Decision Maker

Roberto Fico

  • Presidente della Camera dei Deputati

Roberto Fico is an Italian politician who has been active in his country’s political scene since the early 2000s. Born on October 10, 1974 in Naples, Italy, he is a key member of the Five Star Movement, a political party known for its populist, anti-establishment views. Highly experienced in public affairs, Fico has served in a variety of positions including as the President of the Chamber of Deputies, a position equivalent to the Speaker of the House in the United States. Throughout his career, he has consistently advocated for transparency in politics, and has prioritized the needs of ordinary Italians in his policymaking decisions.


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Does Roberto Fico have the power to decide or influence something you want to change? Start a petition to this decision maker.
Sergio Mattarella, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico, Giuseppe Conte, Sergio Costa, Teresa Bellanova
ITA / ENG In Italia non tutti sanno che la maggior parte del patrimonio forestale (quello pubblico, e non ricadente in parchi nazionali, altre riserve e aree circoscritte), dipende dal Ministero delle politiche agricole, altrimenti detto Mipaaf. Viene da chiedersi: cosa hanno in comune le foreste con i campi per la produzione agricola? Il motivo è presto detto: i boschi vengono valutati in primo luogo per i loro aspetti produttivi. Con questa petizione intendiamo chiedere una modifica del succitato paradigma, al fine di salvaguardare le foreste nella loro accezione di sistemi complessi, scrigno di preziosa biodiversità, nonché di speranza per il futuro delle prossime generazioni. Non stiamo parlando di luoghi qualunque, ma di spazi vitali che serbano la memoria e il legame con gli aspetti più reconditi della nostra essenza, depositari di valori intrinseci di natura etica, storica, spirituale e paesistica. Un patrimonio inestimabile che rischia di degradarsi ulteriormente da quando Alfonso Alessandrini definì l'Italia «Un Paese ricco di boschi poveri». Eppure, nonostante una sempre maggiore presa di coscienza dei problemi ambientali da parte dell'opinione pubblica, in Italia si continua a ossequiare una visione improntata al riduzionismo economico che degrada le foreste a materia inerte da sfruttare. Se gli interessi della filiera del legno sono ampiamente noti, cosa ben diversa accade per l'utilizzo dei boschi a fini energetici: occorre infatti rimarcare che la direttiva UE 2018/2001 sulle rinnovabili contempla anche l'uso di biomasse forestali. Ora, sebbene frutto delle migliori intenzioni, l'aumento del target 2030 sulle rinnovabili rischia di incrementare questa pratica, sconfessata da un documento sottoscritto da circa 800 scienziati, nonché dall'European Academies Science Advisory Council, come pure da un recente studio pubblicato su “Nature”. È importante sottolineare che gli effetti della gestione forestale sono rilevanti e possono alterare profondamente il bilancio del carbonio degli ecosistemi boschivi. Le foreste funzionano come serbatoi, diventando fonte o pozzo in riferimento alla direzione che assumono i flussi di scambio con l'atmosfera: una fonte aumenterà la quantità di carbonio nell'atmosfera (emissioni di CO2), mentre un pozzo la catturerà (sequestro di CO2). Da questo punto di vista, i boschi soggetti a taglio ceduo, da pozzo diventano sorgenti di CO2. Rispetto invece ai dati sempre più incoraggianti sull'aumento della superficie forestale diffusi dal Mipaaf, occorre rimarcare che il computo in oggetto non comprende le volumetrie delle biomasse forestali, che risultano molto ridotte a seguito dei tagli. D’altra parte, il terzo inventario forestale nazionale (INFC 2015) non si è ancora concluso poiché non sono stati completati i rilievi a terra: in assenza di questa informazione è impossibile calcolare la densità e il volume complessivo. Ogni stima è dunque provvisoria e non definitiva. E a riprova dello “stato dell'arte” vi è l'approvazione da parte del Governo Gentiloni del Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali (TUFF), che benché privo dei decreti attuativi, sancisce di fatto l'ingresso dell'interventismo gestionale all'interno del nostro patrimonio boschivo. Non che la situazione attuale sia più confortante: tutt'altro. Già perché nel silenzio generale dei media, e in un contesto di crisi ambientale che sta mobilitando le coscienze e i governi di tanti Paesi, l'Italia è oggetto di un vero e proprio sacco boschivo, a causa di pratiche di “gestione” che prevedono un massiccio ricorso al taglio (spesso eseguito nel peggiore dei modi: cosiddetto ceduo “stecchino”), passando poi per la pressione delle succitate centrali a biomasse – peraltro lautamente finanziate con contributi pubblici –, senza contare i tagli abusivi che si succedono senza sosta (persino nei parchi nazionali, con particolare riferimento a quelli calabresi), e che generalmente trovano nella mera contravvenzione la loro sanzione giuridica. Si aggiunga pure una nuova strategia adottata da molte amministrazioni comunali: la vendita di porzioni boschive - con conseguente abbattimento – al solo scopo di fare cassa. Emblematica la vicenda del Comune di Paola (CS): una superficie di 22 ettari di faggeta verrà tagliata per ricavare 54000 euro (N.B. A seguito di proteste e petizioni, il Sindaco ha poi deciso di fare marcia indietro). Per tutte queste ragioni chiediamo a gran voce l'abbandono di una anacronistica gestione boschiva tarata sul produttivismo, a vantaggio di una improntata a criteri prettamente conservativi. Troppo alta la posta in gioco: le foreste sono ecosistemi complessi adattativi e come tali richiedono una pianificazione e gestione adeguate, sia per garantire la conservazione dei boschi cosiddetti “funzionali”, sia per quanto concerne il restauro di quelli degradati. Per far ciò, occorre innanzitutto che la delega sulle foreste passi dal Mipaaf al dicastero dell'Ambiente, e allo stesso tempo che quest'ultimo riceva in dote le giuste professionalità nonché gli strumenti adeguati per poter operare al meglio. Ciò non vuol dire farsi promotori di richieste che hanno il sapore dell'utopia romantica: riteniamo infatti che la silvicoltura, mediante un processo di graduale transizione, debba essere sostituita dall'arboricoltura, cosicché una buona parte del fabbisogno di materia legnosa potrà provenire da foreste messe a dimora in spazi agricoli non utilizzati (come del resto già accade con la pioppicoltura). Altresì pensiamo che il Ministero dell'Ambiente, in virtù delle nuove competenze, potrà acquisire al demanio dello Stato i cosiddetti “boschi di protezione”, ovverosia quelle formazioni forestali che difendono il territorio da valanghe e dissesto idrogeologico, in modo da sottrarli a qualsiasi ipotesi di taglio. Infine, riteniamo prioritario riportare la competenza sui boschi pubblici e privati da regioni, province e comuni allo Stato centrale: dal momento che il patrimonio arboreo rappresenta un interesse strategico nazionale, esso va sottratto ai meccanismi di riduzione al criterio dell'utile. Prima che sia troppo tardi. Liberi pensatori a difesa della natura  ENGLISH VERSION In Italy, not everybody knows that most state-owned forests depend on the Ministry for Agriculture. You might wonder what have forests in common with arable land. And the answer is very simple: woods and forests, as well as arable fields, are primarily valued as economic assets. Hereby, we ask a radical paradigm shift to protect our forests as complex natural systems with all their invaluable biodiversity and as an indispensable source of hope for future generations. Forests are vital spaces that conserve our memory, and links with the most deep aspects of our essence—places that carry intrinsic ethical, historical, spiritual, and aesthetic values. An invaluable heritage constantly degrading ever since Alfonso Alessandrini defined Italy “A rich country with degraded woods.” Yet, although the general public is becoming aware of environmental issues, in Italy, the economical system keeps being focused on exploitation of woods and forests, which are seen as mere inert matter. The interests of logging companies are well known, but our woods are also used in order to produce energy. We need to highlight that the EU 2018/2001 directive on renewable energy includes the use of biomass as a possible source. So, even though the target for renewable energies within 2030 was raised, it actually implies the risk of also increasing the amount of energy produced by using biomass, to the detriment of our woods and forests. A document signed by about 800 scientists, as well as the European Academies Science Advisory Council, and even a recent study published on “Nature” state that the use of biomass to produce energy is not, in fact, environmentally sustainable. It is also important to highlight how the management and exploitation of our forests can considerably alter their balance of carbon. Forests work as carbon tanks, becoming either sources or wells, according to their relation to the atmosphere: a source will increase the amount of carbon in the atmosphere (CO2 emissions), whilst a well will catch it (CO2 sequestration). In light of the above, woods subject to coppicing become sources of CO2. With regard to the encouraging data broadcast by Mipaaf about the widening surface of our forests, it’s worth pointing out that the computation doesn’t include the volume of biomass, which