«Noi da sempre in lockdown!», più inclusione per le donne, l'autismo e la disabilità

«Noi da sempre in lockdown!», più inclusione per le donne, l'autismo e la disabilità

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Noi per l'Autismo ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Attilio Fontana (Regione Lombardia)

«Noi da sempre in lockdown!», più inclusione per le donne, l'autismo e la disabilità è una petizione lanciata da Noi per l'Autismo che nasce durante la seconda ondata della pandemia da Covid-19 da Davide Soldani -già consigliere di una nota ETS lombarda- a fronte di una continua esclusione delle donne e delle persone con autismo o con altra disabilità intellettiva, da quasi ogni tipologia di assistenza.

Il profilo dei caregivers italiani – o, meglio, delle caregivers italiane – arriva dall’indagine “Soprattutto donna! Valore e tutela del caregiver familiare” realizzata da Ipsos per Farmindustria, l’Associazione delle Imprese del farmaco aderente a Confindustria. Dall’indagine condotta su un campione di donne italiane con più di 18 anni emerge che nell'86% dei casi esiste un equilibrismo tra troppi ruoli e compiti – con diversi gradi di intensità. Le necessità familiari che ruotano attorno alla sfera della salute risultano di competenza delle donne, che sono presenti al momento della prevenzione (66%), vegliano sul percorso terapeutico (65%), sono l’interlocutore privilegiato del medico nella fase della diagnosi (58%) e della terapia (59%).

Anche sotto il profilo scolastico degli alunni con autismo o con altra disabilità, nella didattica a distanza durante la fase di lockdown sono state le donne a ricoprire il ruolo di caregiver e contemporaneamente quello di insegnanti di sostegno ed educatrici. Questo mentre dovevano lavorare in smart working per riuscire a mantenere il posto di lavoro.

Uno scenario certamente replicabile anche per gli uomini, per i papà. Ma nella maggioranza dei casi, sono le donne, le mamme, a ricoprire più ruoli a discapito anche della carriera lavorativa a causa della carenza di servizi pubblici. In molti casi a causa di veri e propri disservizi. In ogni caso chi si occupa di un familiare con autismo o con altra disabilità, soprattutto se lo fa senza aiuto, oltre allo stress e alla stanchezza dovuti alle intense preoccupazioni, rischia l’isolamento.

Una situazione che a nostro avviso richiede una immediata e trasversale attenzione da parte di Regione Lombardia e del Governo. Ma anche a livello locale dirigiamo questa petizione al sindaco di Milano, Beppe Sala. Come anche al sindaco di Clusone (BG), Massimo Morstabilini. Negli ultimi 10 anni nelle principali città lombarde non si è data la giusta attenzione al potenziamento dei servizi sociali.

Con questa petizione, vorremmo quindi porre l'attenzione su una maggiore inclusione delle donne e delle persone con autismo o con altra disabilità intellettiva sia a livello scolastico, sia lavorativo che sanitario, principalmente sollevando la famiglia (le donne in particolar modo) da oneri assistenziali. E chiediamo che si possa scegliere di:

  • potenziamento dei servizi sociali e dei relativi servizi collegati, come ad esempio la SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare, per cui hanno accesso solo persone con disabilità con un basso ISEE, ma le ore operatore erogate sono comunque ridicole (1 ora al giorno per 6 giorni, per un massimo di 6 ore settimanali));
  • poter accedere alla modalità di assistenza indiretta (minori costi di amministrazione e di gestione per l'ente pubblico, che dovrà solo rimborsare alle famiglie i costi vivi degli operatori dietro presentazione di regolare fattura) come da sentenza del 1988 della Corte di Cassazione che stabilì che qualora il servizio pubblico non fosse in grado di fornire determinate prestazioni indispensabili né nelle proprie strutture né in quelle convenzionate, il cittadino può ricorrere a strutture totalmente private, anticipando la spesa e presentando successivamente le fatture alla ASL di riferimento per il rimborso;
  • dare maggiori competenze alla figura del Garante per i Diritti delle Persone con Disabilità, in ogni Regione e/o Capoluogo (Per la Lombardia: la PDL 150 in Regione Lombardia va migliorata);
  • realizzare un Registro Regionale per l'Autismo e la Disabilità intellettiva su tecnologia Blockchain, in modo che le informazioni possano essere disponibili istantaneamente in tutta Italia e/o in ogni regione, dalla diagnosi alla gestione di eventuali terapie;
  • eliminare le barriere architettoniche dagli alloggi comunali, soprattutto nelle zone montane dove spesso non è presente un ascensore.

Inoltre, al Governo si chiede di:

  • aumentare il fondo FNA per permettere alle regioni di elargire il contributo ad una platea più ampia di beneficiari;
  • incrementare il Fondo per la Disabilità (Legge 28 dicembre 2015, n. 208, commi 401 e 402) al fine di garantire la completa attuazione della legge 18 agosto 2015, n. 134.

 

 

 

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