Aiuta Maria, mamma al TSO e privata del figlio per la spazzatura di Reggio Calabria!

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Petition to
Sindaco di Reggio Calabria and

Why this petition matters

Started by Maria C Monteleone

Si puo' essere condannati in Italia e non solo, essere vittima delle peggiori violenze, per avere pulito, dalla spazzatura lasciata dall'incompetenza comunale, il marciapiede davanti alle finestre della propria abitazione? Reggio Calabria dal 2013 vive un emergenza sanitaria senza precedenti, con rifiuti ovunque in cumuli fino a 2 m di altezza e 30 m di estensione. Maria, giovane mamma di uno splendido bambino di soli 10 mesi, nell'agosto 2013 di domenica (poiche' lavorava gli altri giorni) si decide a spostare nei cassonetti pubblici una decina di buste di spazzatura che qualcuno aveva deposto sotto la sua finestra. Mentre lei ramazza il marciapiede ormai pulito, il compagno le lascia il bambino accanto in passeggino. Una volante di Polizia arriva e le segnala che 'il bambino prende polvere'. Maria insospettita da questa affermazione, porta ai cassonetti l'ultima bustina piena di terriccio e detriti.

   Tornando, il poliziotto le intima di non fare quelle operazioni; mentre madre e figlio si dirigevano verso casa, si avvicina e senza dir nulla l'afferra dalle braccia. Maria, sola sulla strada pubblica cerca di liberarsi e andare a chiamare aiuto, ma viene riafferrata e ammanettata. Mentre, nel panico grida, i vicini accorrono e rimangono pietrificati. Molti sanno che nel week-end Maria, molto ordinata, dava una pulita al cortile comune e al marciapiede, ma non riescono neanche a parlare, alla vista dell'orribile scena.

   Gli agenti buttano Maria sopra le scale e la tengono a terra, come i peggio criminali, il bambino viene preso dal passeggino e dato in braccio alla vicina. Nessuno capisce cosa sta succedendo: Maria da 9 anni, ogni notte vive incubi post-trauma per il ricordo di quella scena.

   Dopo la violenza fisica, una peggiore:  un medico arriva sul posto e, senza chiedere a Maria neanche chi lei fosse o chi fosse il suo medico curante, le fa un iniezione. Maria si vede perduta: come un vicino ebbe  a dire: 'una donna contro tre uomini, che non puo'  reagire a sua difesa'. Addormentata, viene portata via su un'ambulanza.  Si risveglia in un reparto psichiatria degli Ospedali Riuniti e apprende di essere obbligata a 7 giorni e piu', di un trattamento sanitario obbligatorio. Per quale motivo? Ed il suo bambino?

   Maria, furiosa di essere stata considerata come una matta criminale, inizia la sua battaglia: subito sporge querela contro i poliziotti e richiede la sospensione del trattamento al giudice cautelare, affermando di essere una persona sana. Il ricorso viene respinto, in base alle affermazioni dei medici ospedalieri, che mai l'avevano neanche visitata.

   Per 18 giorni Maria viene detenuta in un ospedale psichiatrico orribile, dove di notte uomini malati entrano in camera a chiedere favori sessuali. La sua attivita' commerciale soffre danni per il mancato esercizio, il bambino da` segni di sconforto, obbligato con nonni ultrasettantenni. Viene forzata dagli infermieri a prendere medicinali contro la sua volonta' e sotto la minaccia di non farle rivedere piu' suo figlio. Per i medicinali si sente male un giorno, devono ridurre le dosi: per forza, Maria e' una persona sana!!! Rimane fortunata:  una donna e' stata recentemente uccisa, nello stesso reparto, per abuso di medicinali.

Un giorno prima Maria era una mamma felice, con il bambino e compagno si stava preparando per una giornata a mare, poi, per la spazzatura del comune di Reggio Calabria, e' diventata, per lo stato italiano, una matta pericolosa per le persone. Da allora nessuno degli uffici pubblici reggini ha preso in mano e sanato la situazione.

   La peggiore delle violenze: un decreto del tribunale dei minori le viene recapitato, confermando che la potesta' genitoriale le viene tolta, e che il bambino e'affidato permanentemente ai nonni, per 'timori riguardo la salute della madre'.

   La legge italiana non funziona su timori, ma su fatti. Per la costituzione Italiana (ed i diritti umani dell' UE), non si puo' condannare una persona senza un processo che consideri i fatti. Chi conosce Maria e Riccardo sa benissimo che nulla e' mai successo al bambino, che vive felicissimo. Una famiglia distrutta, a settembre 2013 il primo compleanno di Riccardo trascorre nella tristezza. Maria e' appena stata dimessa dall'ospedale: finalmente libera di non prendere piu' farmaci, querela i medici per sequestro di persona.

   Dopo tre anni la querela viene archiviata, in base alla perizia (falsa) di un medico che Maria non ha mai visto, che la dichiara 'INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE'!! Chiaramente anche il giudice vuole difendere polizia e primario, e neanche esamina tutte le lettere dei testimoni e certificati medici alegati da Maria alla querela. A Reggio Calabria certe persone e i poliziotti sono 'intoccabili'? Maria e Ricardo invece non hanno amici in tribunale, sono semplici cittadini che reclamano i propri diritti.

   Maria non solo non e' incapace, ma ha una mente brillante: dopo pochi mesi ritorna alle sue attivita' di ricerca, presentando i suoi studi ad una conferenza internazionale in Portogallo; l'anno seguente inizia una collaborazione permanente con Northumbria University, nel Regno Unito, dove aveva gia' vissuto per 9 anni.

Da 9 anni Riccardo rimane affidato ai nonni, e poliziotti e medici rimangono impuniti, Maria invece ogni notte soffre di attacchi di panico post-trauma.

CHI PULISCE DAVANTI CASA, E' UN OTTIMO CITTADINO, NON UN MATTO CRIMINALE!

Aiuta Maria e Riccardo a tornare insieme e a fare giustizia, per tutti gli italiani 'puliti', riaprendo il procedimento penale. Se puoi, dona una piccola cifra per aiutarli!

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