are considerably reduced as a direct result of coppicing. On the other hand, the third national inventory of forests (INFC 2015) has not been concluded yet, due to the lack of complete measurements on the ground. Without those data it is impossible to calculate the actual density and volume of our forests. In light of the above, every estimate happens to be provisional and far from definitive. The approval for the still incomplete so called “Testo Unico in Materia di Filiere Forestali” (TUFF) from the Gentiloni government, establishes, in fact, the right to exploit our woods and forests. The situation is far from comforting. In the current global environmental crisis, which is mobilizing people and governments from all over the world, Italy, is subject to an actual looting, perpetrated by those who claim to properly manage our woods and forests. And that’s happening with the complicity of mass media, which avoid talking about the subject. The so called “management” of our forests includes practices such as coppicing, the use of biomass to generate electricity (hugely funded with public money), and relentless illegal logging (even in national parks, especially in Reggio Calabria). In particular, the illegal logging is generally punished with a simple fine. A new strategy adopted by many municipalities in order to get money fast, includes selling extensive portions of forests to logging companies. What happened in the municipality of Paola (CS) is iconic: the mayor wanted to log a 22-hectare beech forest in order to get 54000 euros. After the backlash of residents followed by protests and petitions, the mayor changed his mind. In light of the above, hereby we ask to quit exploiting our woods and forests in favour of a policy aimed to protect wildlife. It isn’t worth it: forests are complex ecosystems, thus they require an adequate treatment to both protect and restore them. In order to do so, it is necessary that the responsibility for those areas pass from the Ministry for Agriculture (Mipaaff) to the Ministry for Environment. That’s not just some sort of romantic utopia. We want to gradually stop cutting trees from woods and forests and start planting them in unused agricultural areas, so that most wood comes from those already exploited areas instead of coming from natural wild forests. The Ministry for Environment with its new powers will also be responsible for those woods that protect us from landslides, preventing logging companies from cutting them. Last but not least, we see it as a priority that woods and forests, currently under the control of regional administrations, get under the control of the national Government because we firmly believe that wild areas are national strategic assets, not local economic ones. And by doing so we hope to free our woods and forests from a relentless mechanism of exploitation that sees revenue as the only target. Before it’s too late. Freethinkers in defense of nature Promotori/Promoters: Fiorenza Adriano, Alessandro Ammann, Flavio Angelini, Assisi Nature Council, Eliana Baldo, Evelyn Baleani, Fabio Balocco, Giuseppe Barbiero, Ugo Bardi, Andrea "Goaskim" Barghi, Corrado Battisti, Chiara Bertogalli, Maurizio Biancarelli, Pietro Massimiliano Bianco, Ferdinando Bonessio, Alessandro Bottacci, Bruno Bozzetto, Gabriele Buratti, Francesca Canino, Guido Ceccolini, Davide Celli, Gianluigi Ciamarra, Giandomenico Cifani, Fabio Clauser, Marco Clericuzio, Maria Luisa Cohen, Elisabetta Corrà, Ugo Corrieri, Fabrizio Cortesi, Aldo Loris Cucchiarini, Ferruccio Cucchiarini, Guido Dalla Casa, Stefano Deliperi, Sergio Ferraris, Lucio Filippucci, comitato “Foresta Foresta”, Roberto Gabbrielli, Andrea Gennai, Gloria Germani, Antonella Giordanelli, Vincenzo Giordano, Stefano Gotti, Chiara Grasso, Federico Grazzini, Gruppo d'Intervento Giuridico ONLUS, Corradino Guacci, Andrea Gulminelli, Diego Infante, ISDE Italia (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), Italia Che Cambia, Massimo Livadiotti, Osvaldo Locasciulli, Emanuele Lombardi, Mara Loreti, La Lupus in Fabula ONLUS, Luca Malgioglio, Cristiano Manni, Francesca Manzia, Patrizia Marani, Pietro Maroè, Adriano Martinoli, Renato Massa, Franco Mazza, Claudia Melica, Marco Menghini, Edgar Meyer, Fabio Modesti, Donatella Morelli, Walter Moretti, Stefano Orlandini, Carlo Papalini, Luca Pardi, Leonora Pigliucci, Cristiana Pristy, RAMI (Registro degli Alberi Monumentali Italiani), Giuseppina Ranalli, Respiro Verde Legalberi, Silvia Ricci, Alessandro Rossetti, Enrico Rovelli, Giuliano Russini, Salviamo l'Orso ONLUS, Salviamo la Valle del Sabato, Fabio Sani, Jacopo Simonetta, Roberto Sinibaldi, Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello” ONLUS, Lena Stamati, Franco Tassi, Terra Nuova Edizioni, Valeria Turra, Eleonora Vecchi, Susanna Vecchioni, Stefano Zago, Franca Zanichelli, Eduardo Zarelli.Read more

Diego InfanteAvellino, Italia
89,757
10/17/19
Roberto Fico, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giuseppe Conte
Trento 4 luglio 2020 Il presidente della Provincia troppo Autonoma di Trento, dopo essere riuscito a imprigionare l'orso M49 colpevole di essersi comportato da orso, ha decretato l'uccisione di una mamma orsa perché è stata aggredita da due macellai di Cles, cacciatori padre e figlio. Due cacciatori erano in perlustrazione per l'organizzazione di una battuta di caccia, a quanto pare, sul monte Peller. I due si sono trovati a ridosso di un orso: il giovane cade e il padre non trova di meglio da fare che aggredire il plantigrado. Il malcapitato orso è stato identificato: è un'orsa e probabilmente nei pressi c'erano cuccioli. L'orsa ha reagito all'aggressione ferendo in modo lieve i due cacciatori e si è allontanata. Avesse voluto ucciderli, non ci sarebbero stati feriti. L'area del monte Peller è segnalata sul sito della Provincia come luogo dove sono presenti orse con cuccioli. I due cacciatori avrebbero dovuto saperlo, come dovrebbero conoscere il comportamento da tenere in caso di avvistamento o incontro ravvicinato con orso. Invece si sono addentrati in area notoriamente frequentata da orsi senza far rumore, come se stessero giocando a nascondino. Un comportamento da irresponsabili e a farne le spese sarà una mamma orsa che il Presidente della Provincia ha ordinato di uccidere. L'incontro ravvicinato è stato favorito anche dall'amministrazione trentina che irresponsabilmente non ha badato a interdire la frequentazione di un'area con presenza sicura di orse con cuccioli. Ci fossero stati morti, la colpa sarebbe stata della giunta provinciale che gestisce in modo ignobile la popolazione di orsi trentini. Il comportamento del Presidente Fugatti e della sua giunta è ignobile e deve essere perseguito dal Governo che non deve permettere la persecuzione degli orsi che sono specie tutelata da convenzioni internazionali. Si tratta di un regime di massima tutela che non può essere ignorato: da nessuna parte è previsto che si possa decretare l'uccisione preventiva di un orso. L'uccisione intenzionale di un orso è illegale! Invece di indagare sul perché i due cacciatori si sono trovati troppo vicini a un'orsa, il presidente Fugatti ordina l'uccisione della malcapitata. Davvero ignobile questo comportamento! I sottoscritti firmatari di questa petizione le chiedono, Presidente del Consiglio dei Ministri, di: • dichiarare la decadenza della Giunta della Provincia Autonoma di Trento; • sciogliere il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento; • denunciare alla magistratura tutti i responsabili della mala gestione della popolazione di orsi in Trentino per farne dichiarare l’interdizione dai pubblici uffici. • assegnare la gestione della popolazione ursina a un organismo indipendente in cui abbiano potere decisionale esperti nazionali e internazionali di certa e sicura formazione scientifica, insieme con rappresentanti di associazioni animaliste e ambientaliste che sono portatrici di un concreto e reale interesse pubblico per il futuro di un ambiente salubre per tutti, esseri umani e animali compresi. Nel caso fosse necessario aggiornare la normativa vigente, per raggiungere i risultati richiesti, lo faccia rapidamente. L’uso tutt’altro che virtuoso che indegni rappresentanti istituzionali trentini, stanno facendo delle prerogative dell’Autonomia Speciale getta discredito su tutti i cittadini trentini e non è ulteriormente tollerabile. Trento 25 luglio 2019 In piena continuità con l’esecutivo precedente, l'attuale giunta provinciale trentina, presieduta dal Presidente Maurizio Fugatti, perseguita gli orsi. Lo fa con ancora più accanimento e ferocia, avendo promesso ai propri elettori meno avveduti che una volta al potere avrebbe eliminato gli orsi dal Trentino, animali preziosi per un equilibrato ecosistema e protetti da leggi nazionali e internazionali. Il consiglio provinciale trentino si è insediato alla fine del 2018 e la nuova giunta ha avuto come priorità la persecuzione di un orso, denominato M49, un maschio di tre anni nato e vissuto libero fino al momento della cattura. M49 è stato indicato come il responsabile della maggior parte di danni attribuibili ai plantigradi in Trentino. Sono state comunicate percentuali via via crescenti, in base all'umore del giorno del Presidente: 30%, 80%, 100%. Senza prove convincenti, all'orso M49 sono state attribuite numerose predazioni di animali da reddito. Apprendiamo da fonti giornalistiche che si tratta, nei primi cinque mesi del 2019 di 6 (sei) animali da reddito su oltre 100.000 