Revisione delle norme relative allo sviluppo delle competenze di cittadinanza

Revisione delle norme relative allo sviluppo delle competenze di cittadinanza
Come è noto, la legge n. 92 del 2019 ha introdotto in via sperimentale per tre anni l’insegnamento di Educazione Civica in sostituzione della disciplina denominata “Cittadinanza e Costituzione”. Ciò ha comportato l’istituzione formale di una nuova e particolare materia di studio, insegnata in maniera trasversale da tutti/e i/le componenti dei Consigli di classe per non meno di 33 ore annuali da ricavare all’interno degli orari preesistenti; in altre parole, significa che l’Educazione civica è di fatto stata pensata come una materia collegiale, senza una specifica cattedra, con un orario minimo da ritagliare dal monte ore destinato alle altre discipline.
Anche in precedenza, in base a quanto disposto dalla legge n.169/2008, gli insegnamenti di Cittadinanza e Costituzione erano veicolati senza che fosse stata loro dedicata una cattedra specifica; tuttavia la norma istitutiva del vecchio insegnamento affidava l’istruzione in materia a una specifico gruppo di insegnanti, quelli di area storico-geografica o giuridico-sociale (qualcosa di simile avviene oggi con l’affidamento specifico dell’insegnamento dell’Educazione Civica ai docenti e alle docenti di area giuridico-economica, ove presenti). La più significativa differenza della legge del 2019 rispetto a quella del 2008 appena menzionata, riguarda però la previsione di un voto numerico specifico per la nuova materia, un voto di natura collegiale, non solo perché stabilito da tutto il Consiglio di classe in sede di scrutinio, ma soprattutto perché, di fatto, deve essere frutto della valutazione di tutti gli insegnanti che nel corso dell’anno scolastico hanno contribuito alla realizzazione dei percorsi di apprendimento legati alla nuova materia.
Queste previsioni stabilite dalla nuova norma hanno avuto naturalmente delle ricadute sul piano pratico, che i sottoscritti desiderano evidenziare:
- i/le docenti si sono letteralmente trovati/e ad insegnare, non importa per quante ore all’anno, una materia in più, con percorsi d’apprendimento e di valutazione specifici, con l’onere della rendicontazione dei suddetti percorsi e delle loro risultanze, e con l’obbligo implicito di operare artificiose e a volte insensate distinzioni di carattere epistemologico; così, per fare un esempio, l’insegnante di una materia, già di per sé trasversale come la Storia, si è trovato ad insegnare la sua disciplina preoccupandosi di dover distinguere sul registro se l’argomento affrontato fosse un argomento di Storia in senso stretto, come ad esempio potrebbe essere comunemente inteso un evento di Storia militare, oppure se fosse invece un argomento di Storia che poteva concorrere allo sviluppo delle competenze di Cittadinanza;
- tutte le figure a vario titolo coinvolte nell’attività organizzativa degli istituti scolastici, in un periodo difficile perché caratterizzato dalle necessità imposte dalla pandemia, hanno dovuto sostenere nuovi impegni di lavoro per adeguare i curricoli ai vincoli imposti dall’introduzione della nuova materia;
- nelle scuole si è in tal modo originata una grande varietà di esperienze. Ciò non ha rappresentato solo un fenomeno positivo, perché, in realtà, le situazioni venutesi a creare sono spesso state il frutto di prescrizioni, estemporanee ed arbitrarie, non sempre rispettose del principio di legalità e del divieto di aggravamento del procedimento amministrativo;
- studenti e studentesse, già di per sé oberati dalla necessità di rendere conto dei loro progressi negli apprendimenti, hanno dovuto sopportare lo stress di nuove verifiche, dal nostro punto di vista, evidentemente evitabili.
A fronte di questi problemi e considerate le modalità di attuazione dichiaratamente sperimentali della legge in oggetto, chiediamo che i percorsi per lo sviluppo degli apprendimenti legati alle competenze di Cittadinanza tornino ad essere promossi in maniera informale, attraverso l'apporto delle singole discipline, senza la previsione di uno specifico voto in materia.
Non vogliamo tuttavia un semplice ritorno al passato: crediamo che tutti i ragazzi e tutte le ragazze, in prossimità dell’esercizio del diritto/dovere di voto, debbano avere l’opportunità di conoscere le regole di funzionamento delle nostre istituzioni democratiche da docenti formati specificatamente per promuovere questo tipo di apprendimenti. Oltre a quanto richiesto, si rende perciò a nostro avviso necessaria una rimodulazione del monte orario degli istituti di secondo grado, così da poter inserire negli organici di tutte le suddette scuole insegnanti di area giuridico-economica.
Solo così, a nostro avviso, potrebbero essere sviluppate in maniera armonica le competenze in materia di Cittadinanza, permettendo a tutte le docenti e a tutti i docenti, agli studenti e alle studentesse di lavorare per il raggiungimento del medesimo obiettivo, senza l’appesantimento di inutili armature burocratiche.