Copia Privata: le associazioni degli aventi diritto e dei consumatori devono poter decidere a chi destinare le quote di equo compenso riservate a scopi sociali.

Copia Privata: le associazioni degli aventi diritto e dei consumatori devono poter decidere a chi destinare le quote di equo compenso riservate a scopi sociali.

#Autorieconsumatori. Trasparenza e partecipazione sui fondi di #copiaprivata destinati a scopi sociali.
Cos’è la #copiaprivata ormai lo sanno tutti: una legge, basata su una eccezione del diritto d’autore, che impone un prelievo sull’acquisto di ogni dispositivo elettronico dotato di memoria e capacità di registrazione. Si tratta dei cosiddetti device: chiavette USB, cellulari, computer, tablet, registratori video e vocali.
Il prelievo di #copiaprivata finisce nella casse della SIAE, che ne trattiene un aggio per il servizio e distribuisce il resto agli aventi diritto: autori, produttori, artisti interpreti o esecutori.
In vista del rinnovo delle tariffe e dei criteri di distribuzione, negli ultimi mesi il MIBACT ha ricevuto da più parti (SIAE, Associazioni dei consumatori, twitter, Corte di Giustizia Europea), sollecitazioni di diverso tenore.
Noi siamo scrittori di cinema, tv e web. A questa legge ne avremmo preferita un'altra, più adeguata alle nuove modalità di fruizione delle opere. Ma se in qualità di consumatori continuiamo a pagare percentuali di #copiaprivata, perché il nostro lavoro ci obbliga a comprare device per documentarci, aggiornarci e produrre, in qualità di autori dobbiamo riaffermare che qualsiasi percentuale, grande o piccola, è un nostro diritto.
Le chiediamo pertanto, Ministro Franceschini, di fare chiarezza sui dati in possesso del MIBACT da cui saranno ricavate le nuove tariffe che faranno parte del prossimo decreto.
Glielo chiediamo perché purtroppo, allo stato dei fatti, la #copiaprivata non è quel diritto d’autore che - come Lei dichiara - “consente la libertà all’artista, quello che gli garantisce il suo spazio di creatività".
I motivi sono molteplici:
● Come risulta dal sito della SIAE, i compensi per #copiaprivata vengono distribuiti a noi, autori dell’audiovisivo, solo per un 30% della percentuale che spetta al settore audiovisivo (ad oggi il 50% del totale). Ovvero, su 10 euro di copia privata versati all'acquisto di un qualsiasi device, ciascuno di noi potrà godere, dopo aver tolto l’aggio della SIAE, di soli 1,20 euro, che andranno ridistribuiti fra tutti gli autori dell’audiovisivo.
● Come consumatori noi paghiamo oggi ma, come autori – bene che ci vada – avremo un ritorno tra due anni.
● Come consumatori noi paghiamo tutti, ma come autori – al momento di incassare – dobbiamo sottoporci a un costo e a una selezione.
● Il costo riguarda l’iscrizione o il mandato che, come autori, siamo obbligati per legge a dare alla SIAE. Ciò esclude di fatto dalla redistribuzione gli autori che non pagano la SIAE, per scelta o per avversione o perché costerebbe loro di più di quanto potrebbero incassare.
● La selezione (e nei fatti l'esclusione di alcuni autori) deriva dal criterio forzatamente approssimativo secondo il quale la SIAE redistribuisce i compensi. Esso viene calcolato a partire dai dati in suo possesso, in parte incompleti (pubblico registro cinematografico, autodichiarazione degli autori e report di utilizzazione dei network), raccolti per l’elaborazione dell’equo compenso in base all’art. 46-bis della legge sul diritto d’autore.
● La selezione(e nei fatti l’esclusione di alcuni autori) è iniqua perché SIAE non ha contratti di equo compenso con tutti i network e dunque non protegge tutte le opere messe in onda.
● La selezione (e nei fatti l’esclusione di alcuni autori) è ancora più iniqua perché SIAE non protegge ancora gli autori web-nativi – cioè coloro che hanno diffuso le loro opere direttamente sul web – perché non sa ancora come registrarli. Senza contare che la maggioranza di essi non ha alcun diritto certo all’equo compenso e nessuna intenzione di iscriversi alla SIAE.
Per riassumere, la SIAE distribuisce i compensi da #copiaprivata a un certo numero di noi, autori forti e privilegiati, le cui opere già ricompensate viaggiano sui canali più o meno importanti di network contrattualizzati, dove il report è assicurato dalla rete. Gli altri di noi, per come è organizzato il sistema, stanno a guardare.
E' nota la volontà di una parte del parlamento (cfr. un emendamento PD proposto a dicembre, poi non approvato in legge di stabilità) di detrarre una parte consistente delle nuove tariffe per destinarla a scopi sociali, così come avviene in altre nazioni europee.
Se questo è anche il suo orientamento, le CHIEDIAMO che questa parte dei fondi venga obbligatoriamente amministrata con la partecipazione e il consenso di tutte le associazioni di categoria degli aventi diritto e di quelle dei consumatori.
In particolare, la SIAE non può gestire questi fondi da sola, perché:
● la SIAE non è in contatto con tutti gli autori (e soprattutto non con gli autori web-nativi, che sono i primi protagonisti dei nuovi device);
● I meccanismi interni dello statuto SIAE non consentono neppure agli autori iscritti di decidere a chi e come destinare questi fondi, che saranno amministrati invece dal Direttore Generale di concerto col consiglio di Gestione e col Consiglio di Sorveglianza;
● Una ulteriore quota sottratta agli aventi diritto aumenterebbe la percezione della #copiaprivata come ingiusta gabella a favore di SIAE.
Ministro Franceschini, riconosca agli autori e ai consumatori l’intelligenza e la capacità di trovare tra loro un accordo e gestire insieme gli interessi comuni.
Writers Guild Italia
Sindacato degli scrittori di cinema, tv e web.
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