presenti sul territorio provinciale. A M49 sono state anche attribuite numerose intrusioni in casolari abbandonati, con conseguenti danni agli immobili: insomma una sorta di Arsenio Lupin degli orsi. Attenzione! Attribuiti, non significa che c'è la certezza: semplicemente si suppone. Certo se non fossero danni da orso, non sarebbero indennizzati. Bisogna pure precisare che anche gli animali predati erano tecnicamente abbandonati, in altre parole non custoditi, non protetti dalle opere di prevenzione previste per impedire le predazioni da orsi che la PAT concede in comodato d'uso gratuito. È stato anche accertato che questo mariuolo, alla vista di un essere umano fugge a zampe levate, eppure è stato classificato come pericoloso per l'uomo. Infine, per farla breve, al giovane M49 sono state attribuite il 100% delle predazioni di maiali nel 2018: 4 maiali su 6.300 capi censiti in Trentino per un totale di 1.200,00 € interamente risarciti. Insomma, il documento tecnico citato dal quotidiano online Il Dolomiti, assegna a M49 danni certi per € 13.832,07 e indennizzati per tutto il 2018. Scrivere che si tratta di una cifra ridicola è usare un eufemismo. Poi per la serie "probabilmente è stato lui" gli sono stati attribuiti altri € 13.822,40 di danni e per la serie "è possibile che sia stato lui" altri € 3.630,82. Appare evidente anche ai più sprovveduti che non sanno più cosa inventarsi per classificare M49 come dannoso. Per questi danneggiamenti in cifre risibili, l'orso M49 è stato dichiarato pericoloso per l'uomo e a suo carico è stato emesso un ordine di cattura per rinchiuderlo a vita in un microscopico recinto. Poiché l'orso era radiocollarato, non è stato difficile piazzare trappole a tubo nell'area da lui frequentata e catturarlo. Il Presidente Fugatti non ha impedito che l’animale soffrisse durante le operazioni di cattura e trasporto. L'orso, infatti, dopo la cattura, non è stato sedato ed è stato trasportato nella trappola tubo per diverse ore da sveglio e per strade impervie: il terrore, e le sofferenze per il povero orso sono state inimmaginabili! Il Presidente Fugatti, spalleggiato dalla giunta e dalla sua maggioranza in consiglio provinciale, ha voluto esibire ferocia contro un animale indifeso! Appare evidente il comportamento abietto! L'orso che si trovava in montagna in zona poco antropizzata, è stato trasportato da sveglio per esibito sadismo, verso il recinto del Casteller, un centro faunistico a disposizione dei cacciatori, alle porte di Trento. Il recinto è circondato da reti elettrificate a 7.000 volt e un muro di 4 metri. Il personale incaricato del trasporto e dei maltrattamenti inflitti al povero orso, gli ha tolto il radiocollare, e dopo il rilascio, ha chiuso i cancelli e ha abbandonato la prigione senza altra vigilanza. M49, rimasto solo, ha trovato il modo di lasciare la prigione dove carcerieri dilettanti lo avevano lasciato senza custodia. In pochi minuti il terrore e la voglia di libertà gli hanno dato la forza di riuscire a scavalcare le reti elettrificate e il muro e si è allontanato facendo perdere le proprie tracce. A dimostrazione della sua scarsa consuetudine con il pensiero scientifico, il Presidente Fugatti ha dichiarato che "proprio la fuga dimostra che l'animale è pericoloso e che la scienza è stata sconfessata"! Naturalmente lui se fosse stato torturato e rinchiuso in un recinto, lasciato poi incustodito, sarebbe rimasto tranquillo per il resto dei suoi giorni senza tentare di fuggire o di tagliarsi le vene per la disperazione. Bisogna evidenziare che se, dopo aver superato la recinzione, M49 invece di avviarsi verso il bosco, si fosse diretto a valle, in pochi minuti avrebbe raggiunto il centro della città di Trento. Il presidente della provincia di Trento, rilasciando un orso terrorizzato e arrabbiato, per essere stato pesantemente maltrattato, alle porte della città ha messo a rischio la sicurezza dei cittadini, mentre accusa di pericolosità un orso che non faceva che l’orso tra boschi, montagne e bestiame poco custodito.Alla luce di questi fatti, non si può certo parlare di buona e saggia amministrazione! Appare d'obbligo richiedere lo scioglimento del consiglio provinciale che ha consentito di infliggere tutto questo dolore ingiustificato a un prezioso animale selvatico e una pessima figura mondiale alla PAT. Si rammenta che il Trentino Alto Adige/Südtirol ha il secondo posto in Italia, dopo la regione Veneto, per uso di pesticidi e valutando il rischio conseguente per la popolazione di sviluppare malattie tumorali è necessario riconsiderare il concetto di pericolosità. I sottoscritti firmatari di questa petizione le chiedono, Presidente del Consiglio dei Ministri, di:• dichiarare la decadenza della Giunta della Provincia Autonoma di Trento;• sciogliere il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento;• denunciare alla magistratura tutti i torturatori di M49 e i mandanti per farne dichiarare l’interdizione dai pubblici uffici.• assegnare la gestione della popolazione ursina a un organismo indipendente in cui abbiano potere decisionale esperti nazionali e internazionali di certa e sicura formazione scientifica, insieme con rappresentanti di associazioni animaliste e ambientaliste che sono portatrici di un concreto e reale interesse pubblico per il futuro di un ambiente salubre per tutti esseri umani e animali compresi. Nel caso fosse necessario aggiornare la normativa vigente, per raggiungere i risultati richiesti, lo faccia rapidamente. L’uso tutt’altro che virtuoso che indegni rappresentanti istituzionali trentini, stanno facendo delle prerogative dell’Autonomia Speciale getta discredito su tutti i cittadini trentini e non è ulteriormente tollerabile.   PETIZIONE PRECEDENTE Read the petition in English  Lies die deutsche Petition Trento 9 agosto 2015Il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, in seduta straordinaria, il 24 luglio scorso, ha approvato una mozione che dichiara la guerra agli orsi, chiedendo che la Giunta provinciale ottenga mano libera nella gestione degli orsi al fine di ridurne drasticamente il numero: sterilizzazione, uccisione o trasferimento. L’orso, com’è noto, è specie particolarmente protetta da convenzioni internazionali e ne è vietata la caccia e l’uccisione per scopi diversi dall’autodifesa. La mozione, chiedendo l’uso di ogni mezzo possibile, di fatto, chiede alla Giunta di attivarsi per conquistare la libertà di compiere azioni illegali, perché tale è l’uccisione di orsi. La sciagurata mozione, è stata presentata da alcuni consiglieri della cosiddetta opposizione e sostenuta convintamente dalla Giunta, che mai ha attuato, in modo efficace, le azioni di informazione e formazione della popolazione e degli operatori economici, per sostenere l’accettazione sociale, alta al lancio del progetto di ripopolamento denominato Life Ursus. La Giunta, in particolare, ha accompagnato il percorso di crescita dell’ostilità contro l’orso. Non è mai intervenuta, infatti, in occasione della diffusione di notizie false sul comportamento degli orsi e sulla loro reale pericolosità. Ha lasciato, in tal modo, che montasse la paura senza intervenire per contrastarla, come sarebbe stato suo dovere. A nulla vale osservare che negli anni si sono succedute Giunte diverse: il comportamento omissivo è stato il medesimo. Poiché, nella discussione in aula, alcuni dei firmatari la mozione, hanno chiaramente richiesto la caccia all’orso, chiamandola “caccia di selezione” per dare una nota di nobiltà a una pratica sadica e violenta, appare chiaro che l’intento ultimo è quello di assegnare ai cacciatori il compito di regolare il numero di orsi presenti nell’arco alpino. E’ facile immaginare che si stabilirà una quantità di orsi considerati in soprannumero e si lasceranno uccidere ai cacciatori. Peraltro il numero di orsi uccisi da bracconieri, senza che i colpevoli siano stati ricercati, è incalcolabile. Non la raccontano in questo modo, ovviamente, ma è ormai chiaro, a nostro avviso, che il fine ultimo di tutte le negligenze e omissioni da parte dell’ente gestore (la Provincia) è l’assegnazione di un certo numero di orsi da regalare ai cacciatori perché li possano sadicamente uccidere. Il Consiglio Provinciale si comporta in maniera abietta, indegno di governare il Trentino. I sottoscritti firmatari di questa petizione le chiedono, Presidente, di: dichiarare la decadenza della Giunta della Provincia Autonoma di Trento; sciogliere il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento; denunciare alla magistratura i 31 consiglieri richiedenti il regime di illegalità per farne dichiarare l’interdizione dai pubblici uffici. assegnare la gestione della popolazione ursina a un organismo indipendente in cui abbiano potere decisionale esperti di certa e sicura formazione ed esperienza, insieme con rappresentanti di associazioni animaliste e ambientaliste che sono portatrici di un concreto e reale interesse pubblico. Nel caso fosse necessario aggiornare la normativa vigente, per raggiungere i risultati richiesti, lo faccia rapidamente. L’uso vergognoso che 31 indegni rappresentanti istituzionali trentini, stanno facendo delle prerogative dell’Autonomia Speciale getta discredito su tutti i cittadini e non è tollerabile.Read more

Francesco MongioìSan Michele all'Adige, Italia
89,196
8/9/15
Richard J. Durbin, Reddit, SM el Rey Don Felipe VI, American Red Cross, Roy Blunt, Amber Rudd MP, Rick Scott, Rahul Gandhi, National Rifle Association, Don Young, Zoe Lofgren, Roberto Fico, ESPN, A...
