Decision Maker

Matteo Salvini

  • Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell'Interno e Segretario della Lega Nord

Does Matteo Salvini have the power to decide or influence something you want to change? Start a petition to this decision maker.Start a petition
Petitioning Matteo Salvini

Straffreiheit für Seenotrettung!

Englisch | Französisch | Italienisch Mein Name ist Lea, ich war als Krankenpflegerin mit Kapitänin Pia Klemp an Bord der Iuventa. Heute wird gegen sie und neun andere junge Seenotretter*innen in Italien ermittelt, weil sie Leben gerettet haben. Ihnen drohen 20 Jahre Gefängnis. Würde die Crew verurteilt, es wäre das Ende der Menschlichkeit in Europa.  Ich will nicht weiter schweigend zusehen, wie Freiwillige sich für ihre Solidarität vor Gericht verteidigen müssen, während diejenigen straflos davonkommen, die diese Situation zu verantworten haben. Es ist die Abschottungspolitik der EU, die das Mittelmeer zum Massengrab macht. Wo die Unterstützung aus der Politik fehlt, zählt für die Crew besonders der Rückenwind aus der Zivilgesellschaft. Deshalb bitte ich Sie, hier durch Ihre Unterschrift ein Zeichen der Solidarität mit allen mutigen und engagierten Helfer*innen zu setzen. Mehr Informationen zum Fall der iuventa10 und eine Spendenmöglichkeit für Rechtskosten gibt es hier: www.iuventa10.org Ich war fünf mal an Bord von Seenotrettungschiffen, habe die Folterwunden der Menschen behandelt, die gerade aus libyschen Internierungslagern entkommen waren. Ihnen einen sicheren Hafen in Europa zu verwehren, ist unmöglich - sowohl rechtlich, als auch moralisch. Deshalb macht es mich wütend und traurig, dass politisch motivierte Strafverfahren unsere Solidarität unterbinden sollen. Denn letztlich sollte es nicht um uns gehen, sondern um die Menschen auf der Flucht. Ihnen soll Hilfe verwehrt werden. Doch das wird nicht gelingen. Wir sind mehr! Mit dieser Petition schicken wir einen Appell an Italiens Innenminister Matteo Salvini, die Kriminalisierung sofort zu beenden. Riesige Proteste in ganz Europa haben bewirkt, dass Kapitänin Carola Rackete schnell wieder freigelassen wurde. Unsere Stimme hat Gewicht. Gemeinsam schaffen wir ein solidarisches Europa! 

Lea & Iuventa10
478,779 supporters
Petitioning Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede

