SOLIDARIETÀ A DON GIULIO MIGNANI

SOLIDARIETÀ A DON GIULIO MIGNANI
Perché questa petizione è importante

Caro don Giulio,
abbiamo appreso con sgomento del grave provvedimento disciplinare che il vescovo diocesano ti ha indirizzato e desideriamo esprimerti tutta la nostra solidarietà, abbracciandoti da lontano in attesa di poterlo fare presto in presenza.
Le tue parole, miti ma nette, su questioni che toccano la carne viva di molte famiglie, hanno rappresentato in questi anni un raggio di sole non soltanto per chi sperimenta una condizione di sofferenza ed esclusione, ma anche per chi da molto tempo ne pronuncia di simili in altri contesti, non ritenendo la chiesa cattolica diocesana in grado di raccoglierle o più semplicemente, di ascoltarle.
Un interlocutore istituzionale, la cosiddetta gerarchia ecclesiastica, che ritiene evidentemente di riservare a te la cacciata dal ministero, e di coprire e magari destinare ad altro incarico preti pedofili, lefebvriani che rifiutano il concilio e disprezzano l’attuale pontefice, cappellani che benedicono i sistemi d’arma e portano le stellette sulla tonaca, parroci misogini e autoritari.
Parole e gesti, i tuoi, che infastidiscono un'autorità fuori dal tempo, sclerotizzata, completamente ripiegata sulle proprie dinamiche interne, debole con i forti e forte con i deboli: chi più vulnerabile di un prete in esilio da decenni, nel clima post elettorale di un’ Italia ammorbata dalla triade Dio-Patria-Famiglia così come la intende la destra estrema?
Caro don Giulio, l’esito forse scontato - date le premesse - della tua vicenda non ti ha impedito di parlare a viso aperto. Grazie, molti non ci sono mai riusciti, tra suore, preti e laici, se non ( forse ) nei consessi interni. Sappiamo tutti però che è solo questione di tempo e di spazio. Altri vescovi, altri territori, altra formazione faranno maturare infine le condizioni per riconoscere il valore del tuo ministero, del tentativo di un approccio diverso da quello dogmatco alle questioni difficili del fine-vita e del matrimonio tra persone dello stesso sesso; avviene già altrove, succederà anche in questa diocesi, che oggi assomiglia alla fortezza Bastiani del " Deserto dei tartari ", dove una guarnigione di ufficiali vive asserragliata in una difesa di cui a molti sfugge il senso. Tu però non te la sei sentita di consigliare una prudente attesa e un sofferente silenzio alle persone in carne ed ossa che si sono rivolte a te. Gesù non l’ha mai fatto, se possiamo permetterci un’incursione nel terreno che è tuo.
E’ per questo che, ancor più dell’insensato gesto di repressione, maturato nei circoli più oscurantisti da cui non è lecito attendersi nulla di diverso, amareggia il silenzio dei buoni, i tanti ecclesiastici e religiose con i piedi piantati nella dura realtà, al servizio delle comunità in modo disinteressato e limpido.
Sarebbe un segnale confortante se da parte loro si levasse per te, pubblicamente, una parola di solidarietà, sgombrando così l'impressione di un silenzio giustificato dal desiderio di evitare lo scandalo.
Ma è la tua sospensione a divinis lo scandalo, e ne portiamo tutti la responsabilità.
Un poeta inviso alla chiesa ufficiale ma caro a quella degli ultimi, cantava:
“ Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti “
Per quello che vale, vogliamo con fermezza affermare che, certo, siamo coinvolti, ma che non assisteremo in silenzio alla tua lapidazione e che siamo pronti a sostenerti nelle forme che riterrai più opportune.
Ti abbracciamo forte