RIFUGI ALPINI: MUSEI AD ALTA QUOTA PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

RIFUGI ALPINI: MUSEI AD ALTA QUOTA PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

PETIZIONE ONLINE
RIFUGI ALPINI: MUSEI AD ALTA QUOTA PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Ciao a tutti,
mi chiamo Alessandro Carzaniga e sono un laureato in Scienze Ambientali.
Mi appello a tutti voi per portare all’attenzione della comunità e delle principali istituzioni il tema dell’ambiente montano, nello specifico per proporre interventi e iniziative che possano dare un nuovo slancio e impulso ad un ambiente tanto fragile quanto al tempo stesso capace di regalare splendide emozioni.
Secondo dati ISTAT nel 2019 sono 3427 i comuni totalmente montani (comuni in cui più 2/3 della superficie comunale oltre i 700 m di quota): il 43% di tutti i comuni italiani.
Quante volte pensando alla montagna pensiamo ad essa come una terra con poche opportunità lavorative e professionali, prive di futuro per i giovani e aspra per passare la propria quotidianità?
Proprio da questa mia passione per la montagna, da questa voglia di costruire iniziative strutturali e chiare per aiutare i territori montani, ho deciso di cercare di portare avanti questa campagna di raccolta firme: è nostro dovere valorizzare il patrimonio montano e consegnarlo alle generazioni future meglio di come l’abbiamo trovato.
Salvaguardare e valorizzare la montagna, vuol dire in primis contrastare gli effetti del cambiamento climatico: accrescere la conoscenza di tale ambiente, trasmettere l’importanza delle comunità locali nella gestione del patrimonio montano nella mitigazione degli effetti del climate change (Es. fenomeni alluvionali e franosi).
La mia petizione nel dettaglio si rivolge ad elementi caratteristici di questo ambiente, che magari abbiamo avuto modo di apprezzare: i rifugi montani
A livello nazionale non esiste una normativa che disciplini in modo unitario la materia rifugi, relativamente a tutti gli aspetti interessati dalla gestione di una struttura ricettiva, talvolta atipica rispetto a strutture ricettive poste in quota: ne consegue che la legislazione risulti essere differente da regione a regione senza una linea guida nazionale.
In Italia sono poco meno di 1000 le strutture definite rifugi montani (compresi i bivacchi) e di queste 774 sono di proprietà del CAI (Club Alpino Italiano): nel 2018 sono 322.022 i tesserati al CAI e la pratica sportiva dell’escursionismo rappresenta il 3 sport più pratico su territorio nazionale (8,5%) considerando i 3,4 milioni di turisti sportivi.
All’interno di tale scenario mettere i rifugi montani al centro di una strategia di rilancio turistica e di valorizzazione e conservazione della montagna a 360° risulta essere quanto mai una grande opportunità, un punto di partenza su cui elaborare una normativa organica a livello nazionale in materia di rifugi.
A tal proposito si chiede:
- Al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero dello sviluppo economico l’esenzione IVA per i rifugi alpini (considerate per il Decreto 28/12/1990 attività ricettive secondo il codice 55.21.2 e dunque classificate come attività commerciali), a patto che il corrispondente della quota esente dall’IVA sia investito in attività di riammodernamento e messa in sicurezza degli edifici, attività di ristrutturazione, attività di efficientamento energetica dell’edificio (sia interna, che strutturale) e attività di abbattimento delle barriere architettoniche (rendiamo accessibile la montagna a tutti) e/o in progetti legati a tematiche socio-ambientali nell’area del comune o nella superficie comunale facente parte dell’Unione dei comuni nella quale la struttura risulti essere ubicata e di destinare una cifra pari a 1000 euro per ogni comune montano certificata da censimento ISTAT al Fondo Nazionale per la Montagna istituito con la Legge n°2018 del 28 Dicembre 2015.
- Al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di equiparare i rifugi alpini come veri e propri musei ad alta quota, intesi come luoghi di sensibilizzazione del pubblico sulla tematiche montane, luoghi di valorizzazione delle comunità locali, di creazioni di possibili percorsi turistico-didattici e divulgativi per le scuole primarie e secondarie, intesi come baluardi contro il cambiamento climatico e luoghi di educazione ambientale per il pubblico e le scolaresche (campagna #MuseinQuota): le strutture classificate come “rifugi alpino/montani” che vorranno adibire una parte della loro strutture esistenti alle funzioni sopraelencate o vorranno realizzare un ampliamento strutturale per adempiere alla funzioni sopra indicate potranno essere considerate come “strutture museali” e quindi essere ammesse alla partecipazioni di bandi pubblici, di finanziamenti e di forme di sostegno al credito per le attività museali, come ad esempio prevista dal Programma “Sistema Museale Nazionale” o per attività di elaborazioni progettuali/laboratori didattici legate/i all’ educazione in materia ambientale.
Salvaguardare e diffondere la cultura della montagna e i valori che tali territori rappresentano per l’intera società rappresenta una delle prime azioni necessarie per contrastare il cambiamento climatico, partendo dalla sensibilizzazione del pubblico e delle giovani generazioni quali consapevoli e future classi decisionali-politiche. Educare per cambiare. Educare per imparare.