Il disegno di legge Pillon su separazione e affido va ritirato

In questi giorni, mentre i media riportano quotidianamente storie di femminicidi, di stupri, di violenze, di abusi in una sequenza cronicizzata di orrore, non solo continuiamo a sentir parlare del problema come di un’emergenza sociale a dispetto dell’evidenza dei dati che dimostrano ampiamente come la violenza maschile contro le donne sia un problema strutturale e profondamente radicato nel nostro paese, ma registriamo l’avanzare indisturbato di proposte di legge che, se approvate, favorirebbero inevitabilmente il persistere della violenza, in particolare quella intra familiare. Riteniamo che il DDL 735, presentato dal senatore Pillon ed altri, rappresenti -paradigmaticamente quanto sostanzialmente - un processo di riaffermazione del potere maschile minacciato dalle nuove norme transnazionali e in particolare dalla Convenzione di Istanbul. Il disegno di legge “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità“ intende dare attuazione a quanto previsto in materia nel contratto di governo introducendo modifiche normative riguardanti:-       la mediazione civile obbligatoria in tutte le separazioni in cui siano coinvolti i figli minorenni;-       l’equilibrio tra entrambe le figure genitoriali e tempi paritari nella cura e nell’educazione e quindi affidamento congiunto e doppio domicilio per i minori;-       il mantenimento in forma diretta dei figli, senza automatismi nel riconoscimento di un assegno da corrispondere al coniuge attribuendo a ciascuno specifici capitoli di spesa, in misura proporzionale al reddito e ai tempi di permanenza presso ciascun genitore del minore;-       il contrasto dell’alienazione genitoriale che, disconfermata dal mondo scientifico, rientra mal camuffata come supposta tutela dei “diritti relazionali” dei minori. Il DDL fa pensare che chi ha redatto il testo sia completamente decontestualizzato e non tenga conto di cosa accade nei tribunali, nei territori e soprattutto tra le mura domestiche. Il testo sembra quasi completamente ignorare la pervasività e l’insistenza della violenza maschile che determina in maniera molto significativa le richieste di separazioni e genera le situazioni di maggiori tensioni nell’affidamento dei figli che diventano per i padri oggetto di contesa e strumento per continuare ad esercitare potere e controllo sulle madri. Ignora inoltre il persistente squilibrio di potere e di accesso alle risorse proponendo un’equiparazione tra i genitori, il doppio domicilio dei minori, l’eliminazione dell’assegno di mantenimento e dando per scontate disponibilità economiche molto spesso impossibili da garantire per le donne in un paese con elevatissimi tassi di disoccupazione femminile, dove è ancora presente il gap salariale, che continua ad espellere dal mercato del lavoro le madri, ne penalizza la carriera e garantisce sempre meno servizi in grado di conciliare le scelte genitoriali con quelle professionali, mentre scarica i crescenti tagli al welfare sulle donne schiacciate dai compiti di cura.  Già oggi nei tribunali le donne incontrano difficoltà enormi nel denunciare le violenze subite, non sono credute, devono affrontare una pesante ri-vittimizzazione da parte di un sistema giuridico e sociale che ancora tende a spostare la responsabilità degli atti violenti sulla vittima del reato piuttosto che sull’autore. Inoltre colpevolizza in ogni caso le madri, accusate di inadeguatezza genitoriale per non essere riuscite a tenere insieme la famiglia, per non aver tutelato i minori dalla violenza diretta e assistita o per non consentire ai padri di continuare a mantenere una relazione con i figli generando in essi “estraniazione”, “avversità”, “alienazione”. La presenza di violenza rende sconsigliabile se non impraticabile secondo le normative attuali, ma anche secondo le diverse discipline scientifiche chiamate in causa, sia la mediazione familiare che l’affidamento congiunto così come è palesemente riconosciuta l’inefficacia di percorsi prescrittivi e coatti ampiamente previsti nella proposta di legge in questione. Un tale dispositivo normativo, se approvato, comporterebbe quindi per una gran parte delle donne, in particolare per quelle con minori opportunità e risorse economiche, l’impossibilità di fatto a chiedere la separazione e a mettere fine a relazioni violente determinando il permanere in situazioni di pregiudizio e di rischio in aperta contraddizione con l’attenzione alla sicurezza tanto centrale per questo governo. Il dispositivo proposto appare una presa di posizione consapevole e di parte che alimenta il senso di frustrazione e di rivalsa dei padri separati, rischia di sostenere gli interessi della parte peggiore di ordini professionali, oltre che supportare una cultura patriarcale e fascista che, fingendo di mettere al centro la famiglia come istituto astratto e borghese, tenta di schiacciare la soggettività e la libertà delle donne ancorché dei minori. Per tutto questo noi come centri antiviolenza con la nostra esperienza trentennale di lavoro con le donne, come movimento delle donne, come singole, riteniamo assolutamente inaccettabile che tale provvedimento possa procedere nel suo iter di approvazione e ci opporremo con tutte le modalità possibili per bloccarlo dichiarandone il suo vero intento liberticida e il pericolo che rappresenta. Invitiamo in piazza a Roma il 10 novembre per una mobilitazione generale donne e uomini della società civile, del mondo dell’associazionismo e del terzo settore, gli ordini professionali e i sindacati e trasversalmente chi ritiene urgente in questa complessa fase politica ripristinare la piena agibilità democratica e contrastare la crescente negazione dei diritti e delle libertà a partire dalla libertà delle donne.   * Immagine tratta dal film “L’affido” di Xavier Legrand, distribuito in Italia da Nomad Film Distribution e PFA Films.  

