Rimettiamo al loro posto i docenti relegati negli sgabuzzini delle scuole!

Rimettiamo al loro posto i docenti relegati negli sgabuzzini delle scuole!

148 hanno firmato. Arriviamo a 200.
Lanciata

Perché questa petizione è importante

Lanciata da alessandro congeddu

Dallo scorso primo aprile, con la fine dello stato di emergenza, migliaia di docenti delle nostre scuole di ogni ordine e grado che non hanno voluto vaccinarsi, hanno finalmente potuto far ritorno a scuola. Per tre mesi e mezzo sono stati privati dello stipendio per essere rimasti fermi nella decisione di non sottoporsi ad un trattamento sanitario al quale ovviavano, fin dal mese di settembre 2021, effettuando ogni 48 ore tamponi che garantivano comunque il loro perfetto stato di salute.

Ma mentre con la fine dello stato di emergenza cadevano la maggior parte delle limitazioni ed obblighi per tutte le categorie, per i docenti obiettori è stata adottata una soluzione che ha il sapore della beffa e forse, di più, del dispetto. Il reintegro è avvenuto con un vero e proprio declassamento a “soggetti non idonei” all’insegnamento, così che dal primo aprile migliaia di docenti trascorrono il loro tempo relegati negli angoli più riposti delle scuole, spesso in locali indecorosi ed inospitali e con il divieto di entrare in contatto con i loro (ormai ex) alunni.

Chiedo al Presidente del Consiglio Draghi e al Governo di ripensare a questa decisione riportando subito in classe, sulle mansioni previste dal contratto che hanno firmato, le migliaia di docenti che oggi vivono una vera e propria discriminazione, una misura beffarda e vessatoria che, alla luce degli ulteriori alleggerimenti delle misure anti-covid a partire dal primo maggio, non ha nessuna giustificazione sanitaria e appare esclusivamente come una misura punitiva, degna di uno stato borbonico più che di una nazione che si fregia di una Costituzione che fa del lavoro e della eguaglianza fra gli esseri umani i propri pilastri portanti!

Se sei d’accordo firma anche tu!

I docenti che, per i più svariati e rispettabili motivi, hanno rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione anti-covid hanno pagato profumatamente questa loro scelta rimanendo per tre mesi e mezzo senza stipendio e contributi previdenziali. Fino al 15 dicembre 2021 - giorno in cui è scattato l’obbligo vaccinale per i docenti pena la sospensione dal servizio a scuola - i docenti obiettori avevano garantito comunque l’Istituzione scolastica sul loro stato di salute effettuando i tamponi necessari per ottenere il green-pass base da mostrare all’ingresso a scuola. Dal 15 dicembre 2021, imponendo l’esibizione del green-pass rafforzato da parte di tutto il personale scolastico per l’accesso al posto di lavoro, il Governo ha di fatto introdotto l’obbligo vaccinale verso il quale migliaia di docenti hanno ritenuto di rispondere secondo coscienza e convinzione affrontando la perdita di emolumenti e contributi.

Con la fine dello stato di emergenza i docenti obiettori sono stati riammessi allo stipendio ed ai contributi ma non possano entrare in contatto con gli alunni; sono di fatto trattati alla stregua di docenti non idonei all’insegnamento, una misura gravissima che viene di solito adottata solo per coloro che passano al vaglio di una commissione medica preposta a verificare l’idoneità del docente in quanto tale.

La misura adottata nei confronti dei docenti obiettori è priva di ogni fondamento sanitario, soprattutto alla luce dell’allentamento delle misure di contenimento che si sono susseguite fra aprile e maggio. Ed è davanti agli occhi di tutti che ogni giorno fra le migliaia di persone che contraggono il virus vi siano sia vaccinati che non vaccinati a riprova che il vaccino, se anche scongiura la terapia intensiva, non impedisce di essere contagiati né di essere contagiosi.

Perché dunque discriminare una persona non vaccinata che può ammalarsi allo stesso modo di un collega vaccinato e può infettare i propri alunni o essere infettato da loro come può succedere al suo collega vaccinato?
Perché un docente declassato per legge a “non idoneo” all’insegnamento deve essere posto alla gogna agli occhi dei suoi colleghi e dei suoi alunni trascorrendo a scuola - alla stregua di un impiegato generico - il doppio delle ore di un suo collega vaccinato, relegato in stanze inutilizzate, spesso indecorose, quando ve ne sono (data la penuria di aule), se non anche in ripostigli e locali di sgombero, ridotto nella maggior parte dei casi a leggere il giornale o intrattenersi con il cellulare? Non sarebbe meglio avere quei docenti in classe a svolgere regolarmente il loro mestiere dato che non vi è nulla che lo impedisca?

Siamo ancora in uno stato di diritto o in uno stato borbonico che non ammette dissidenti e li relega declassandoli agli occhi della comunità? 
Chiedi con me che i docenti relegati negli sgabuzzini ritornino immediatamente ad insegnare e che possano riavere la dignità ed il rispetto che meritano a prescindere dalle loro idee sui vaccini e le misure anti-covid.

Grazie!

148 hanno firmato. Arriviamo a 200.