Potenziare il Cashback di Stato e renderlo strutturale

Potenziare il Cashback di Stato e renderlo strutturale

Il Cashback di Stato è novità assoluta nel nostro paese, uno strumento di integrazione del reddito innovativo sotto molti punti di vista:
- È universale: è diretto a tutti i maggiori di età, senza alcun requisito di reddito o patrimonio.
- È individuale, anziché diretto al nucleo familiare
- È quasi incondizionato: l'unica condizione è fare un numero minimo di pagamenti
- È automatico: oltre l'iscrizione, non è necessario fare altro
Grazie a queste caratteristiche, è diventato subito molto popolare: quasi 9 milioni di persone hanno aderito fino ad oggi.
A differenza di molti strumenti condizionati (es. RdC), non è accompagnato né da pesante burocrazia (es. ISEE), né da stigma sociale.
La limitazione dell'importo restituito (attualmente fino a 150 euro a semestre), significa che è in proporzione più vantaggioso per chi ha meno.
Non abbiamo già tanti sussidi?
Non tutti sanno che per l'eccessiva burocrazia, la scarsa informazione, e lo stigma associato ai destinatari, gli strumenti mirati funzionano molto male.
Ad esempio, la Social Card arrivò solo al 19% degli aventi diritto [1].
Il recente Reddito di Emergenza non è riuscito a raggiungere nemmeno la metà della platea prevista: solo il 41% lo ha effettivamente ricevuto [2].
Cosa chiediamo?
Il Cashback è un sistema di integrazione del reddito efficace, semplice ed equo.
Per questi motivi, chiediamo:
- che venga potenziato, aumentando la percentuale al 15% o più
- che diventi strutturale, per rappresentare un sostegno sicuro nel lungo termine
- che l'intervallo di pagamento diventi più breve
- infine, allo scopo di ridurre efficacemente le disuguaglianze: che venga finanziato con misure redistributive (es. riforma fiscale progressiva)
[1] https://iris.unive.it/retrieve/handle/10278/32561/29002/11-Rizzi-Zantomio-on-line.pdf
[2] https://www.lavoce.info/archives/71170/perche-poche-famiglie-ricevono-il-reddito-di-emergenza/