D.i.Re Donne in rete contro la violenza
173,576 supporters
Petitioning Giuseppe Conte

Immigrazione: diamo una possibilità a chi se la merita

GUARDA IL SERVIZIO DI GIULIO GOLIA SULL'ACCADEMIA PER L'INTEGRAZIONE DI BERGAMO Le Iene, nella puntata di domenica 11 novembre, hanno mostrato l’Accademia per l’Integrazione di Bergamo: una realtà sperimentale dove è possibile accogliere realizzando una vera integrazione e che potrebbe essere avviata in tutta Italia. Ma che sarebbe in pericolo se il Decreto Sicurezza diventasse legge. Così com’è, il decreto abolisce la concessione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari. Gli immigrati irregolari nel nostro paese ora sono 500mila. Con questa abolizione, secondo le stime, diventeranno più di 600mila nel giro di due anni. 600mila irregolari che non potranno essere rimpatriati e che, non potendo avere contratti di lavoro regolari, non avranno possibilità di integrazione e finiranno a chiedere l’elemosina per strada o a delinquere. Secondo le statistiche infatti un immigrato irregolare delinque 20 volte di più di un immigrato regolare. Perché non permettere a questi ragazzi, che stanno dimostrando impegno e una grandissima volontà ad integrarsi, di avere un permesso di soggiorno che permetta loro di lavorare onestamente nel nostro paese? Perché rischiare di farli delinquere quando esiste un’ottima alternativa? L’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha proposto un importantissimo emendamento (Emendamento 6) al Decreto Sicurezza, già approvato in Senato, che nei prossimi giorni sarà discusso e votato alla Camera. Se venisse approvato l’emendamento, si permetterebbe di diminuire il numero di irregolari sul nostro territorio dando una possibilità a quelli che se lo meritano.  A quelli, cioè, che vogliono integrarsi davvero: imparando la nostra lingua, la nostra cultura, le nostre regole, che hanno frequentato con un successo un corso di formazione, che stiano frequentando un tirocinio e che stiano lavorando regolarmente. Anche tu vuoi le nostre città più sicure? Allora chiediamo insieme a tutti i parlamentari, firmando la petizione, di fare una scelta di buonsenso e di garantire la sicurezza dei cittadini approvando l'emendamento 6! Che cosa dice nello specifico l'Emendamento 6?  All’articolo 1, comma 2, dopo la lettera a) inserire la seguente lettera a bis): a bis) All’articolo 32 dopo il comma 3 bis inserire il seguente comma 3 ter:  “3 ter. In ogni caso, qualora la Commissione territoriale non accolga la domanda di protezione internazionale ma verifichi che il richiedente asilo si sia distinto per comprovata volontà di integrazione, trasmette gli atti al Questore per il rilascio di un permesso speciale di soggiorno. Ai fini del rilascio, il Questore verifica la sussistenza delle seguenti condizioni: a) possesso di certificazione di apprendimento della lingua italiana equivalente almeno al livello A2; b) possesso di regolare contratto di lavoro ovvero di documentazione attestante che sia in corso di svolgimento un tirocinio formativo c) possesso di una certificazione che attesti l’avvenuto svolgimento di almeno 100 ore di volontariato, rilasciata dall’ente per il quale abbia svolto il servizio. Tale permesso di soggiorno ha durata pari al tirocinio o al contratto di lavoro incrementata di sei mesi, convertibile in permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo o subordinato. Tale permesso può essere rilasciato anche in pendenza di eventuale ricorso avverso la decisione della Commissione territoriale, qualora il Questore verifichi il ricorrere delle condizioni di cui al precedente periodo”. 

