Karim non deve partire

Karim non deve partire
Perché questa petizione è importante

Karim ha 24 anni, è di origine egiziana ed è adesso detenuto al CIE di Ponte Galeria a Roma. È in attesa di una sentenza che si terrà il prossimo 10 maggio nella quale si deciderà se espellerlo dall’Italia oppure se potrà rimanervi, insieme alla sua famiglia. Questo perché qualcuno ha sbagliato nella procedura per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Chiedo ai cittadini di buon senso di firmare la petizione e di riuscire a non espellere un ragazzo semplicemente per un disguido, una pratica amministrativa non riuscita. L’Italia lo ha accolto da piccolo, lui considera questo il suo paese. Qui lui vuole continuare a vivere, insieme alla sua famiglia e al figlio che nascerà tra pochi mesi.
La cosiddetta legge Bossi Fini e la normativa sulla detenzione amministrativa è la nuova legge razziale del XXI secolo. In Italia la campagna LasciateCIEntrare si batte da due anni su quelle che sono le infinite violazioni dei diritti umani che avvengono nei CIE, Centri di Identificazione ed Espulsione, che lo scrittore Erri De Luca ha rinominato Centri di Infamia Estrema. Luoghi dove la dignità umana perde cittadinanza, così come anche decretato da un Giudice di Crotone.
La campagna da due anni raccoglie adesioni e si occupa di attività di informazione e sensibilizzazione sul tema dei CIE. Anche con numerose visite ed ispezioni, insieme a giornalisti, parlamentari, avvocati e associazioni che si occupano della tutela dei diritti umani.
Mi chiamo Federica, e sono la compagna di Karim. Vivo con lui dall’agosto del 2010. Ho 21 anni e Karim ne ha 24. Sono italiana, lui è arrivato in Italia dall’Egitto quando aveva 6 anni. Insieme aspettiamo un bambino. Io nella mia casa di Milano, Lui è da un mese nel CIE di Ponte Galeria, a Roma.
Karim ha avuto anni difficili, suo padre si è risposato qui in Italia, e la sua nuova madre ha avuto un figlio, ed è diventata anche la madre affidataria di Karim, e dei suoi due fratelli arrivati dall’Egitto con lui. Poi suo padre è morto, lui ha cominciato a frequentare la gente sbagliata ed è stato condannato per spaccio di stupefacenti. Per questo è stato in carcere e poi per tre anni in una comunità dove il suo percorso di recupero è stato esemplare.
Era uscito, ed eravamo finalmente felici e più sereni. Ma un giorno ci informano di aver sbagliato le procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno. Una sera, il 4 aprile scorso, vicino a S.Siro un poliziotto lo ferma e se lo porta via. Non aveva i documenti in regola. Al poliziotto, alla Questura, al Ministero dell’Interno le sue spiegazioni non possono bastare. Lui è da espellere: la sua vita è tutta qui, ma senza un documento in regola viene messo in un CIE (Centro di Identificazione ed espulsione) e poi rimandato in un paese contro la sua volontà, anche se lì non ci sei mai stato negli ultimi 18 anni, anche se lì non hai nessuno e non conosci quella lingua.
Quando lo hanno fermato hanno scritto cose non vere sul verbale, Karim ripeteva che conosceva i suoi diritti, ma da solo non puoi difenderti! Lo hanno portato a Roma. Io sono andata a trovarlo, sto male perché accettare tutto questo è troppo per noi. Un giorno di due settimane fa gli hanno fatto preparare la valigia, lo stavano portando a Fiumicino. All’aereoporto, su un volo diretto in Egitto.
Qualcuno è riuscito a fermare il suo rimpatrio. Sono le persone della campagna LasciateCIEntrare e il senatore Luigi Manconi. Ora grazie al loro aiuto abbiamo un avvocato che lo sta seguendo, lui è un esperto di ASGI che finalmente ci ha detto cosa dovevamo fare. Nessuno ci aveva mai informati di nulla…
Karim ha la prossima udienza il 10 maggio. Qualcuno deciderà in base alle regole (ma quali regole?!) se deve salire su un aereo oppure se può rimanere in Italia. Che è il suo paese. Dove ha una famiglia, la sua famiglia. Ha me ed un figlio in arrivo.
KARIM NON DEVE PARTIRE.
Ecco le dichiarazioni dell'Avvocato di Karim, Salvatore Fachille: "Karim ha scontato la pena in tre anni di misura alternativa superata brillantemente. Alla luce di questo il giudice ha revocato le misure adottate nei suoi confronti revocandone l' espulsione giudiziaria e dichiarandolo "non socialmente pericoloso". Questo fa in modo che non venga compromesso il rinnovo del permesso di soggiorno in quanto la normativa italiana stabilisce che i reati di spaccio non sono ostativi al rinnovo qualora questo sia chiesto per motivi di famiglia nel caso di persona non pericolosa e padre di nascituro italiano. La situazione giuridica di Karim in poche parole non è stata valutata secondo la normativa italiana ed europea dunque, che stabilisce la necessità di valutazione caso per caso e non in automatismo bensì con obbligo di valutazione. L'errore amministrativo sta in questo automatismo applicato purtroppo nella maggior parte dei casi quando invece il CIE dovrebbe essere adottato come misura eccezionale. Secondo la normativa la regola sarebbe invece l'ordine di allontanamento volontario e l'eccezione il CIE. Quest'ultimo non andrebbe applicato quindi al caso di Karim, ma solo a persona che non ha alcun legame con il territorio italiano."