Centri per l'Impiego e Reddito di Cittadinanza

Centri per l'Impiego e Reddito di Cittadinanza

25 hanno firmato. Arriviamo a 50.
Lanciata

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Davide Parente

Il Reddito di Cittadinanza senza una corretta riforma dei Centri per l'Impiego è destinato a fallire: leggete e condividete questa idea per concretizzare risolutivamente un incontro tra domanda ed offerta di lavoro.

#lavoro #inps #anpal #cgil #cisl #uil #confindustria

Il lavoro c’è, ma è mal distribuito a fronte di una gestione governata dal caos. Avete mai provato a digitare “offerte di lavoro” su Google? Milioni di annunci di offerte di lavoro privi di alcuna regolamentazione. Professionisti e non, aziende in regola, lavori in nero, truffe... Nessuno sa con certezza cosa si celi dietro a ciascuno di questi annunci. Senza contare le aziende che si piangono addosso lamentando la mancanza di lavoratori che rispondano alle loro richieste, quando quelle richieste spesso e volentieri celano contratti di sfruttamento.

Rispondi ad un annuncio da lavapiatti e lavori come cuoco, metà giornata in regola e l’altra in nero per far risparmiare il gestore. E tu accetti perché è sempre meglio di nulla. O ancora società che si spacciano per leader della formazione e, previo lauto compenso (accompagnato magari da fondi regionali o europei), ti insegnano che è meglio non fidarsi dei corsi di formazione (non impari nulla e se ti va bene passi tot mesi a lavorare gratuitamente in stage nei quali sputi sangue sperando in un contratto). A questo possiamo aggiungere la beffa che per ogni annuncio a cui vuoi rispondere devi necessariamente registrarti al sito di competenza fornendo dati sensibili ed accettando il trattamento degli stessi (ed ogni volta mi chiedo a cosa serva la legge sulla privacy se per ogni cosa, a meno che non si viva in una caverna, sei obbligato a recedere il tuo diritto sul trattamento dei dati). Arrivando poi a casi estremi dove ti iscrivi al sito di agenzia del lavoro “Tizio” che ti rimanda poi al sito dell’azienda “Caio” che ti invita a registrarti per raggiungere l’offerta di “Sempronio”. Dalla quale non riceverai mai risposta.

Ad ogni modo ciò che più mi preme è la ricostituzione dei Centri per l’Impiego. Che ad oggi sono meri uffici che servono unicamente per ufficializzare il proprio stato di disoccupazione, in alcune circostanze affiancati dagli uffici per il “DID” (per la “Dichiarazione di immediata disponibilità online”). Uffici che per mia esperienza personale servono solo a ricercare lavoro o corsi di formazione per chi riceve un sussidio di disoccupazione (ad attestare che lo Stato non da nulla gratis). La giusta riforma dei Centri per l’Impiego, l’esatta riforma che serve affinché gli uffici dei Centri per l’Impiego possano funzionare al meglio, in cinque punti:

  1. = Istituzionalizzare i centri per l’impiego.
    Non so come operino le strutture, ma in questo caso federalismo, competenze regionali, di provincia o comunali non possono funzionare. I Centri per l’Impiego devono essere tutti connessi ad un’unica piattaforma. Questo non solo arginerà i falsi annunci di lavoro, ma potrà garantire il monitoraggio dell’esatto numero di aziende che ricercano personale e di persone che sono effettivamente in cerca di lavoro, degli occupati e degli inattivi su tutto il territorio nazionale. E dato che tempo fa sentii criticare l’idea di fornire un monte ore internet per chi cerca lavoro, direi che a questo punto lo Stato potrebbe concordare con i gestori telefonici un monte ore gratuite fruibili per le utenze al solo fine di utilizzare la piattaforma del Centro per l’Impiego evitando di fatto le polemiche sollevate da chi pensava che si volesse regalare la visione dei film a carico dei contribuenti. Naturalmente si potrebbe pensare anche al Wi-Fi gratuito e l’utilizzo di strumenti per la navigazione sulla piattaforma all’interno dei Centri per l’Impiego, usufruibili tramite le credenziali (o carta elettronica) dei singoli utenti iscritti ai centri che non dispongano degli strumenti adatti e sopperendo ad eventuali carenze di organico dei dipendenti nei vari centri.
  2. = Registrazione delle utenze.
    La piattaforma del Centro per l’Impiego dovrà garantire la registrazione di due tipi di utenze: “Datore di lavoro” e “ Lavoratore”. Sostanzialmente non vi sono differenze con le centinaia di migliaia di siti internet per la gestione delle offerte di lavoro, salvo per un unico, fondamentale, dettaglio: chiunque voglia inserire un proprio annuncio su piattaforma diversa da questa dovrà comunque e tassativamente inserire il proprio annuncio anche sulla piattaforma istituzionale del Centro per l’Impiego. E per garantire questa imposizione ogni annuncio realizzato nella piattaforma istituzionale dovrà fornire un codice alfanumerico univoco che i datori di lavoro dovranno tassativamente inserire all’interno dei loro annunci su piattaforme diverse da quella del Centro per l’Impiego per assicurare l’effettiva certificazione dell’annuncio. Quindi va da se che la riforma dovrà obbligare anche le altre piattaforme internet per la ricerca di lavoro, quanto anche le riviste specializzate, ad inserire tale codice (in caso contrario si potrebbe pensare a sanzioni oppure oscurare i siti che non si adattino a tali specifiche). Nessuno potrà inserire un proprio annuncio che non sia correlato da tale codice. Con questo accorgimento i Centri per l’Impiego sapranno esattamente quali sono i lavori disponibili e lo stato potrà monitorare le attività dei disoccupati per verificare se effettivamente si adoperano nella ricerca del lavoro.
  3. = Trasparenza delle utenze.
    Le utenze saranno sempre visibili a tutti gli iscritti e ciascuna utenza avrà la possibilità di rendere il proprio profilo “disponibile” o “non disponibile”. Se un’azienda avrà posizioni aperte ed annunci attivi sarà naturalmente “disponibile”, in caso contrario “non disponibile”. Se un lavoratore (anche occupato) è in cerca di lavoro, porrà il proprio profilo “disponibile”, nel caso abbia un lavoro “non disponibile” (chiaramente chi avrà il sussidio sarà impostato su “disponibile”). Come per la piattaforma INPS, bisognerà recarsi presso gli uffici per ricevere via posta l’attivazione della propria utenza con username e password. Per garantire la maggiore efficienza della piattaforma, annunci e curricula potranno avvalersi del marchio di garanzia. Significa che, attivata l’utenza, le persone potranno liberamente compilare i propri annunci e curricula in maniera autonoma all’interno della piattaforma, ma nel caso vogliano avvalersi del marchio di garanzia si rivolgeranno agli uffici preposti per certificare le proprie competenze. Ad esempio io potrei recarmi in un Centro per l’Impiego con carta d’identità, codice fiscale, certificati di laurea o corsi di formazione, contratti e buste paga per certificare la mia istruzione e le mie esperienze per chiunque leggerà il mio curriculum. Perché per quanti annunci falsi possano esistere (così come in premessa) esistono anche persone che millantano titoli di studio e competenze. La certificazione non sarà obbligatoria ma fornirà un vantaggio per quanti non abbiano nulla da nascondere.
  4. = Concretezza della piattaforma.
    Bisognerà avvalersi dell’esperienza di chi scrive e risponde agli annunci e comprendere quali siano le voci necessarie da inserire nella piattaforma e quali quelle superflue. Naturalmente la piattaforma dovrà gestire tutte le utenze per CAP in modo tale da poter ottimizzare la ricerca di lavoro per zona o comunque entro un raggio ben definito. Perché bisogna comunque avere i piedi per terra e comprendere che non tutti possono fare i pendolari (genitori con figli disabili, figli con genitori anziani, giusto per fare un paio di esempi). Eviterei comunque di porre dati sensibili visibili a chiunque come numeri di telefono, e-mail ed indirizzi specifici, in modo tale da evitare l’abuso di chiunque voglia utilizzare tali dati per fini commerciali.
    La mia idea è che negli annunci siano d’obbligo, chiare e visibili le informazioni come seguono:
    - Annunci di formazione lavoro: nome scuola, locazione, certificazione dei permessi, costi, durata, descrizione del corso.
    - Annunci di offerte lavoro: nome ditta, locazione, preferenza sessuale (lavoratore o lavoratrice), fascia di età, titoli di studio, competenze richieste, tipologia di contratto, fascia di retribuzione, richiesta di patenti (o patenti speciali) o necessità di mezzi propri (moto, auto, ecc.). So che possano sembrare informazioni basilari ma come scritto in premessa le competenze non sono quasi mai esatte e della retribuzione non se ne sa quasi mai nulla se non al colloquio, dove spesso ti trattano come merce da acquistare alla bancarella tirando al ribasso le retribuzioni e chiedendo un monte ore lavorative superiori a quelle richieste. Inoltre queste informazioni restituiranno un feedback reale del lavoro richiesto, la retribuzione media, divario uomo/donna, ecc.
    - Curriculum: nome, residenza/domicilio, sesso, età, titoli di studio, competenze, esperienze, patente, possesso auto, lettera di presentazione per le aziende che leggono il curriculum (descrizione delle proprie affinità, ambizioni o qualunque informazione possa sembrare utile). Chiunque potrà candidarsi alle offerte di lavoro con un semplice “click” del mouse e l’azienda potrà visualizzare i profili di ciascun candidato. Credo sia opportuno anche integrare una risposta necessaria alle varie candidature, fosse anche solo un “rifiuto di cortesia”. Posso garantire che a volte per chi cerca lavoro sia frustrante inviare numerosi curricula e non ricevere mai risposta, anche negativa. Si rimane in un limbo di incertezza che svilisce chiunque cerchi un lavoro. 
    - Concorsi: i bandi di concorso spesso e volentieri non sono segnalati da nessuna parte e si scoprono per passaparola o seguendo forum e pagine social dedicate. Se non hai qualcuno che ci è passato o se non ti rechi presso un CAF (previa iscrizione) le pratiche per candidarsi risultano abbastanza complesse o fuorvianti ed in alcuni casi si viene esclusi semplicemente per aver saltato un passaggio o aver commesso errore nella compilazione della richiesta, per svista o perché poco chiaro. Credo sia pertanto opportuno includere anche i bandi di concorso nell’obbligo di inserimento all’interno della piattaforma, chiarendo in maniera esaustiva l’iter da seguire per partecipare a tale bando. E naturalmente gli addetti ai Centri per l’Impiego dovranno essere formati anche alla gestione dei bandi di concorso per seguire le persone che vogliano candidarsi.
    - VOUCHER: la piattaforma ovviamente potrà essere utilizzata anche tramite smartphone e tablet e vi sarà una sezione dedicata per i datori di lavoro (anche privati) nella quale potranno attivare l’utilizzo del voucher. Non so quanto possa essere fattibile, ma un QR code sul voucher garantirebbe l’immediatezza e la semplicità dell’attivazione tramite smartphone e tablet. Anche in questo caso la piattaforma garantirà un feedback, accorpando l’utilizzo del voucher all’associazione di una prestazione (tipo di lavoro, obbligatorio) ed un’eventuale descrizione della prestazione (facoltativa). Tali informazioni risulteranno poi in seguito all’interno dello storico dell’azienda e del lavoratore.