Le Iene
164,904 supporters
Petitioning Sergio Mattarella, Marta Cartabia, Angela Merkel (CDU), Matteo Salvini, Manuel Vescovi

Giustizia per Umberto e Greta: vogliamo che l'omicidio nautico e stradale siano equiparati

ENGCon questa petizione chiediamo che l'omicidio nautico venga equiparato all'omicidio stradale. Chiediamo inoltre che si faccia CHIAREZZA sull'incidente che ha causato la morte di Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, perché i due tedeschi responsabili si assumano ENTRAMBI le proprie responsabilità di fronte alla legge. L’attuale legge nautica NON TUTELA ADEGUATAMENTE NESSUNO DI NOI DURANTE LA NAVIGAZIONE, esponendoci al rischio di essere travolti ed uccisi da individui che, consci della disparità tra le loro azioni e le relative pene, si permettono di condurre le loro imbarcazioni sconsideratamente, in stato di ebbrezza e a velocità folle. Questo è successo a Umberto e Greta e i due tedeschi responsabili della loro morte, Christian Teismann e Patrick Kassen, hanno potuto subito dopo andarsene tranquillamente dall’Italia proprio a causa di una lacuna legislativa che non solo non ha permesso di arrestarli immediatamente ma, cosa ancora peggiore, che prevede PENE IRRISORIE rispetto alla gravità dell’accaduto.  Ciò che è successo a Umberto e Greta. Il 19 giugno 2021 due ragazzi erano in barca a Salò, di sera, come tante persone  al lago di Garda e in tutti i laghi e mari italiani. Erano tranquilli e si godevano la serata estiva e mai avrebbero pensato che un motoscafo potesse letteralmente passargli sopra uccidendo Umberto sul colpo e sbalzando Greta in acqua, provocandole numerose fratture e causandone la morte per annegamento. Umberto e Greta mai avrebbero pensato che i due tedeschi alla guida, Patrick Kassen e Christian Teismann, non si sarebbero nemmeno fermati a prestargli soccorso, ma che sarebbero invece andati a bersi una birra subito dopo l'incidente come se nulla fosse accaduto. Greta forse AVREBBE POTUTO ESSERE SALVATA, invece è stata abbandonata a morte certa da questi due individui ed è stata ritrovata a 100 mt di profondità dopo ore di ricerche e Umberto è rimasto sul gozzo alla deriva per ore prima che il suo corpo fosse trovato. Non è concepibile tutto questo, non è concepibile piangere due giovani vite stroncate in modo così violento e non poter fare nulla. Non è concepibile vedere due famiglie distrutte dal dolore e dover SPERARE di avere giustizia. Dovrebbe essere scontato che chi fa una cosa del genere paghi una pena ben maggiore di quella prevista per omicidio colposo. Perché non si può sfrecciare di notte in acqua ubriachi e non rispettando i limiti di velocità, che hanno lo scopo di evitare tragedie come questa, uccidere due persone e poi affermare che non ci si è accorti di nulla. Non è possibile, non ci crediamo! Noi chiediamo giustizia per Greta e Umberto, chiediamo che queste due persone vengano ENTRAMBE arrestate e scontino in carcere il massimo della pena prevista con tutte le aggravanti del caso; chiediamo di equiparare le norme della navigazione a quelle previste per la strada ORA. Perché il sacrificio di questi due ragazzi abbia almeno un senso, perché le loro famiglie non piangano inutilmente, perché non ci siano più famiglie distrutte, perché possiamo tornare a goderci le serate estive in barca senza il timore di essere uccisi da individui che senza nessun rispetto per le regole e la vita si mettono alla guida di imbarcazioni potenti e le lanciano a tutta velocità infischiandosene delle conseguenze delle loro azioni.  Perché Umberto e Greta siamo tutti noi, tutte le persone che amano i nostri laghi e i nostri mari e ora piangono due giovani vite e una giustizia che non si vede. Firma questa petizione, aiutaci ad avere GIUSTIZIA.  Sappiamo che la nuova legge nautica che chiediamo con questa petizione non potrà essere retroattiva, di conseguenza questi due individui dal comportamento inclassificabile saranno giudicati secondo le leggi vigenti al momento del fatto. Ma vogliamo perlomeno, e lo chiediamo a gran voce, che venga approvata subito, in onore di Greta e Umberto, per avere qualcosa che si possa definire giustizia per loro, per le loro famiglie e per tutti noi.        