  For the last 43 years, women in Iran have lost their basic human rights.  This includes social, economic, legal as well as basic cultural rights.  Not only are they treated significantly inferior to men, the simple thought of standing up for their rights literally means endangering their very lives.  Indeed, the teachings of some of the major and influential clergy in Iran sees women as "animals" created purely to serve men and their needs and wants.  Women's plight in Iran Recently, the hijab (full head covering) has become an important  symbol of this oppression of women in Iran.  This demand by the Islamic Regime of Iran and its clergy has been violently enforced through beatings, vehement pulling of their hair, dragging them on the ground by their hair, rape and other atrocities and clear violation their basic human rights.  The enforcement is devastating for any human being at anytime in human history but it is exponentially more devastating for every citizen of the world to think that it is happening now, this day and this moment as one reads this, in 2022. During the last few months, multitudes of courageous heroines of all ages and backgrounds rose up in Iran, risking their lives, risking their personal safety, facing the risk of rape and gross sexual abuses and detention under inhumane and horrible conditions to demand their rights to be able to simply choose to wear the hijab or not.  Although many of the social, economic, cultural, marital and other oppressive laws and practices in Iran are severely enforced today supported by their ideas that women are less than men, all the Iranian women are demanding is the simple right to choose to wear the hijab or not.  The patience and fortitude that the Iranian women have shown over the last 43 years under great oppression and the courage that they have shown in the last few weeks literally in the face of possible death, beating and rape should be an example to all the women and girls throughout the world for many generations.  If their life endangering, self sacrificing stand against oppression for their basic human rights today is not worthy of the Nobel Prize, I don’t know what can ever be.   Jane Addams, the American heroine won the Nobel Prize in 1931 for her wonderful work towards women’s rights in United States.   Aung San Suu Kyi won the Nobel Prize in 1991 for her pro-democracy work in Myanmar. Rigoberta Menchú won the Nobel Prize in 1992 for her advocacy work of Mayan rights and culture. Nadia Murad, Yazidi activist from northern Iraq who escaped enslavement by theIslamic State and led campaign against sexualviolence as a weapon of war won the Nobel Prize in 2018. The heroines in Iran in 2022, together risking their safety and their very lives, have courageously stood up for women’s rights, have collectively raised their voices for democracy, have fearlessly arisen for their national rights and culture, and have selflessly stood against the use of sexual violence as a weapon by oppressor for themselves, for their countrymen and most importantly for future generations of Iranian women so they are not born into a society systematically designed to oppress women.   Today, there is no more fitting and deserving recipient for the Nobel Prize and we humbly request that the Iranian women in Iran collectively be considered to be honored for their sacrifices and for their fearless actions.Read more

Nassim BayatCanada
56,324
10/17/22
United Nations, António Guterres, European Parliament, Council of the European Union, European Commission, Sergio Mattarella, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico, Presidenza del consig...
Nel 2019 la deforestazione dell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni ed il suo tasso continua ad aumentare, soprattutto nelle riserve indigene dove cresce in maniera esponenziale. In 2019 the deforestation of the Brazilian Amazon has reached the highest level in the last ten years and its rate continues to increase, especially in indigenous reserves where such DEVASTATION GROWS exponentially faster. Gli esperti hanno ripetutamente evidenziato la connessione tra deforestazione e l'emergere di nuove pandemie di origine animale: circa una pandemia su tre trova infatti origine nel cambiamento di habitat di alcune specie animali, derivante da modifiche nell’utilizzo del territorio a causa di incendi o deforestazione. The experts have repeatedly highlighted the connection between deforestation and the emergence of new pandemics of animal origin: about one pandemic out of three in fact originates by the change of habitat of some animal species, resulting from changes in the use of the territory due to fires or deforestation. L'attuale politica di Bolsonaro sull’Amazzonia non favorisce la conservazione della foresta, incoraggiando la deforestazione e gli incendi con dichiarazioni quasi quotidiane di sostegno dell'espansione dell'agroindustria in quanto forte settore economico per il Brasile. Bolsonaro's current policy on the Amazon does not favour forest conservation; it encourages deforestation and fires with almost daily declarations of support for the expansion of agro-industry as the strong economic sector for Brazil. Anche il recente appello dei vescovi, richiamando il pensiero di Papa Francesco, denuncia una situazione drammatica per le comunità indigene e il capo indigeno payako Raoni Metuktire, figura emblematica nella lotta contro la deforestazione, ha fatto un forte appello dicendo: «Aiutateci ad evitare il genocidio nei nostri villaggi!» Even the recent appeal of the bishops, recalling the thought of Pope Francis, has denounced a dramatic situation for indigenous communities, and indigenous payako chief Raoni Metuktire, emblematic figure in the fight against deforestation, has made a strong appeal by saying: «Please help us avoid genocide in our villages!»Read more

Antonino AbramiSan Polo, 261, Venezia, Italia
25,315
5/31/20
Sergio Mattarella, Roberto Fico, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giuseppe Conte
È urgente e fondamentale affrontare e risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Chiediamo che l’Italia segua l’esempio di molti paesi Europei, e decida di agire sui processi produttivi ed il trasporto, trasformando l’economia in modo da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050. Tale risultato deve essere raggiunto per i seguenti motivi: a)      Dati osservati provenienti da una pluralità di fonti dicono che il sistema Terra è oggi sottoposto a variazioni climatiche molto marcate che stanno avvenendo su scale di tempo estremamente brevi; b)      Le osservazioni indicano chiaramente che le concentrazioni di gas serra in atmosfera, quali l’anidride carbonica e il metano, sono in continua crescita, soprattutto a partire dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale, in seguito ad un utilizzo  sempre più massiccio di combustibili fossili e al crescente diffondersi di alcune pratiche agricole, quali gli allevamenti intensivi; c)      Le misure dell’aumento dei gas-serra e delle variazioni del clima terrestre confermano ciò che la fisica di base ci dice e quanto i modelli del sistema Terra indicano: le attività antropiche sono la causa principale dei cambiamenti climatici a scala globale cui stiamo assistendo; d)      Migliaia di scienziati che studiano il clima del sistema Terra, la sua evoluzione e le attività umane, concordano sul fatto che ci sia una relazione di causa ed effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento della temperatura globale terrestre, come confermato dai rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riassumono i risultati pubblicati dalla comunità scientifica globale; e)      I modelli numerici del sistema Terra basati sulle leggi della fisica sono gli strumenti più realistici che abbiamo a disposizione per studiare il clima, per analizzare le cause dei cambiamenti climatici osservati e per stimare possibili scenari di clima futuro; questi modelli sono sempre più affidabili grazie