L'appello dei 50 Nobel: spendiamo meno per l'esercito e più per il benessere umano!

L'appello dei 50 Nobel: spendiamo meno per l'esercito e più per il benessere umano!

63.759 hanno firmato. Arriviamo a 75.000.
Lanciata
Petizione diretta a
António Guterres (Secretary General of the United Nations) e

Perché questa petizione è importante

“Ogni arma costruita, ogni nave da guerra che salpa, ogni razzo sparato significa, in ultima analisi, un furto da chi ha fame e non viene sfamato, da chi ha freddo e non viene vestito.”
Dwight D. Eisenhower

La nostra richiesta

I Paesi devono negoziare una riduzione congiunta delle loro spese militari ed usare le immense risorse liberate per affrontare le più urgenti minacce dell’umanità: cambiamento climatico, pandemie e povertà estrema.

È tempo

Eisenhower ha condotto una delle operazioni militari più grandi della storia, tuttavia capì che l’umanità non può essere sicura in un mondo che continua a riempirsi di armi. Oggi, con la guerra che infuria in Ucraina, i governi aumentano nuovamente le spese militari. 

L’aumento degli armamenti non è la risposta – è il problema. Le spese militari globali sono raddoppiate dal 2000. Produciamo 14 miliardi di munizioni all’anno, due proiettili per ogni essere umano. Circa 4000 testate nucleari potrebbero essere lanciate premendo un pulsante, ciascuna in grado di causare danni ben superiori rispetto ai massacri di Hiroshima e Nagasaki.

Sembra logico investire nella difesa per scoraggiare aggressioni straniere. Tuttavia non sta funzionando - perché non può: Più un Paese spende per la sua difesa e più i suoi avversari spendono in risposta. Lungi dal produrre pace e stabilità, questa corsa agli armamenti prosciuga le risorse mondiali e mette in pericolo la sicurezza comune.

Allo stesso tempo, metà della popolazione globale vive sotto la minaccia diretta del cambiamento climatico, la frequenza di disastri naturali sta aumentando e assistiamo all’estinzione di decine di specie ogni giorno. Il COVID-19 ha ucciso oltre 10 milioni di persone e il futuro porterà pandemie anche più severe. La vita di bambine e bambini in tutto il mondo è devastata dalla povertà estrema.

È possibile

C’è un modo per assicurare la pace ed allo stesso tempo occuparsi di questi problemi: una riduzione negoziata delle spese militari che reindirizzi risorse verso bisogni urgenti.

Chiediamo che i Paesi riducano congiuntamente le proprie spese militari annuali del 2% per 5 anni. Può sembrare una richiesta modesta, ma avrebbe conseguenze rivoluzionarie: il denaro risparmiato in questo periodo supererebbe il totale dei finanziamenti per il clima e per gli aiuti esteri combinati, senza costi aggiuntivi per nessuna nazione, e senza sconvolgere gli equilibri di potere.

Non è utopistico pensare che i Paesi aderiscano a tale trattato. Alla fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti e la Russia negoziarono una riduzione del 90% del proprio arsenale nucleare. Nonostante le loro differenze, riuscirono nell’impresa perché la demilitarizzazione era di mutuo interesse. Non è necessario essere amici per cooperare.

Naturalmente l’industria bellica non reagirà bene ad un taglio alle spese militari, per quanto limitato. Si batterà per evitarlo. Se noi però, da tutto il mondo, ci uniamo ed esigiamo la fine della corsa globale agli armamenti, nulla può fermarci.

Il tuo contributo

Abbiamo riunito sostenitrici e sostenitori di alto profilo e generato interesse nei media. La nostra voce, tuttavia, ha bisogno di farsi sentire di più ed è qui che puoi contribuire in maniera importante: non firmare e basta – fai sì che almeno anche altre due persone firmino. Parla della petizione con colleghe e colleghi in pausa caffè, a cena con i parenti, con amiche ed amici in chat di gruppo e sui social media. Se ogni persona tra noi riesce a convincerne altre due, raggiungeremo presto milioni di firme e la nostra voce verrà ascoltata. 

Per partecipare scopri di più riguardo The Global Pace Dividend Initiative, visita www.peace-dividend.org o seguici su Twitter (@GlobalPeaceDivd) o Facebook (@GlobalPeaceDivd).

