L'ormai arcinoto virus Sars-CoV-2 ha cambiato le nostre vite da ormai un anno. In questo anno, che sembra oggi un'eternità, abbiamo assistito alla caccia sfrenata al colpevole, all'untore.

Il più facile tra questi capri espiatori sono stati, e ancora sono, i giovani, accusati di essere i primi e più importanti trasportatori del virus. Nei mesi scorsi sono state addirittura riprese anche varie ricerche scientifiche che dimostravano quest'accusa.

Discoteche si, discoteche no, scuole si, scuole no. Questa tarantella, frutto di questa caccia, è stata all'ordine del giorno di ogni aumento dei contagi. Più o meno a ragione. 

Anzi, a questo stadio, vogliamo dare ragione a quest'ipotesi: è logico pensare che i giovani (insieme ai lavoratori a contatto con il pubblico), avendo maggiori possibilità di contatto, hanno un'alta probabilità di contagiare (se non la maggiore).

In virtù di questa logica associazione, ne dovrebbe venire una ulteriore che, però, i maggiori ricercatori scientifici sembrano dimenticare, e vale a dire:

una volta assicurato l'accesso al vaccino alle categorie più fragili, è logico, per ridurre la diffusione e circolazione del virus (riducendo la possibilità che insorgano ulteriori varianti), iniziare a vaccinare i giovani, ovvero coloro che hanno più contatti con l'esterno e quindi un'alta probabilità di portare il virus in famiglia e far aumentare i contagi.

A onore della verità, qualche ricercatore ha pensato a questa possibilità. Proprio riportando il parere del matematico prof. Giovanni Sebastiani (vedi questo articolo) quest'appello si chiude, rivolgendosi direttamente al Governo Italiano affinché studi un piano per vaccinare da SUBITO anche i giovani (almeno quelli da 16 anni, considerando i risultati dei trial clinici finora disponibili per i vaccini oggi in circolazione).

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