rossana seccabiani
141,891 supporters
Petitioning Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Giulia Grillo, Cecilia WIKSTRÖM, Presidente del consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, Matteo Salvini

Lo Stato italiano riconosca Fibromialgia, ME, MCS e Ehs come malattie invalidanti

In Europa 14 milioni di persone soffrono di Fibromialgia, una patologia caratterizzata da dolori muscolari cronici e diffusi. Il Parlamento europeo, nel 2008, l’ha riconosciuta come malattia estremamente invalidante. Il governo italiano, invece, si ostina a non farlo, nonostante a soffrirne, in Italia, siano almeno in 2 milioni. La conseguenza è la negazione del diritto delle persone fibriomialgiche a una buona qualità di vita. Mi chiamo Morena, ho 53 anni e sono affetta da Fibromialgia primaria. Ho scoperto la mia malattia sette anni fa, ma da quando ne conosco tutte le caratteristiche ho capito di esserne affetta da sempre. In passato risolvevo in silenzio i problemi e le difficoltà che mi creava: nonostante la mia carriera da infermiera, non collegavo sintomi e patologia. Non avevo mai sentito parlare di questa malattia: con dispiacere, ho dovuto studiarla sul mio corpo. Ho sempre avuto dolori ai muscoli e difficoltà nelle lunghe prestazioni fisiche. Ma ho sempre provato a combattere contro i miei limiti: gli altri mi facevano pressione, ovunque sembravo inadatta. Mi hanno voluta convincere che fossi depressa e per anni mi sono sottoposta a varie psicoterapie, ma senza alcun risultato: nulla attenuava la mia sofferenza di vivere, il mio desiderio, appena sveglia, che fosse già sera per poter ritornare nel letto. Di prima mattina, già stanca.  Un giorno, però, anche la chimica del mio corpo è cambiata e il mio sistema immunitario indebolito ha permesso a un cancro di crescere nel mio seno. Ogni persona scopre di avere la Fibromialgia grazie a fattori scatenanti: il mio non è stato un solo evento, ma numerosi. Ho attraversato un periodo difficile: per il tumore, i dolori, la stanchezza, la perdita del lavoro e di persone care. Soffrivo tremendamente, ma dagli esami clinici e strumentali non risultava nulla.  Oggi, a sette anni dalla mia scoperta, vorrei che la comunità medica, i responsabili politici nazionali ed europei contribuissero a eliminare lo scetticismo attorno a questa malattia, per garantire a tutti i pazienti un miglioramento della qualità di vita. Servirebbero programmi interdisciplinari di sostegno individuale, medici e professionisti del settore sanitario dovrebbero essere specificamente formati, perché la diagnosi precoce diventi più semplice e più rapida, così come le cure. Prima di tutto, però, occorre che l'Italia riconosca ai malati di Fibromialgia gli stessi diritti, nella cura e nell’assistenza, di cui godono i pazienti negli altri paesi europei. Non si può essere membri di una stessa comunità senza avere anche, tutti, gli stessi diritti. Vorrei che questo mio raccontarmi servisse anche a tante altre persone come me. Caro Stato italiano, riconosci la Fibriomalgia come malattia reale, invalidante e limitante, da’ le risposte adeguate a una patologia così subdola e devastante.

Morena Pantalone
120,644 supporters
Petitioning Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Chiara Appendino, Sergio Chiamparino

SI TAV! - Firma per rilanciare l'economia, il lavoro e l'ambiente in Piemonte e in Italia.