all’accrescimento della rete di osservazioni utilizzate per validare la loro qualità, al miglioramento della nostra conoscenza dei fenomeni che influenzano il clima e alla disponibilità di risorse computazionali ad alte prestazioni; f)       L’esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l’esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni; g)      Gli scenari futuri "business as usual" (cioè in assenza di politiche di riduzione di emissioni di gas serra) prodotti dai tutti i modelli del sistema Terra scientificamente accreditati, indicano che gli effetti dei cambiamenti climatici su innumerevoli settori della società e sugli ecosistemi naturali sono tali da mettere in pericolo lo sviluppo sostenibile della società come oggi la conosciamo, e quindi il futuro delle prossime generazioni h)      Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall'accordo di Parigi del 2015 (mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 °C); Queste conclusioni sono basate su decine di migliaia di studi condotti in tutti i paesi del mondo dagli scienziati più accreditati che lavorano sul tema dei cambiamenti climatici. È sulla base di queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici piuttosto che su documenti, come la lettera datata 17 giugno e firmata da un gruppo formato quasi esclusivamente da non-esperti sulla scienza dei cambiamenti climatici (come comprovato dai loro curricula di pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali), in cui è stato messo in discussione con argomentazioni superficiali ed erronee il legame tra il riscaldamento globale dell’era post-industriale e le  emissioni di gas serra di origine antropica (‘Petizione sul riscaldamento globale antropico, datata 17 giugno 2019). Concludiamo riaffermando con forza che il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente, per l'Italia come per tutti i paesi del mondo. Politiche tese alla mitigazione e all'adattamento a questi cambiamenti climatici dovrebbero essere una priorità importante del dibattito politico nazionale per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni. Questa lettera è stata iniziata da Roberto Buizza (Fisico/matematico, Prof. Ordinario di Fisica, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) il 3 luglio 2019, e ad oggi è stata firmata da un Comitato Promotore di 300+ persone di scienza e cultura, tra cui moltissimi esperti di fisica del sistema Terra e del clima. La lettera è  supportata e firmata dalle seguenti associazioni: AISAM - Associazione Italiana Scienze dall’Atmosfera e della Meteorologia; AMPRO - Associazione Meteo Professionisti; CGI - Comitato Glaciologico Italiano; SII - Societa' Idrologica Italiana; SISC - Società Italiana Scienze del Clima; Gruppo di scienziati per l’energia pulita; Societa’ Meteorologica Italiana; UNI-MET - Tavolo di coordinamento delle associazioni che si occupano di meteorologia. Copia della lettera è stata pubblicata sui siti: Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Scuola Normale Superiore di Pisa; Istituto Studi Superiori IUSS Pavia; Società Italiana Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia (AISAM); Società Italiana Scienze del Clima (SISC); Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR (CNR ISAC); Centro di eccellenza CETEMPS, L’Aquila; Società Meteorologica Italiana (NIMBUS); CNR LaMMA di Firenze; Per gli interessati, aggiungiamo alcuni link utili su cui trovare osservazioni, dati, rapporti autorevoli: Il sito di IPCC; IPCC Global Warming of 1.5 ºC; In particolare il 5 rapporto di IPCC, IPCC Assessment Report 5:  I dati di CO2 della NOAA da Mauna Loa (Hawai):  Il sito di European Union Copernicus Climate Change Service; Il sito della London School of Economics; World Meteorological Organization State of the Climate; Il portale della Climate Change Initiative della European Space Agency (ESA CCI); Il sito della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA); Il sito della World Bank; Il sito di European Union Joint Research Center (JRC) di Ispra; Il sito di US Environmental Protection Agency (EPA); Il sito di European Environmental Agency (EEA); Il sito di United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC); Il sito di US Census; Il sito di United Nations International Children’s Emergency Fund (UNICEF); Lavori pubblicati in letteratura, ad esempio da London School of Economics; Read more

Roberto BuizzaItalia
25,162
7/11/19
Paolo Gentiloni, Maria Elena Boschi, Angelino Alfano, Luigi Di Maio, Pier Silvio Berlusconi, Laura Boldrini, Matteo Salvini, Pietro Grasso, Beatrice Lorenzin, Nicola Zingaretti, Dario Franceschini,...
Sul modello del bollino annuale in Svizzera. Trasferendo i soldi del bollo ai concessionari potremmo risparmiare denaro su sbarre motorizzate, macchine automatiche dei pagamenti, personale addetto ai caselli; velocizzando inoltre il traffico. Tralasciamo la solita presa in giro politica dell'abolizione bollo auto proponendo noi cittadini di usarlo come pagamento alle autostrade. Considerato quanto pagano gli svizzeri circa 35€ annuali, sulla nostra rete autostradale rapportando il numero di auto in circolazione con i km totali: da noi il costo dovrebbe essere circa 25€ per bollino annuale. Da qui si capisce l'entità della ruberia. Occorre "assolutamente" la nazionalizzazione. https://www.change.org/p/ministero-infrastrutture-e-dei-trasporti-richiediamo-agli-enti-responsabili-la-nazionalizzazione-delle-autostrade?recruiter=500207930&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition&utm_term=triggeredRead more

Antonio CaputoTradate, Italia
18,632
2/7/18
Roberto Cingolani, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico, Mario Draghi, Marta Cartabia, Parlamento europeo
  PREMESSE (breve panoramica in merito al problema di cui trattasi): PER TUTTE LE ALTRE PREMESSE SI RIMANDA QUI  AGGIORNAMENTI: www.facebook.com/EndTheSlaughterAge www.facebook.com/FondazioneSaveTheChickens www.infouova.weebly.com www.endtheslaughterage.eu                                       ***** LE GABBIE CI SONO ANCORA. Incendi per corti circuiti dovuti alla luce sempre accesa negli allevamenti di polli 'da carne' e galline ovaiole:  https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/29969040 CRUDELTA' GENETICA: inchiesta sulla sofferenza dei polli negli allevamenti: https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/30306005 INIZIATIVA EUROPEA END THE SLAUGHTER AGE - UN CAMBIAMENTO EPOCALE. Link del video:https://www.facebook.com/CarneColtivata/videos/1824222037892244/ La carne coltivata in laboratorio è il futuro. Ma i consumatori sono pronti? https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/30494084 STUDIO SHOCK RIVELA CHE IL 97% DELLE GALLINE OVAIOLE HA LE OSSA DELLO STERNO ROTTE (anche negli allevamenti bio) https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/30393448 PREMESSO CHE: 1) Reato di maltrattamento e uccisione di animali e attività di allevamento e macellazione. DEVE applicarsi l'art. 544-bis e ter Codice Penale. Presentazione: https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-c-p-uccisione-e-maltrat/u/28928691   2) Iniziativa Europea END THE SLAUGHTER AGE (work in progress): www.endtheslaughterage.eu Chiediamo ai Paesi membri dell'Unione Europea di SOSTITUIRE il modo di produrre carne, passando dall'ancestrale e terribile metodo costituito da allevamenti e macelli ad un metodo senza sofferenza animale e a ridotto impatto ambientale. Questo metodo cruelty-free che soppianterà l'attuale e insostenibile da più fronti metodo di allevare miliardi di Animali (esseri riconosciuti senzienti dal Trattato di Lisbona firmato da 27 Stati membri e in vigore dal 1° gennaio 2009) sopra i propri escrementi per poi sgozzarli in massa uno dopo l'altro, potrà essere costituito dalla carne vegetale oppure dalla carne coltivata. Chiediamo altresì l'introduzione delle uova d'origine vegetale, al pari del già esistente latte d'origine vegetale, e la loro diffusione in tutta Europa. https://www.facebook.com/EndTheSlaughterAge/   3)  CON LA COLTURA CELLULARE (carne in vitro) GLI ANIMALI SONO LIBERI.  