Pista Ciclabile sul binario morto Asti-Chivasso

Pista Ciclabile sul binario morto Asti-Chivasso
Perché questa petizione è importante

In riferimento ai recenti articoli sulla riapertura della linea ferroviaria Asti-Chivasso, da quanto letto emerge sostanzialmente che:
· la linea è sospesa da 10 anni
· la ferrovia rappresenterebbe una attrattività turistica per i paesaggi attraversati per cui proporrebbe un turismo innovativo, lento e sostenibile
· si abbandona l’idea della ciclabile
· stazioni e caselli rappresenterebbero manufatti unici sul territorio nazionale che aiuterebbero a rivitalizzare i territori del nord astigiano
· l’utilizzo (impensabile per i treni ordinari data la scarsa utenza e gli alti costi di gestione) è limitato ai treni storici che comunque necessiterebbero anche di un finanziamento da parte dell’assessorato al turismo
A prescindere dalle cifre dell’investimento, successiva manutenzione e quindi ritorno economico, in termini di affluenza e biglietti ferroviari venduti, se la linea è sospesa da 10 anni è chiaro il valore aggiunto che ha portato alla collettività, soprattutto durante gli anni precedenti che ha poi portato alla sospensione del servizio.
Credo opportuno portare ad esempio di turismo lento e sostenibile, la ciclabile realizzata da San Lorenzo al Mare ad Ospedaletti quale progetto di successo di recupero delle aree ferroviarie dismesse, che ha riqualificato le zone, reso possibile l’accesso a litorale e paesaggi, rivitalizzato territori attraverso la creazione di esercizi commerciali di vario genere (dal noleggio biciclette, ai bar, ai campeggi) posti proprio sul tracciato ciclabile. Questo dovrebbe essere l’esempio da cui trarre ispirazione per pensare al turismo come motore di sviluppo economico e generazione di relativo indotto.
La riapertura della linea, seppur con la benedizione di qualche associazione ambientalista per cui con i fondi PNRR diventa tutto ecologico, pare una visione piuttosto miope alla luce della potenzialità che la tratta in questione avrebbe dal punto di vista turistico e quindi di reale ricaduta economica, seguendo un modello come quello del Ponente Ligure: il tracciato si aggancia, proprio a Chivasso, alla Ciclovia del Po che è parte di Eurovelo8, un itinerario ciclabile che partendo da Gibilterra attraversa Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia per arrivare a Cipro.
Davvero si pensa di poter sviluppare il turismo senza interessarsi di come accedere a tali infrastrutture? Senza completare l'autostrada Asti-Cuneo? Senza una Tangenziale Sud Ovest?