Il nostro Paese a 10 anni dall'inizio della crisi non ha ancora recuperato i livelli economici e di benessere di prima. Torino e il Piemonte stanno peggio della media nazionale, la speranza di lavoro a Torino e in tante altre città italiane non è mai stata così bassa nel dopoguerra. L’Italia cresce poco mentre l'economia mondiale cresce. Inserirsi nell'economia e nel mercato globale è uno dei modi più sicuri per agganciarci alla ripresa mondiale e per aumentare la crescita. Per essere collegati al mercato mondiale occorre avere una rete di trasporti collegata meglio con l’Europa e con il mondo. Tanto più che ora il Corridoio della TAV si collegherebbe alla Via della SETA e quindi alla Cina. La TAV oggi è molto più importante di 30 anni fa perché metterebbe Torino e il Nord Italia dentro una rete che parte dal Sud della Spagna e va sino in Cina. Le Infrastrutture di trasporto sono state il più grande motore di crescita nella Storia dell’uomo dai Romani in poi. La crescita dell'economia globale induce la crescita degli scambi commerciali e del trasporto merci. In Germania la logistica occupa quasi 3 milioni di persone, da noi con meno infrastrutture e trasporti la logistica occupa solo 1 milione di persone. La crescita della economia globale e dei redditi delle popolazioni sta generando anche un aumento della domanda turistica mondiale: chi avrà le migliori reti di trasporto autostradali e ferroviarie, chi avrà i migliori porti e aeroporti godrà dei flussi turistici e logistici più degli altri.  Il 70% delle esportazioni italiane debbono attraversare le Alpi, il 45% circa passa dal Brennero, il 28% circa dal lato Francia e il 27% circa dal lato Svizzera. Se il Ministro Toninelli ritiene strategico il tunnel del Brennero che costa oltre 8 miliardi, bisogna considerare strategica anche la TAV, che all’Italia costa meno di 3 miliardi e che ha gli stessi obiettivi del Tunnel del Brennero, cioè trasferire una parte del trasporto merci dalla strada alla rotaia riducendo l’inquinamento e gli incidenti stradali. La TAV collegherebbe Torino e il Nord del Paese con la Francia, che ogni anno riceve 84 milioni di turisti internazionali, i quali in poco più di tre ore da Parigi potrebbero arrivare a Torino. L'arrivo anche del solo 1% varrebbe quasi un milione di turisti esteri. Per questo motivo con i ragazzi e gli studenti di SILAVORO promuoviamo la raccolta di firme dei cittadini che vogliono rilanciare economia e lavoro di Torino, della Val Susa e del Paese nella sostenibilità ambientale: spostare il trasporto dalla gomma alla rotaia significa diminuire l’inquinamento e la congestione del traffico. Senza la TAV la Via della Seta passerebbe sopra le Alpi e noi perderemmo lavoro e entrate fiscali. Con la TAV in funzione Torino e il Piemonte oggi starebbero meglio e non avrebbero perso tante aziende, molti Centri Direzionali, causando la diminuzione di molti posti di lavoro e del giro di affari delle piccole aziende commerciali e artigianali. Se la Sindaca Appendino suggerisce di fare la TAV - ma senza farla passare dalla Val Susa - significa che capisce che il collegamento moderno con la Francia è vitale; ma passare da un’altra parte oltre a non essere efficace, non trova il consenso dei francesi. In sintesi, la realizzazione della TAV e del Terzo Valico daranno un contributo economico e occupazionale importante all'economia italiana che negli ultimi anni ha perso tanti posti di lavoro. Il Piemonte e l’Italia aumenteranno la loro capacità di attrazione di turisti e di investimenti esteri. Ecco perché vi chiediamo di sottoscrivere questo appello SITAV. SITAV = SILAVORO. http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=29225 Bartolomeo GIACHINO, Francesco FORTE, Alessio Cotroneo, Gian Marco Moschella, Franca Marotta.

Bartolomeo Giachino
114,125 supporters
Petitioning Sergio Mattarella, Matteo Salvini, Alfonso Bonafede, Comando dei Carabinieri di Venezia

Cos'avevi scoperto Sissy? Giustizia per l'agente Trovato Mazza!

