Stabilità e giusta retribuzione per i lavoratori precari della Sanità della Regione Lazio

Stabilità e giusta retribuzione per i lavoratori precari della Sanità della Regione Lazio

Lanciata
3 settembre 2022
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Roberto Cardarella

Secondo il vocabolario italiano la “sanità” è uno “stato di buona salute, come qualità positiva di un individuo o, più spesso, di una collettività”. 

Per la buona salute di un individuo basta un buon medico. 

Per quella della collettività serve invece un’organizzazione fatta anche da tutte quelle e quelli che ne supportano amministrativamente il lavoro e fanno da collegamento con i cittadini che hanno bisogno di cure. 

Queste attività sono quelle dei centri di prenotazione collocati dentro le strutture sanitarie (Cup) o raggiungibili telefonicamente e online (RECup) e più complessivamente le attività amministrative (Servizi Generali). 

La Regione Lazio queste attività, invece di farle rendere dal servizio pubblico, le ha esternalizzate e date in appalto. E sono appalti che hanno fatto la storia della giurisprudenza esprimendo ciò che una Pubblica Amministrazione non dovrebbe mai fare! 

L’appalto Cup del 2014 è stato annullato dopo essere finito nelle indagini su Mafia Capitale. Il bando sui Servizi Generali del 2017 è stato clamorosamente annullato dal Consiglio di Stato con la sentenza del 12.3.2018 con cui ha rilevato il ricorrere di un’interposizione illecita di manodopera (che è punita con la pena dell'arresto fino a sei mesi dall'art. 18 del d.lgs. 276/2003). 

Il bando Cup del 2018 ha dato luogo ad un subentro del nuovo appaltatore che è stato dichiarato dal Tribunale di Roma (con sentenza n. 2021 del 4 giugno 2021) essere avvenuto in violazione della normativa sulla cessione di ramo d’azienda. 

A fronte di tutto ciò, decine di decreti hanno ingiunto di dare ai lavoratori la corretta retribuzione. 

Malgrado tutto questo nel 2022 è stato messo nuovamente a bando il servizio Cup, e nuovamente la Regione Lazio ha previsto che i lavoratori - nonostante la delicatezza delle mansioni assegnate, la rilevantissima professionalità che viene loro richiesta e l’estrema rilevanza che essa ha per il cittadino e per il funzionamento delle strutture sanitarie – debbano venire assunti dalle società private che vinceranno la gara con contratti collettivi e livelli di inquadramento che disciplinano l’attività, e la conseguente retribuzione, degli operai “pulitori”. 

Addirittura i lavoratori dei servizi amministrativi – servizi vitali per la stessa esistenza delle Asl e dell’intero sistema Sanità del Lazio – sono stati appaltati ad una Agenzia per il lavoro, il cui contratto scadrà a Dicembre 2022 nel più totale e assordante silenzio, e della Regione Lazio e delle stesse Asl, lasciando così queste lavoratrici e questi lavoratori nell’incertezza riguardo al proprio futuro.

L’aspetto davvero incredibile è che se invece i lavoratori fossero regolarmente assunti e percepissero lo stipendio dovuto agli impiegati Asl (ovviamente ben maggiore di quello che ora viene attualmente loro riconosciuto) comunque la Regione avrebbe un risparmio di oltre 13 milioni di euro l’anno rispetto a quanto attualmente spende. 

Insomma non solo questi appalti si sono dimostrati uno spazio opaco di grave violazione della legalità; non solo tramite essi è stata precarizzata ed impoverita la vita di centinaia di lavoratrici e lavoratori, che da quasi due decenni passano da un datore ad un altro perdendo ogni volta salario e diritti; non solo è stata così cancellata ogni possibilità di implementare la qualità del servizio e la capacità di migliorare la soddisfazione degli utenti, ma è stato creato anche un sempre maggiore “buco” nella casse pubbliche. Ci rimettono i lavoratori, ci rimettono i malati del Lazio e le loro famiglie, ci rimettono le finanze pubbliche! 

È venuto il momento di pretendere una normativa nazionale e regionale che preveda l’internalizzazione dei servizi Cup, ReCup e amministrativi. 

È venuto il momento di pretendere il dovuto riconoscimento della professionalità di chi lavora da anni quale primo criterio selettivo del personale da assumere. 

 


Sostieni questa battaglia di civiltà per una sanità regionale economicamente sostenibile, più trasparente e attenta alle esigenze degli utenti oltre che rispettosa dei diritti di chi vi lavora. Le storie delle lavoratrici e dei lavoratori del Cup, ReCup e amministrativi, raccolte in questo documento, mostrano quanto sia urgente. Grazie per il tuo aiuto!

 


P.S. dopo aver firmato la petizione, ricordati di confermare la tua firma cliccando sul link che riceverai via email. Senza questo passaggio la tua firma non verrà conteggiata.

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