, poiché ritiene gli animali selvatici in particolare, e tutti gli animali in generale, portatori di diritti, primo fra tutti alla vita, alla libertà e a svolgere indisturbati il proprio ciclo di vita nell’ambiente naturale in cui sono da sempre inseriti, secondo la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale del 1978.
Chiediamo almeno una zona di riserva integrale all’interno del Parco Adamello Brenta dedicato esclusivamente agli orsi e agli altri animali selvatici e agli studiosi provenienti da facoltà universitarie e associazioni protezioniste. L’Italia tutta, e non solo il Trentino Alto Adige/Südtirol, sarebbe vocata al turismo culturale ed eco-consapevole!
L’unica speranza che gli orsi e gli altri animali selvatici hanno di sopravvivere sta nell’accettazione sociale.
L’unica speranza che gli orsi e gli altri animali selvatici hanno di sopravvivere in questa Europa sovrappopolata e iperstrutturata è di vivere con noi, tra noi, evitandoci il più possibile. Ed è fattibile, anzi già succede.
Accettazione sociale, necessaria anche per l'orso bruno marsicano che, rappresentando un endemismo esclusivo dell'Italia centrale, essendo sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi, è particolarmente a rischio di estinzione in assenza di concrete, reali politiche di tutela.
Animale totemico, in Europa e Asia è l’orso il re della foresta. Questo animale, così amato dai popoli di tutto il mondo, simboleggia la rinascita periodica della natura. L’orso incarna il mito dell’eterno ritorno, un “timer” biologico lo fa uscire dal letargo all’inizio di ogni primavera, risvegliandosi, in perfetta sincronia con i cicli naturali.
Lo scrittore Dino Buzzati scrisse nel 1957: ''Una valle dove vivono gli orsi, non occorre essere poeti per capirlo, è più bella di una valle senza orsi. La sopravvivenza di questo magnifico personaggio non è infatti solo un nudo dato faunistico, ma leggenda, avventura, continuazione di una vita antichissima, cessata la quale ci sentiremmo tutti un poco più poveri e sminuiti''.
CHIEDIAMO CHE IL PARLAMENTO ISTITUISCA LA GIORNATA NAZIONALE DELL’ORSO – IL 26 MAGGIO – E SI FACCIA PROMOTORE PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE PERCHE’ LA GIORNATA SIA RICONOSCIUTA A LIVELLO EUROPEO
Decisori
- Pietro Grasso (Presidente del Senato della Repubblica)Presidente del Senato della Repubblica
- Pietro GrassoSenato della Repubblica
- Presidente della Camera dei DeputatiCamera dei Deputati
- Presidente del Consiglio dei MinistriGoverno