Con la presente petizione diretta al Ministero della Giustizia, al ministro dell'Interno Matteo Salvini, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Comando dei Carabinieri di Venezia si chiede che venga fatta luce sul caso di Sissy Trovato Mazza, l'agente penitenziario morta dopo due anni di coma. Sissy viene trovata in fin di vita il 1° novembre 2016, ferita alla testa da un colpo di pistola mentre era in servizio all’ospedale di Venezia. A maggio 2018 la procura chiede l’archiviazione del caso come tentato suicidio. Ma la famiglia si oppone e solleva vari dubbi. “Da qualche tempo Sissy aveva scoperto delle cose strane”. L’agente lavorava da 7 anni nel carcere femminile della Giudecca di Venezia. Durante l’estate 2016 Sissy segnala ai suoi superiori fatti gravi: dichiara che all’interno del carcere arriverebbe droga dalla lavanderia. “Aveva anche visto effusioni sessuali fra una sua collega e una detenuta”, racconta il padre. «La sottoscritta agente Maria Teresa Trovato Mazza informa la signoria vostra che negli ultimi giorni sono stata avvicinata da molte detenute che hanno raccontato fatti gravi che riguardano le mie colleghe.» Sissy chiede l'aiuto della direttrice Gabriella Straffi che però, stando a quanto hanno riferito i parenti, avrebbe chiesto alla ragazza di limitarsi a fare il suo lavoro. La lettera, che prosegue indicando di nomi delle detenute che avevano denunciato e la cui testimonianza Sissy aveva messo rapporto, è contenuta anche agli atti delle indagini della Procura di Venezia. Il 1° novembre Sissy va a lavoro e viene chiamata a fare un servizio straordinario, guarda caso. Prima di entrare in carcere chiama la fidanzata e chiede di ricaricarle il telefono. Ma di quel cellulare sulla scena del crimine non si troverà traccia. È solo una delle anomalie nelle dinamiche di quella mattina che la famiglia evidenzia. La morte di Sissy deve esortare questo Paese ad aprire gli occhi e non abbassare la testa di fronte l'omertà delle persone che dovrebbero in realtà rappresentarci e tutelarci. "Nelle questioni chiare non si dà adito a interpretazione", diceva un detto giuridico.

Giulia Sandulli Colosimo
110,258 supporters
Petitioning Prefettura di Reggio Calabria, Giuseppe Conte, Matteo Salvini

