Solidarietà alla preside Sabrina Quaresima, vittima di diffamazione a mezzo stampa

Solidarietà alla preside Sabrina Quaresima, vittima di diffamazione a mezzo stampa

Lanciata
1 aprile 2022
Petizione diretta a
Corte di Strasburgo (CEDU) e 1 altro/altra
Firme: 32Prossimo obiettivo: 50
Sostieni ora

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Doppio Standard

La vicenda di Sabrina Quaresima, preside 50enne di un istituto alla periferia di Roma, dimostra quanto in Italia è lontana la parità dei sessi e dalla lotta contro la violenza sulle donne e le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro e nella sessualità.

La donna, per un chiacchiericcio da parte di un suo studente 19enne, su una presunta relazione, è finita nella gogna mediatica e nel mirino dell'istituto, che l'hanno accolta con delle scritte: Alcune scritte fuori dalla scuola rivolte alla dirigente: “La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente” e “Il tuo silenzio parla per te”.

Ma la gogna prosegue sui giornali, dove compare con nome, cognome, foto e sono state pubblicate alcune sue conversazioni private. Anche sulle prime pagine. Diffamazione a mezzo stampa in piena regola. Il presunto oggetto del desiderio un ragazzo maggiorenne consenziente. La vicenda va lo stesso al vaglio della magistratura.

Mentre sull'inchiesta del professore molestatore in Calabria c'è massimo riserbo e la sua identità è celata, le denunce delle studentesse messe a tacere per lungo tempo dalla dirigente; un altro caso di molestie in un'altra scuola è passato in sordina, la vicenda della preside Quaresima sbarca anche in TV. Pure nelle reti di Berlusconi, noto per una prestazione sessuale a pagamento con una minorenne e reduce da un matrimonio con una donna di 40 anni più giovane, viene fortemente criticata. Quindi a parti invertite la differenza di età va bene?

Nonostante il 19enne fosse pienamente consenziente e per nulla scosso: “Come sto? Benissimo — dice lui in un'intervista al Corriere della Sera, dimostrando scarsa empatia —. Ho dormito bene, la mattinata è passata, e ora aspetto solo il pranzo” (sicuramente servito e riverito dalla mamma, orgogliosa di lui). Gli stessi giornali che, invece, mettono in dubbio vere e proprie violenze a danni anche di ragazzine, sulla base di una presunzione di innocenza che qui non viene minimamente rispettata.

“In alcuni paesi le donne si lapidano con le pietre, nel 2022 in Italia si lapidano a parole sui giornali - dice l'avvocato della donna, Alessandro Tomassetti, che sta prendendo provvedimenti -.Pubblicare nome, professione, foto e audio in assenza di reato e ancor prima di qualsiasi ricerca della verità……Non è diritto di cronaca ma negazione dei diritti fondamentali per un essere umano, donna o uomo che sia. In questo caso la dottoressa Quaresima è stata oggetto di una caccia alle streghe come nel più buio Medioevo.Un certo giornalismo può colpire la vita umana e professionale di una donna con consapevolezza e sadismo di cronaca.I  protagonisti sono maggiorenni. Elemento essenziale e fino ad ora quasi minimizzato. Il protagonista maschile viene tenuto, ancora oggi, in assoluto anonimato, e non si comprende perché. Qui c’è un evidente problema mediatico di disparità di genere che come tale va riconosciuto e affrontato”.

Viene da chiederci: come mai la parola di un ragazzo diventa verità assoluta, mentre una coetanea femmina deve aspettare i 3 gradi di giudizio e forse nemmeno quelli per dimostrare di aver subito una violenza sessuale o fisica da parte di un uomo? Perché la parola di una donna non riceve lo stesso credito? Lo abbiamo visto nell'istituto calabrese, dove un professore ha molestato varie studentesse minorenni, nessuno ha preso provvedimenti per non macchiare il buon nome del liceo. C'è voluta infatti un'occupazione della scuola per aprire un'inchiesta. Le vittime, come tante donne, non sono state credute. Tante finiscono uccise perché non salvate in tempo, in quanto tacciate per bugiarde dalle istituzioni, spesso con la complicità dei media.

E non parliamo di un abuso in questo caso. Qui nessun reato, nessun abuso, nel caso ma solo un vile gesto da parte di un ragazzo (che resta anonimo), che divulga messaggi privati di una donna, marchiandola a vita, solo per vantarsi e vendicarsi. Come accade nel Revenge porn.

È quel due pesi e due misure, l'uomo cacciatore e la donna puttana. Lo SLUTSHAMING  che si abbatte ancora contro le donne, sempre e solo loro a finire al centro della scena e dei giudizi, quando si parla della loro sessualità e, chissà perché, sempre quando ricoprono ruoli di potere

Sostieni ora
Firme: 32Prossimo obiettivo: 50
Sostieni ora

Decisori

  • Corte di Strasburgo (CEDU)
  • Ordine dei Giornalisti