DA UN SONDAGGIO:  I GIOVANI SONO FAVOREVOLI: https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/29776670   4) THE GUARDIAN: Allevamenti intensivi di malattie. Come la produzione industriale di polli sta allevando la prossima pandemia. Factory farms of disease: how industrial chicken production is breeding the next pandemic. (qui) Enormi fattorie aiutano a diffondere batteri resistenti agli antibiotici, con i virologi che avvertono che le varianti si riversano sugli esseri umani. Almeno otto tipi di influenza aviaria, tutti in grado di uccidere gli esseri umani, circolano negli allevamenti intensivi del mondo e potrebbero essere peggiori del Covid-19. https://vegetarianavegan.blogspot.com/2021/10/the-guardian-allevamenti-intensivi-di.html   5) ARRIVA LA PRIMA CARNE VERA SENZA UCCIDERE GLI ANIMALI https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-mai-pi%C3%B9-macellare-tassativo-avere-proteine-senza-sofferenza/u/28849092   6) Gli allevamenti costituiscono un serio pericolo anche per noi, non si tratta solo di etica e di sofferenza animale: https://www.change.org/p/mai-pi%C3%B9-macellare-tassativo-avere-proteine-senza-sofferenza-carne-coltivata-o-vegetale/u/29037721   7) Aviaria, primo caso umano in Cina da nuovo ceppo H10N3. "Potenziale minaccia pandemica". https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/29152237   8) Carne 'senza carne', il free from trionfa con la bistecca in vitro: https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/29303941 (...) 11)  8 motivi per cui il futuro della carne è basato sulle cellule, non sugli animali https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-deve-applicarsi-l-art-544-bis-e-ter-codice-penale-uccisioni-e-maltrattamenti/u/29390072 (...) TUTTO CIO' PREMESSO, * COSA CHIEDIAMO: Essendo venuto meno il cosiddetto 'stato di necessità' in ordine alle attività di allevamenti e macelli, esimente attribuito quasi 20 anni fa dalla L. 189 del 2004, CHIEDIAMO LA PIENA APPLICABILITA' dell'art. 544-bis e ter Codice Penale anche alle attività che allevano animali 'per fini alimentari' e/o provvedono alla loro 'macellazione'. NON CI POTRA' MAI ESSERE ALCUN 'BENESSERE ANIMALE' NEI MACELLI. E ci sembra doveroso, viste queste premesse, nonché urgente, BLOCCARE QUALSIASI FINANZIAMENTO - europeo e non - alle attività che ancora ricavano proteine COMMETTENDO I REATI di cui all'art. 544-bis e ter Codice Penale, e di indirizzarli invece verso queste nuove realtà (aziende di tecnologia alimentare che utilizzano la nuova tecnologia senza sofferenza della biopsia muscolare indolore o, meglio, che producono carne partendo da una semplice piuma di un esemplare soltanto, ovvero le aziende che producono proteine 100% d'origine vegetale) che non solo ricavano proteine SENZA COMMETTERE REATI, ma altresì ci preservano da future pandemie (gli sporchi allevamenti, soprattutto di polli, galline, tacchini e maiali, proprio per l'alto numero di individui presenti in mezzo alla sporcizia e gli uni vicini agli altri, rappresentano la maggior fonte di virus patogeni e sono serbatoi di pandemie).   In subordine, in caso di assenza in Italia di realtà per la produzione di proteine con metodi non-cruenti e al solo fine di non perdere posti di lavoro, chiediamo di attribuire detti finanziamenti alle stesse realtà ad oggi beneficiarie MA VINCOLANDO GLI STESSI ESCLUSIVAMENTE AD UN EFFETTIVO E REALE CAMBIAMENTO  (in vista non solo della crescente sensibilità verso gli aberranti reati commessi ai danni degli animali che vengono 'allevati e macellati', ma anche in considerazione della pericolosità per la salute pubblica e per la perdita di posti di lavoro di queste attività di allevamenti e macelli poiché sono causa del proliferarsi di virus patogeni e pandemie): per beneficiare ancora dei finanziamenti NON dovranno più né allevare né uccidere animali ma dovranno riconvertire le loro attuali attività di allevamenti e macelli in attività di produzione di carne pulita in vitro mediante la tecnologia della biopsia muscolare indolore o, meglio, mediante l'impiego di una semplice piuma una tantum di un individuo soltanto di ogni specie, oppure in attività di produzione di proteine vegetali. (A solo titolo di esempio, ecco una delle aziende nel Regno Unito a produrre 'fake-chicken', ossia 'finto-pollo':  https://www.vfc.co.uk/). Non ci accontenteremo di nulla di meno che della fine dell'era della carne tratta dalla macellazione. Per firmare la petizione: https://www.change.org/stopalllevamentiemacelli https://www.change.org/p/stop-allevamenti-e-macelli-mai-pi%C3%B9-macellare-tassativo-avere-proteine-senza-sofferenza/u/29010845 ***   PER UNA BREVE PANORAMICA DI COSA SIGNIFICA 'MACELLARE' (PER CHI ANCORA FINGE CHE IL PROBLEMA NON SIA IMPORTANTE, NE' COSI' GRAVE): https://www.essereanimali.org/incubo-dei-pulcini/ http://www.tvanimalista.info/video/allevamenti-macelli/produzione-uova-dominion/ https://www.essereanimali.org/galline-maltrattate/ https://www.youtube.com/watch?v=y2NmBFT04gU https://www.youtube.com/watch?v=YidbmnQwqd4 http://www.tvanimalista.info/video/allevamenti-macelli/allevamento-polli-carne-dominion/ https://www.essereanimali.org/crudelta-polli-aia/ https://es-la.facebook.com/essereanimali/videos/ecco-il-servizio-del-tg1-di-questa-sera-sugli-allevamenti-di-polli-fornitori-dei/1668184193200586/   *SPUNTI DI RIFLESSIONE: Un tema molto attuale, quello della carne cellulare, che si propone di: * fornire vera carne, senza sofferenza animale (né tantomeno loro uccisione). https://www.facebook.com/watch/?v=1862251987422582 Per firmare la petizione: https://www.change.org/stopalllevamentiemacelliRead more

Simona BasilicoBologna, 45, Italia
7,130
3/12/21
Danilo Toninelli, Roberto Fico, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giuseppe Conte, Jean Claude Junker, Antonio Tajani, António Manuel de Oliveira Guterres, Tedros Adhanom Ghebreyesus, Jean Todt
               VERSIONE ITALIANA      #ISA (Intelligent Speed Adaptation) Il dispositivo per la limitazione automatica della velocità sui veicoli a motore conviene a tutti. Più vite salvate e meno multe sulle strade. "Il primo gennaio del 2015 un gruppo di esperti del settore del traffico e della mobilità professionisti, ambientalisti e docenti universitari - lanciava l’appello “Un Filo di Sicurezza”, volta al contrasto dell’incidentalità grave sulle strade.  L’automobile è uno strumento importante, spesso indispensabile, che ci permette di lavorare, di viaggiare, in una parola di vivere. Però l’automobile ancora troppo spesso uccide, 3500 volte all’anno solo in Italia; il 95% degli incidenti è dovuto a cause imputabili ai conducenti, e la velocità eccessiva è la causa principale di quelli che comportano gli esiti più gravi". La situazione da allora non è migliorata come si vedono dai numeri. Per questo, 12 Organizzazioni di utenze vulnerabili hanno promosso una petizione  in Italia con l'invito alle Organizzazioni europee ed extra europee di sottoscriverla e di far altrettanto nei loro Paesi. ISA rispetta e fa rispettare il Codice della strada. Lo strumento tecnologico esiste e può essere montato entro pochi mesi su tutti i veicoli vecchi e nuovi. La velocità e l'unico elemento che determina la gravità e la lesività delle collisioni stradali (effetto quadratico della velocità). Ricordiamo i numeri della violenza e della strage stradale nel 2017: In Italia 3.383 morti e 17.000 feriti gravi, in Europa 25.300 morti e 135.000 feriti gravi e nel mondo 1.350.000 vittime. Non solo le utenze vulnerabili (pedoni, ciclisti, disabili, bambini, anziani) pagano un prezzo altissimo a causa di un sistema di mobilità violento e costoso, ma a farne le spese sono anche gli stessi automobilisti e motociclisti. Nel 2017, nel nostro Paese, oltre a 43 bambini uccisi, 600 pedoni e 274 ciclisti, ben 1.464 automobilisti e 735 motociclisti sono rimasti vittime di schianti stradali (Dati ACI-ISTAT, 2017). Questo sanguinoso tributo, che vede la velocità come causa