RINFRESCHIAMO LA MEMORIA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE

RINFRESCHIAMO LA MEMORIA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE

Lanciata
11 novembre 2022
Firme: 75Prossimo obiettivo: 100
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Aureliano Buendia

Il 9 novembre 2022 si celebra il “giorno della libertà”, in ricordo dell’abbattimento del muro di Berlino, istituito con Legge 15 aprile 2005, n. 61. Nell’occasione il neo ministro prof. Giuseppe Valditara ha ritenuto di scrivere una lettera indirizzata agli studenti della scuola italiana. Noi gli abbiamo risposto.

Care studentesse, cari studenti.

Il nuovo ministro “ dell’istruzione e del merito “ , in uno dei suoi primi atti, vi ha indirizzato una lettera in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino.

Per antico vizio, noi siamo attenti al linguaggio, oltre che al contenuto.

Dunque ci allarmiamo se la Pubblica Istruzione  ( cioè la garanzia, da parte dello stato, di assicurare a tutti e gratuitamente una formazione di qualità, con l’intento di rimuovere le diseguaglianze ) diventa semplicemente  istruzione. Significa che a quel valore e a quell’impegno si può rinunciare, in nome della competizione: vinca il migliore. 

Questo sarebbe giusto, sarebbe il merito.  

Noi, per antico vizio, lo chiamiamo invece selezione su base sociale. 

                                                ***  

Il ministro si rivolge a voi chiamandovi “ ragazze e ragazzi “. 

Niente di male, per carità. 

Sembra di vederlo, in giacca e cravatta, mentre vi mette idealmente un braccio sulle spalle, con l’atteggiamento dell’adulto saggio che vi insegna la vita. 

Educare, secondo lui, è questo. 

Noi, per antico vizio, preferiamo chiamarvi studentesse e studenti. 

Nessun paternalismo da vecchi zii, preferiamo camminare con voi per apprendere insieme. 

Educare, secondo noi, è questo.

                                                              ***  

Ma veniamo al contenuto, al messaggio. 

Il ministro vi invita a celebrare la dissoluzione dell’Unione Sovietica, che a suo dire rappresenterebbe il fallimento del comunismo e dell’utopia rivoluzionaria. 

Per antico vizio, ci siamo  dati un tempo e un metodo, quando insieme studiamo la storia, una disciplina negli ultimi decenni sempre più penalizzata, a cui si riserva sempre meno spazio.

Dal punto di vista di chi detiene il potere, si tratta di una scelta ovvia: la conoscenza storica è pericolosa. Può formare lo spirito critico. Talvolta generare il desiderio bruciante di cambiare la società, di renderla più giusta: l’utopia rivoluzionaria. Quella di cui il ministro vi invita a celebrare la scomparsa.

Quella stessa per cui vale la pena vivere, si rifiuta la virtù dell’obbedienza e non si teme di resistere al potere.

L'utopia di cui non possiamo fare a meno senza sentirci morti prima del tempo.

                                                          ***  

Il tempo e il metodo, dunque. Comprendere il contesto, utilizzare il linguaggio, ricorrere alle fonti. Evitare le manipolazioni e non approfittare del proprio ruolo. Non banalizzare. Non omettere. Discutere. Dichiarare la propria visione del mondo senza tuttavia piegare ad essa la narrazione storica.  Tutto il contrario di quello che vi scrive il ministro, che liquida in poche righe le lotte e le conquiste sociali ottenute da donne e uomini comunisti. In Italia hanno significato, tra l’altro, la resistenza alla dittatura fascista e la liberazione da un regime sanguinario e liberticida. 

Considerata la sua competenza e la sua carriera accademica, ci saremmo aspettati - e vi sareste meritati - un intervento più onesto intellettualmente,  più attento a non confondere la propaganda con la complessità storica. 

Il ministro ha dimenticato di scrivervi per esecrare la fine della libertà in Italia nel funesto anniversario del colpo di stato fascista e dopo pochi giorni, premuroso e solenne, si è prontamente ricordato del muro di Berlino e vi ha messo in guardia dai pericoli del comunismo.  

Ha dimenticato che la festa delle democrazie europee esiste da quasi ottant’anni: è il 25 aprile.  

Un ministro la cui memoria è così poco affidabile non è solo inadeguato: è pericoloso.

Per antico vizio, care studentesse e studenti, vi invitiamo a vigilare. 

All’occorrenza, come ora, saremo con voi, pronti a rinfrescargliela.

 

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