Questo appello è stato firmato da

55 premi Nobel

His Holiness the Dalai Lama (Pace); Hiroshi Amano (Fisica); Peter Agre (Chimica); David Baltimore (Fisiologia o Medicina); Barry C. Barish (Fisica); Martin L. Chalfie (Chimica); Steven Chu (Fisica and Former US Secretary of Energy); Robert F. Curl Jr. (Chimica); Johann Deisenhofer (Chimica); Jacques Dubochet (Chimica); Gerhard Ertl (Chimica); Joachim Frank (Chimica); Sir Andre K. Geim (Fisica); Sheldon L. Glashow (Fisica); Carol Greider (Fisiologia o Medicina); Harald zur Hausen (Fisiologia o Medicina); Dudley R. Herschbach (Chimica); Avram Hershko (Chimica); Roald Hoffmann (Chimica); Robert Huber (Chimica); Louis J. Ignarro (Fisiologia o Medicina); Brian Josephson (Fisica); Takaaki Kajita (Fisica); Tawakkol Karman (Pace); Brian K. Kobilka (Chimica); Roger D. Kornberg (Chimica); Yuan T. Lee (Chimica); Jean-Marie Lehn (Chimica); John C. Mather (Fisica); Eric S. Maskin (Economia); May-Britt Moser (Fisiologia o Medicina); Edvard I. Moser (Fisiologia o Medicina); Erwin Neher (Fisiologia o Medicina); Sir Paul Nurse (Fisiologia o Medicina and Former President, Royal Society); Giorgio Parisi (Fisica); James E. Peebles (Fisica); Sir Roger Penrose (Fisica); Edmund S. Phelps (Economia); John C. Polanyi (Chimica); H. David Politzer (Fisica); Sir Venki Ramakrishnan (Chimica e Former President, Royal Society); Sir Peter Ratcliffe (Fisiologia o Medicina); Sir Richard J. Roberts (Fisiologia o Medicina); Michael Rosbash (Fisiologia o Medicina); Carlo Rubbia (Fisica); Randy W. Schekman (Fisiologia o Medicina); Gregg Semenza (Fisiologia o Medicina); Robert J. Shiller (Economia); Sir Fraser Stoddart (Chimica); Horst L. Störmer (Fisica); Thomas C. Südhof (Fisiologia o Medicina); Jack W. Szostak (Fisiologia o Medicina); Olga Tokarczuk (Letteratura); Sir John E. Walker (Chimica); Torsten Wiesel (Medicina)

Presidenti di Accademie delle Scienze

Roberto Antonelli (Italian Lincean Academy); Patrick Flandrin (French Academy of Sciences); Mohamed H. A. Hassan (World Academy of Sciences); Annibale Mottana (Italian National Academy of the Sciences); Anton Zeilinger (Austrian Academy of Sciences)

Artisti, autori, creatori

Sir Anish Kapoor (Scultore); Juliette Binoche (Attrice); Yuval Noah Harari (Storico e autore); Chris Haughton (Designer e autore); Sir Paul McCartney (Cantante); Adam McKay (Regista); Christoph Niemann (Artista, illustratore e autore); Steven A. Pinker (Cognitive scientist e autore); Malaika Vaz (National Geographic Explorer e regista)

Leader politici e delle ONG

Colin Archer (Former Secretary-General of the International Peace Bureau); Alejandro Plans Beriso (National Spokesperson, Por un Mundo Mas Justo); May Boeve (Executive Director, 350.org); Natalie Bennett (Member of the House of Lords and ex-Leader of the Green Party of England and Wales); Rachel Bronson (President, Bulletin of the Atomic Scientists); Deborah Burton (Co-Founder, Tipping Point North South); Joseph Cirincione (Former President, Ploughshares Fund); Nicole Deitelhoff (Director, Peace Research Institute Frankfurt); Daniela Fatarella (CEO, Save the Children Italy); Beatrice Fihn (Executive Director, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons); Philip Jennings (Co-President, International Peace Bureau); Johanna Chao Kreilick (President, Union of Concerned Scientists); Zia Mian (Co-Director, Princeton University's Program on Science and Global Security); Nancy Parrish (Executive Director, Women's Action for New Directions); Garett Reppenhagen (Executive Director, Veterans for Peace); David Swanson (Executive Director, World Beyond War); Yoshioka Tatsuya (Director, Peace Boat); John F. Tierney (Executive Director, Council for a Livable World and former U.S. Representative); Hirotsugu Terasaki (Director General of Peace and Global Issues, Soka Gakkai International); Francesco Vignarca (National Coordinator, Rete Italiana per il Disarmo); Angelika Wilmen (Head of Office, International Physicians for the Prevention of Nuclear War Germany)

63.759 hanno firmato. Arriviamo a 75.000.