Io sto con Riace

La RETE DEI COMUNI SOLIDALI (RECOSOL) - ww.comunisolidali.org - ha diffuso un appello a sostegno di RIACE, un piccolo paese della Locride che rischia di veder morire il progetto di accoglienza, riconosciuto in tutto il mondo come esempio di solidarietà.    L’anno 2017 sarà ricordato dalle tante persone, associazioni, cooperative ecc che hanno potuto conoscere in questi anni l’esperienza di Riace anche come un anno di passaggio importante per la possibile continuità del progetto di accoglienza. Un progetto nato nel 2001 quando ancora non si chiamava Sprar, ma Pna (Piano Nazionale Asilo). In questi sedici anni Riace ha saputo uscire dall’ isolamento storico di un territorio particolare come la Locride e imporsi sul piano nazionale e ultimamente internazionale diventando un vero punto di riferimento sull’ accoglienza migranti. La formula adottata è stata semplice e geniale allo stesso tempo: trasformare in positivo quello che per altri viene vissuto come un problema. Un borgo che si stava spopolando rinato grazie alla presenza dei migranti che hanno riportato vita. Scuole e servizi mantenuti aperti, attivi, grazie ai tanti bambini presenti. Una piccola economia che riprende slancio. Per fare questo sono state utilizzate formule innovative che per sedici anni sono rientrate nelle caratteristiche del progetto e anzi, sono diventate un modello: I “bonus” e le borse lavoro.  I bonus – uno strumento locale per consentire ai migranti di usufruire di un potere di acquisto (fra gli esercenti che hanno accettato questo sistema sulla fiducia), per una dignità di scelta e autonomia e supplire così gli storici ritardi dei contributi pubblici.  Le borse di lavoro hanno consentito di riavviare un tessuto economico e dare una risposta lavorativa a quelle famiglie di richiedenti asilo che intendevano fermarsi a Riace, costruire un futuro e un radicamento. Le botteghe artigianali del paese (ceramica, ricamo, vetro, tessitura ecce cc), sono state una risposta forte che ha permesso la coesione sociale. Due elementi fondamentali per il progetto Riace che ora (dopo sedici anni di attività) sembra messo in discussione.  Se il suo azzeramento verrà confermato di fatto sancirà la fine e la chiusura del progetto stesso. Progetto, vogliamo ricordarlo che è stato da stimolo per tutti i progetti nati in seguito nella Locride e in Calabria, progetto che è diventato modello e copiato in tutta Italia. Progetto che ha sempre risposto di SI, alle telefonate di emergenza umanitaria della Prefettura, dove richiedevano posti di accoglienza –Qui e Ora- senza attendere carte, timbri, assegnazione… La Rete dei Comuni Solidali fin da subito è stata a fianco del sindaco di Riace, veicolando in ogni dove e con ogni mezzo il progetto “pilota” di accoglienza. Molte le iniziative organizzate fra queste il Riaceinfestival www.riaceinfestival.it per raccontare anche sul piano della comunicazione e della cultura la trasformazione avvenuta. Innumerevoli i premi i riconoscimenti, fra questi: Nel 2008 Win Wenders ha voluto girare a Riace il corto “Il Volo” Nel 2010 il sindaco di Riace per la “capacità di tenere insieme l’antico e il moderno” è stato inserito dal World Mayor Prize fra i 23 finalisti del premio come miglior sindaco del mondo, al terzo posto insieme al sindaco di Città del Messimo e Mumbai. Nel 2014 Riace è stato presentato sul sito di Al Jazzera Nel 2015 il sindaco Domenico Lucano è stato premiato a Berna dalla Fondazione per la Libertà e i diritti umani. Nel 2016 il magazine americano Fortune ha reso pubblica la classifica delle persone più influenti del mondo. Il sindaco di Riace, è stato inserito al quarantesimo posto della classifica dei 50 leader per il suo impegno in favore degli immigrati e del loro inserimento sociale. Nel 2017 è stata girata una fiction dalla Rai e dalla produzione Picomedia con Beppe Fiorello che andrà in onda a gennaio 2018 La rivoluzione che Domenico Lucano e tutti gli operatori e i riacesi che ci hanno creduto sono riusciti a portare nel piccolo paese ha una valenza enorme non solo per tutta la Calabria ma per tutta l’Italia. Non è solo un esperimento da far conoscere e moltiplicare ma una vera speranza in questa estate 2017 dove il lavoro delle Ong viene messo in discussione e dove “l’inumano” (come scrive Marco Revelli) rischia di diventare il nostro pane quotidiano, affinché: “ l’Altro sia ridotto a Cosa, indifferente, sacrificabile, o semplicemente ignorabile. Che la vita dell’altro sia destituita di valore primario e ridotta a oggetto di calcolo”. Chiediamo dunque che venga ristabilita la priorità umana nei confronti della burocrazia. Il progetto Riace merita un futuro non solo per la comunità riacese ma per tutti noi. Ci sono strane ombre che si addensano sul progetto Riace, che non è un semplice progetto SPRAR o CAS. Chiediamo che le ispezioni e le visite di monitoraggio vengano svolte in maniera obiettiva e serena per meglio comprendere il lavoro degli operatori. Il Sindaco è in attesa da diverso tempo di conoscere l'esito di due visite ispettive della Prefettura di Reggio Calabria che nonostante le richieste formali non sono mai arrivate. Chiediamo, infine, al Governo Italiano e, per esso, il Ministero dell'Interno e la Prefettura di Reggio Calabria di volere confermare il sostegno finanziario fornito all'esperienza di Riace, anche con riferimento alle pratiche dei bonus e delle borse lavoro, senza delle quali gran parte di quell'esperienza è destinata a disperdersi in breve tempo.  RECOSOL - Rete dei Comuni Solidali - www.comunisolidali.org    

Roberta Ferruti
119,738 supporters