Reagiamo alla violenza dei no vax Covid 19
Reagiamo alla violenza dei no vax Covid 19
È comprensibile che i messaggi contraddittori circolati su Vaxzevria-AstraZeneca abbiano provocato incertezza in molte persone. Ma i dati raccolti in Sud America e negli USA sull’utilizzo di questo vaccino, e quelli collezionati in Inghilterra, dove alla popolazione sono stati somministrati sia vaccini a piattaforma mRNA (come Pfizer e Moderna), sia a piattaforma adenovirus (come appunto Vaxzevria-AstraZeneca) sono molto rassicuranti.
Negli Stati Uniti, infatti, è stata dimostrata una protezione del 76% sugli individui vaccinati, che raggiunge l’80% in soggetti over 65, e ben il 100% di protezione contro le complicanze gravi che possono insorgere in chi sviluppa COVID-19.
Per quanto riguarda, invece, i timori correlati all’associazione tra somministrazione del vaccino e insorgenza di rare forme di trombosi, possiamo dire che i casi riscontrati sono estremamente rari. Il Regno Unito, infatti, ha vaccinato circa 20 milioni di persone, tra le quali si sono sviluppati circa 80 casi di trombosi (circa metà casi in chi ha assunto vaccini a piattaforma mRNA e metà in chi ha assunto vaccini a piattaforma adenovirus). La stima per ora approssimativa è di 1 evento trombotico ogni 100.000 – 250.000 persone. È un rischio piuttosto basso rispetto al rischio di COVID-19.
Inoltre, dalle analisi effettuate dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), non risulta un aumento della frequenza di tromboembolia correlato all’utilizzo di Vaxzevria-AstraZeneca. A oggi è ancora oggetto di studio se le reazioni avverse siano causate da una risposta dell’organismo al vaccino o alla piattaforma utilizzata, dunque all’adenovirus, che potrebbe comportare una produzione di autoanticorpi che provocano disturbi della coagulazione. Un evento molto raro che, tuttavia, è già stato registrato in pazienti curati con eparina, un farmaco usato quotidianamente da ormai cento anni in tutti gli ospedali”, spiega il professor Mantovani.
Per contro bisogna sottolineare che sono stati accertati episodi di tromboembolia venosa in pazienti che hanno contratto COVID-19. Circa l’8-11% dei pazienti interessati da COVID-19, infatti, sviluppa una tromboembolia venosa e il dato raggiunge il 20-25% quando si parla di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Il rischio di trombosi è quindi nettamente più alto in relazione alla malattia che in relazione al vaccino.
Queste sono parole di esperti.........
Le mie sono parole di buon senso e che esprimono la volontà dell'83% degli italiani:
BASTA SUBIRE LA VIOLENZA DI CHI NON VUOLE VACCINARSI!!!!
ORGANIZZIAMO UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO I NO VAX E LE DESTRE CHE LI SOSTENGONO!!!!!!