principale di sinistri stradali ed elemento che ne determina la gravità, non è inevitabile: in particolare, semplicemente connettendo i sistemi di navigazione satellitare e l’apparato elettronico di controllo del motore, cioè due dispositivi ormai installati su tutti i nuovi veicoli, è possibile fare in modo che l’automobile rispetti automaticamente i limiti di velocità in vigore sulle strade. Questo dispositivo esiste da tempo e si chiama ISA (Intelligent Speed Adaptation): esso è stato a più riprese e positivamente valutato in diversi studi e ricerche internazionali, ma la sua introduzione, per quanto sempre raccomandata, si è scontrata sino a oggi con una mai esplicitata e motivata ma evidentemente ben efficace opposizione. Anche l’ETSC (European Transport Safety Council) lo promuove come una soluzione importante per ridurre la mortalità e la lesività degli scontri stradali. La Campagna per l’introduzione del dispositivo ISA è veicolata in tutti i Paesi dell’Unione Europea e fatta conoscere al resto del mondo perché possano svilupparla in tutti i Paesi aderenti all’ONU. I destinatari della petizione sono: Il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Giuseppe Conte, la Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Junker, il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Manuel de Oliveira Guterres, il Direttore Generale Dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, l’Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU per la sicuezza stradale, Jean Todt Il gruppo promotore: "Il Filo di Sicurezza": Paolo Beria, Politecnico di Milano; Andrea Boitani, Università Cattolica di Milano; Teresa Borgonovo, Legambiente; Teresa Cardona, esperta in comunicazione; Aldo Ciocia, architetto urbanista; Alberto Colorni, Politecnico di Milano; Damiano Di Simine, Legambiente; Anna Donati, Kyoto Club; Matteo Dondè, architetto; Alfredo Drufuca, Polinomia; Edoardo Galatola, FIAB; Paolo Giachetti, ispettore Polizia Municipale; Patrizia Malgieri, esperta mobilità; Valerio Montieri, architetto;  Paolo Pinzuti, BikeItalia.it; Andrea Poggio, Legambiente; Luigi Torriani, Polinomia; Mariarosa Vittadini, Istituto Universitario di Architettura di Venezia; Mario Zambrini, Ambiente Italia; Giovanna Martellato, ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; Alfredo Giordani, Rete Vivinstrada; Giuseppe Guccione, Fondazione Luigi Guccione, Ente Morale Vittime della strada; Marco Scarponi, Fondazione Michele Scarponi; Franco Piacentini, AIFVS.eu; Vito De Russis, A.D.P. - Associazione Diritti del Pedone; Bruno Pietrobono, Marco Pietrobono Onlus; Stefano Giannini, SULPL Roma; Sabrina Grisoli, Associazione Salvaiciclisti Roma; Paolo Pinzuti, Bikeitalia.it; Enrico Botti, Associazione Motociclisti Vittime della Strada, Manuel Massimo, BikeItalia.it, Alberto Fiorillo, Legambici e Legambiente. Siamo persone da anni impegnate in Italia ed all'estero sui temi della nuova mobilità, della lotta ai cambiamenti climatici, all'inquinamento in particolare nelle areee urbane e per invertire il paradigma della mobilità: 1.  Pedoni e Disabilità, 2. Ciclisti, 3. Trasporto Pubblico locale, 4. Auto (non inquinante, condivisa e che rispetti il Codice della strada). Organizzazioni di Pedoni, Ciclisti, Vittime della strada, Motociclisti, Ed ecco ISA: un'auto che interagisce - tramite il GPS con la velocità previste sulle infrastrutture stradali e l'adegua automaticamente, rispettando i limiti previsti dal codice della strada. Risultati attesi: diminuzione di morti e feriti gravi ed azzeramento delle multe per eccesso di velocità, diminuzione dell'inquinamento da idrocarburi fossili. Parlamento e Governo facciano il loro dovere dopo che anche l'Europa ha dichiarato la necessità di questa norma: subito ISA nel Codice della strada. NO fermo all'innalzamento dei limiti in autostrada a 150 km/h!                                                      ENGLISH VERSION                                   #ISA (Intelligent Speed Adaptation) The device for automatic speed limitation on motor vehicles is convenient   for everyone. More saved lives and less fines on the roads. We remind the numbers of violence and road traffic tragedy in 2017: In Italy 3,378 dead and 17,000 seriously injured, in Europe 25,300 dead and 135,000 seriously injured and 1,350,000 victims worldwide. Not only vulnerable users (pedestrians, cyclists, disabled people, older people, children) pay a high price for a violent and expensive mobility system, but also the motorists and motorcyclists themselves. In 2017, in Italy, further to 40 children, 600 pedestrians and 274 cyclists killed, also 1,464 motorists and 735 motorcyclists were victims of road collisions. This bloody tribute, which sees speed as the main cause of road accidents and an element that determines its gravity, is not inevitable: in particular, simply by connecting the satellite navigation systems and the electronic engine control system, that is two devices now installed on all new vehicles, it is possible to make sure that the car automatically respects the speed limits in force on the roads. This device has existed for a long time and is called ISA (Intelligent Speed Adaptation): it has been repeatedly and positively evaluated in several studies and international researches, but its introduction, although always recommended, has clashed until today with a never explicit and motivated but evidently well effective opposition. The ETSC (European Transport Safety Council) also promotes it as an important solution in order to reduce the mortality and the harmfulness of road crashes. The Campaign for the introduction of the ISA device is conveyed in all the countries of the European Union and made known to the rest of the world so that they can develop it in all the countries adhering to the UN. The recipients of the petition are: The President of the Italian Council of Ministers Giuseppe Conte, the President of the Senate of the Italian Republic, Maria Elisabetta Alberti Casellati, the Minister of Infrastructures and Transportation, Danilo Toninelli, the President of the Chamber of Deputies, Roberto Fico, the President of the European Commission, Jean Claude Junker, President of the European Parliament, Antonio Tajani, the Secretary General of the United Nations, António Manuel de Oliveira Guterres, the Director General of the World Health Organization, Tedros Adhanom Ghebreyesus, Jean Todt, Special Envoy of the UN Secretary General for Road Safety. The promoting group: Il Filo di Sicurezza": Paolo Beria, Polytechnic of Milan; Andrea Boitani, Catholic University of Milan; Teresa Borgonovo, Legambiente; Teresa Cardona, expert in communication; Aldo Ciocia, urban architect; Alberto Colorni, Polytechnic of Milan; Damiano Di Simine, Legambiente; Anna Donati, Kyoto Club; Matteo Dondè, architect; Alfredo Drufuca, Polinomia; Alberto Fiorillo, Legambiente; Edoardo Galatola, FIAB; Paolo Giachetti, Municipal Police Inspector; Patrizia Malgieri, expert in mobility; Valerio Montieri, architect; Paolo Pinzuti, Bikeitalia.it; Andrea Poggio, Legambiente; Luigi Torriani, Polinomia; Mariarosa Vittadini, University Institute of Architecture of Venice; Mario Zambrini, Ambiente Italia; ISPRA - Higher Institute for the Protection and Environmental Research Giuseppe Guccione, Fondazione Luigi Guccione,  Moral Authority Road Traffic Victims, Alfredo Giordani, Rete Vivinstrada;  Marco Scarponi, Fondazione Michele Scarponi; Franco Piacentini, AIFVS; Vito De Russis, A. D. P. - Pedestrian Rights Association; Bruno Pietrobono, Marco Pietrobono Onlus; Stefano Giannini, SULPL Rome; Sabrina Grisoli, Associazione Salvaiciclisti Roma; Enrico Botti, Motocyclists Victims of the Road Association; Giovanna Martellato, ;  Alberto Fiorillo, Legambici e Legambiente.        Read more

Giuseppe GuccioneRoma, Italia
3,155
2/21/19
Dunja Mijatović, UN Commettee on the rights of the child, Mattarella, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico, Giuseppe Conte, Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, Dipa...
