Appello al Ministero dell'Università e della Ricerca contro la cancel culture

Appello al Ministero dell'Università e della Ricerca contro la cancel culture
Perché questa petizione è importante
L'università Bicocca di Milano ha provato a cancellare il corso su Dostoevskij del prof. Paolo Nori per evitare polemiche. Un provvedimento inaudito che se fosse passato sotto silenzio avebbe gettato i prodromi dell'intolleranza e della discriminazione.
Chiediamo che non venga censurata la cultura a prescindere dalla nazionalità degli scrittori e degli autori. No alla cancel culture, sì alla cultura e al dibattito pubblico.
Paolo Nori ieri ha ricevuto questa mail: “Caro professore, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice dì rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello dì evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione”.
Avrebbe dovuto tenere un corso in quattro lezioni – «gratuite e aperte a tutti» – sullo scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij; probailmente le terrà, poiché la mobilitazione generale via Social ha allertato tutti immediatamente, ma un tentativo di censura del genere è un pericoloso precedente che può favorire la cancel culture anche in ambiente universitario.
Bisogna favorire le competenze trasversali attraverso lo studio della scrittura, a prescindere dal luogo di nascita degli autori di cui si studiano i testi.
Chiediamo alla Ministra Maria Cristina Messa di intervenire e di sostenere iniziative al fine di arginare sul nascere la diffusione della cancel culture in Italia.
Sarebbe opportuno che anche il Ministro Patrizio Bianchi del Ministero dell'Istruzione attivasse iniziative volte a contrastare il fenomeno della cancel culture in ogni ordine e grado di Scuola.
Chiediamo al Dicastero MIUR di prendere provvedimenti:
se come auspichiamo mentre lanciamo la petizione sarà rientrato il veto alle lezioni di Nori in Bicocca, chiediamo di impedire episodi di intolleranza simili e di aprire un dibattito sulla infondatezza della cancel culture a 360 gradi.
No alla cancel culture in ogni forma, sì alla tolleranza e al dialogo costruttivo che incentivi la diffusione della cultura e sentimenti di rispetto e fraternità tra i popoli.