SALVIAMO I PIANI DI ARTAVAGGIO !

SALVIAMO I PIANI DI ARTAVAGGIO !
Con il marchio delle olimpiadi Milano-Cortina 2026 vengono finanziate con milioni di euro opere di turistificazione di massa della montagna in luoghi non coinvolti nemmeno marginalmente dai giochi invernali, luoghi che dovrebbero essere tutelati e indirizzati verso un turismo rispettoso e sostenibile.
Nel caso specifico dei piani di Artavaggio, in Valsassina, provincia di Lecco, si aggiunge una richiesta di fondi alla regione da parte di enti locali e comunità montane, volti alla costruzione, al momento in fase di progettazione, di una nuova seggiovia che collegherà l'arrivo della funivia con il rifugio Nicola. Questa è l'ennesima decisione ripescata da patti territoriali sorpassati e non più in linea con l'attuale contesto climatico. Una decisione imposta dall'alto e mai discussa, se non con pochi rifugisti e qualche residente a Moggio. Decisione che porterebbe al rapido disgregarsi di un turismo diventato modello di una rinascita post-sciistica. Un modello di turismo lento e al ritmo con il respiro dei nostri amati monti.
Milioni di euro sono stanziati per la regione Lombardia in progetti volti alla realizzazione d'infrastrutture superflue e impianti d'intrattenimento non necessari. Questi progetti malsani sono distribuiti in svariati luoghi del triangolo lariano, Valtellina e Valsassina. Il turismo sciistico è inoltre destinato ad un inevitabile cambiamento e tutti quegli impianti sotto i 2000 metri saranno presto destinati alla chiusura o al costante spreco per l'innevamento artificiale.
Noi tutti, residenti nelle vicinanze e non, frequentatori abituali o del weekend, abbiamo il dovere di lottare per preservare un luogo che ha già visto in passato una cementificazione non necessaria e invasiva. I piani di Artavaggio meritano il nostro aiuto, specialmente in questo periodo storico fatto di grandi contraddizioni.
Chiediamo di riformulare i vecchi patti territoriali e rivalutare l'utilizzo improprio dei fondi della regione Lombardia, fondi che potrebbero essere impiegati in mille altri modi non distruttivi e utili ad una montagna che non ha bisogno di cemento e pali per essere "valorizzata".
Restiamo uniti, ora, noi ci siamo!