  5. = Correttezza delle utenze e segnalazioni.
    Ciascun utente potrà valutare le aziende o i privati con un valore numerico (es. da 1 a 5) ed un commento. I nomi saranno sostituiti da username anonime che possano garantire la privacy di chi vorrebbe denunciare violazioni senza il timore di essere vessato per la propria denuncia ed essere isolato dal sistema. Naturalmente chi riceve critiche negative potrà a sua volta contestare e sarà compito dei Centri per l’Impiego verificare l’utenza che ha sporto denuncia e constatare che non si tratti di un abuso della piattaforma. Dovrebbe prevedere utenze gestite dal Centro per l’Impiego che risponderanno ad annunci segnalati per verificarne l’inadeguatezza o le irregolarità delle aziende e dei loro annunci. Ad ogni modo si dovrà comunque verificare se alcuni lavoratori si facciano licenziare per continuare il proprio sussidio ed evitare il lavoro. Quest’ultimo punto andrà ben definito e potrebbe risultare l’anello debole del sistema, in quanto è chiaro che il problema maggiore dell’Italia sia, per l’appunto, la mancanza di controlli adeguati.

So bene che questa piattaforma non potrà in alcun modo sopperire al lavoro nero diretto dai passaparola o dai caporalati, così come non eviterà clientelismi o eventuali raccomandazioni. Ma sicuramente minimizzerà i falsi annunci e fornirà un quadro più completo della disponibilità dei posti di lavoro sull’intero territorio, garantirà l’effettivo numero di attivi, di quanti siano in ricerca di lavoro, ma soprattutto fornirà ai Centri per l’Impiego uno strumento utile per rispondere alle esigenze degli italiani che vogliono lavorare. Evitando così di sentirsi rispondere “non abbiamo nulla, prova alla bacheca degli annunci all’ingresso”. Nondimeno fornirà anche alle aziende che non trovano personale uno strumento per trovare ciò che cercano. Perché la piattaforma conterrà non solo tutte le offerte di lavoro, ma anche tutti gli italiani in cerca di lavoro. Dovrà divenire il punto zero del lavoro. Sono stanco di sentirmi chiedere se cerco abbastanza o se ho provato a mandare il curriculum in questa o quella catena di negozi. Di sentito dire o annunci di chi cerca “gente motivata e piena di voglia di lavorare” che in parole povere significa “gente che vuole farsi il culo per un pugno di fagioli”. Ma io non mi chiamo Jack ed ho smesso di credere alle favole che narrano di piante magiche ed oche dalle uova d’oro. Credo a ciò che vedo e ciò che vedo non mi piace. Come ho già scritto all’inizio: “il lavoro c’è, ma è mal distribuito a fronte di una gestione governata dal caos”. Il mio progetto può ordinare quel caos. Ne sono convinto.

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