   (English version at the bottom of the page) Al Presidente della Repubblica Mattarella, Al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Al Presidente delle Camera dei Deputati Roberto Fico, Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, Alla Commissione Parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, All'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Al Dipartimento per le Pari Opportunità, Al Commissario Europeo per i diritti umani Dunja Mijatović, Al Comitato ONU sui diritti dell'infanzia, I bambini e le bambine che si identificano con un genere diverso da quello assegnato alla nascita sono  bambini come tutti gli altri. Giocano, corrono, litigano, ridono, piangono. Non sono tanti, ma tanta è la pressione sociale esercitata quotidianamente su ognuno di loro. Questo li porta a nascondersi, a crescere nell’ombra di se stessi, a non riuscire a vivere un’infanzia e adolescenza serena come tutti gli altri. Il 24 dicembre 2018 numerose famiglie, nonché la comunità scientifica che in Italia si occupa di varianza di genere nell’infanzia, tra cui l’Osservatorio Nazionale Identità di Genere (ONIG), il gruppo di ricerca della Sapienza di Roma sullo Sviluppo dell’Identità di Genere (URSIG), il Servizio Adeguamento Identità Fisica e Identità Psichica di Roma SAIFIP, la società italiana di psicoterapia per lo studio delle identità sessuali (SIPSIS), la Fondazione Genere Identità e Cultura,  gran parte delle associazioni LGBTIQ+, decine di associazioni nazionali e internazionali, e centinaia di persone si sono unite in coro all’unisono contro la pubblicazione di un articolo su Panorama (19 dic. 2018) il cui chiaro intento era offrire un’informazione sulla varianza di genere allarmista atta a screditare l’esperienza de* bambin* che non si riconoscono nel loro sesso biologico e delle loro famiglie. Lo stesso Osservatorio Nazionale Identità di Genere ha scritto al direttore del giornale per rettificare le errate informazioni date. Qui il comunicato. Le ondate di oscurantismo e mala informazione di cui spesso siamo testimoni non solo non permettono di conoscere in maniera adeguata l’argomento in questione, ma nuocciono gravemente al benessere e alla salute di questi bambin* e delle famiglie coinvolte. Questo è ancor più vero in un Paese, come l’Italia, dove le risorse disponibili e le politiche pensate per loro sono praticamente inesistenti. La famiglia ha un ruolo fondamentale nel garantire un ambiente sicuro e amorevole per i bambini, ma spesso non ha le risorse e il supporto necessario per poter gestire in modo positivo la varianza di genere del/la propri* figli*. Lo stesso vale per la comunità scolastica e medica che quasi sempre manca di una formazione adeguata e aggiornata che permetta di gestire nella giusta maniera e senza pregiudizi una realtà che non può più essere ignorata. Ecco perché è importante che la cattiva informazione sia contrastata da linee guida e informazioni serie e precise. Altri Paesi in Europa già hanno preso atto delle necessità di quest* bambin* e delle loro famiglie e hanno attuato tutta una serie di misure politiche e giuridiche per farvi fronte.L’Italia ancora no. Partendo da questa assenza, esortiamo pertanto le istituzioni italiane a: - Attuare con urgenza quelle disposizioni internazionali, raccolte nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, focalizzandosi in particolare sui principi di uguaglianza e non discriminazione, diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo, migliori interessi del bambino e rispetto per le opinioni del bambino, anche e soprattutto in ambito legale (Art. 2-3-6-12).  Principio di uguaglianza e non discriminazione garantito anche dall’art. 3 della nostra Costituzione che obbliga la Repubblica Italiana a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (...). Creare delle misure efficaci che promuovano lo sviluppo di  curricula e materiali didattici inclusivi, formazione e sostegno a insegnanti e altro personale scolastico, programmi di educazione e sostegno per i genitori e programmi di sensibilizzazione che alimentino il rispetto e la comprensione della diversità di genere. Creare in ogni regione d’Italia degli spazi di ascolto sicuri e affermativi in cui i bambin* e le loro famiglie possano essere sostenuti e aiutati ad affrontare i pregiudizi e le discriminazioni che possono incontrare (tenendo ben presente che il rifiuto di cui spesso sono vittime quest* bambin* può portare, in mancanza di appoggio, a sentimenti di isolamento e depressione e quindi a atti di autolesionismo e  al suicidio) Condannare qualsiasi atto o attività che porti alla violenza e alla discriminazione nei confronti di giovani trans, sia essa personale o istituzionale, come un attacco alla diversità e ai diritti umani. Esortiamo altresì il Consiglio d’Europa a - Vigilare l’operato dell’Italia e assicurarsi che i diritti di tutti i bambini vengano salvaguardati   E` ora che si smetta di usare i bambini che esprimono una varianza di genere col solo scopo di alimentare sterili polemiche propagandistiche e di fare invece politica vera, quella che ha a cuore l’interesse dei cittadini, bambin* compresi.  Ognuno di loro ha l’inalienabile diritto di vivere la propria vita giocando, andando a scuola, facendo sport, e crescendo in armonia con se stess*.  Come dichiarò Mandela: “Non c’è nulla in grado di dimostrare quale sia la vera anima di una società se non il modo in cui i bambini vengono trattati”. Chiediamo all’Italia che ci mostri la sua anima migliore. Progetto Genderlens www.genderlens.org contributi video Michela Mariotto al Parks Camilla Vivian Tedx Vicenza                                   ------------------------------------------ English versions Children who identify with a gender other than the one assigned at birth are children like any other kid. They play, they run, they fight, they laugh and they cry. They are not many, but the social pressure on each of them is huge. This leads them to hiding, to growing in the shadow of themselves, to lacking the childhood and adolescence they deserve. On December 24, 2018, numerous families, as well as the scientific community that in Italy deals with gender variance in childhood, including the National Observatory of Gender Identity (ONIG), the Sapienza University research group in Rome on  Development of Gender Identity (URSIG), the Italian society of psychotherapy for the study of sexual identities (SIPSIS),  many  LGBTIQ + associations, and hundreds of single citizens, joined together against the publication of an article on the magazine Panorama (December 19, 2018) whose clear intent was to provide alarmist and incorrect information on gender variance in order to discredit the experience of such children and their families. The waves of obscurantism and wrong information we  often witness not only do not allow us to get to know gender variance properly, but seriously damage the well-being and health of the children and  families involved. This is even truer in a country,  Italy, where  resources are not available nor are there policies to protect these kids and their families. Families play a key role in ensuring a safe and caring environment for gender variant children, but often do not have the resources and support needed to be able to positively manage their kids' gender variance. The same is true for schools and for the health system. Both  lack adequate and updated training about a reality that can no longer be ignored. This is why it is important to create guidelines and give real information. Other countries in Europe have already taken note of the needs of these children and their families and have implemented a series of political and legal measures in order to protect them. Italy does not have any. We therefore urge the Italian institutions to:   Implement urgently those international provisions, gathered in the UN Convention on the Rights of the Child, ratified by Italy in 1991, focusing in particular on the principles of equality and non-discrimination, the right to life, survival and development, the child's best interests and respect for the opinions of the child, also and above all in the legal field (Article 2-3-6-12). The same principle of equality and non-discrimination is also guaranteed by art. 3 of our Constitution that obliges the Italian Republic to remove any economic and social obstacle that  limits the freedom and equality of citizens and does not allow the full development of the human person (...). Create effective measures that promote the development of curricula and inclusive teaching materials, training and support for teachers and other school staff, education and support programs for parents and awareness programs that foster respect and understanding of gender diversity. To create safe and affirmative support centers in every region of Italy where children and their families can be welcomed and helped to face the prejudices and discriminations they may encounter (bearing in mind that the rejection  these children are often victims can lead, in the absence of support, to feelings of isolation and depression and therefore to acts of self-harm and suicide)  Condemn any act or activity that leads to violence and discrimination against trans people, be it personal or institutional, as an attack on diversity and human rights. We also urge the Council of Europe to: Watch over the work of Italy and ensure that the rights of all children are safeguarded. It is time that people stop using gender variant children for creating sterile and untruthful propaganda. It is time to  create real policies that aim to protect citizens’ interests and especially to safeguard children’s wellbeing. Each of our kids has the inalienable right to live his/her life like any other child: playing, going to school, doing sports, and growing in harmony with themselves. We, as adults, have the duty to defend it. As Mandela declared: “There can be no keener revelation of a society’s soul than the way in which it treats its children” We demand Italy to show us its best soul. Genderlens Project www.genderlens.org              Read more

Camilla VivianItalia
1,749
1/1/19
Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico, Anna Rossomando, Maria Edera Spadoni, Giuseppe Conte, Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio
Alle Presidenze delle Camere, ai Parlamentari di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Giustizia e degli Affari Esteri. È inconcepibile che malgrado il succedersi di Conferenze mondiali e la ratifica della Convenzione di Istanbul, che impone gli stati aderenti di rimuovere ogni discriminazione nei confronti delle donne, si continui a pretendere di assimilare le donne all’UOMO e non casomai gli uomini alle DONNE, visto che sono proprio le donne le principali artefici della generazione umana.Ed è del tutto paradossale che il testo della Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms, che contiene al suo interno l’art. 14 in cui si esplicita come sia vietata ogni discriminazione per sesso, sia stato riportato in italiano adottando una interpretazione riduttiva degli Human Rights - opportunamente tradotti come Derechos Humanos in lingua spagnola - totalmente lontana dalla sensibilità culturale odierna, che esige non discriminazione nei diritti, nel linguaggio e nelle pratiche quotidiane di vita. Il colmo che rasenta il ridicolo si registra quando ci si trova a doversi appellare alla Convenzione dei Diritti “dell’Uomo”, per vietare pratiche di abuso sulle Donne determinate proprio dalla antica cultura patriarcale che delle donne ha fatto oggetto di possesso maschile, cultura ancora non sufficientemente rimossa, come dimostra la frequenza dei femminicidi, che proprio nell’idea di possesso maschile ha la sua causa. Chiediamo dunque che la Legge 4 agosto 1955, n. 848, di ratifica della CEDU venga modificata nel senso qui indicato e che vengano analogamente modificate altre leggi o disposizioni ad essa collegate, tra cui la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che contiene al suo interno la stessa imperdonabile svalorizzazione dei principi di uguaglianza tra i sessi garantiti dall’art. 14 della CEDU, acronimo che con la correzione che qui si richiede peraltro non cambia.Read more

Iole NatoliMilan, Italia
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2/17/17