PETIZIONE AFAM 2020

PETIZIONE AFAM 2020
Perché questa petizione è importante
Il Sistema Afam a forte rischio collasso! Il D.P. R. pubblicato nel dicembre 2019 mina il futuro del settore! Si tratta di un pessimo provvedimento che conferma tutte le criticità che erano state espresse durante l’iter di approvazione:
- non prevede, neanche come ipotesi, la possibilità di espansione del settore visto che il Regolamento è a costo zero
- manca qualsiasi visione strategica di sistema nazionale visto che non è prevista alcuna abilitazione artistica nazionale e, a regime, il reclutamento sarà solo ed esclusivamente a livello di sede (salvo diversa scelta delle istituzioni)
- non esiste alcuna idea di programmazione unitaria e nazionale visto che viene messo a regime il sistema delle conversioni tra cattedre e tra queste e posti di personale tecnico amministrativo (e viceversa)
- contribuirà a complicare in maniera impressionante il reclutamento tenuto della moltiplicazione delle procedure che per i settori artistici più grandi bloccheranno le istituzioni per mesi se non per anni ivi compreso il contenzioso che potrebbe svilupparsi.
A ciò si aggiunga che, per il personale docente, viene confermato l’intreccio tra graduatorie nazionali (non meno del 35% e non più del 50% del budget per le assunzioni a tempo indeterminato) e procedure di reclutamento locale secondo modalità confuse e opache.
Più che un regolamento sul reclutamento si delinea di fatto un autentico disimpegno del MIUR in una fase di passaggio davvero decisivo per l’AFAM.
- Davvero incredibile è l’introduzione di una norma sul divieto di reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i tre anni senza prevedere nessuna procedura di stabilizzazione in violazione delle indicazioni europee.
- Vengono pesantemente negati i diritti all'inserimento in ruolo delle Graduatorie Nazionali (128, 205).
- Limitati i co.co.co. che rappresentano oltre il 40 % del personale delle istituzioni
IN DEFINITIVA SI TRATTA DI UN D.P.R. INAPPLICABILE E ILLEGITTIMO!
Oltre l'impegno delle diverse associazioni di categorie la presente petizione rivolta al nuovo Ministro di settore Afam vuole avere lo scopo di evidenziare per punti le criticità dell'intero comparto e aprire a un dialogo costruttivo per il futuro delle accademie e dei conservatori italiani, che non possono che essere riconosciuti, come previsto dalla 508 e 509 del 1999 settore terziario e universitario a tutti gli effetti come nel resto d'Europa!
LETTERA APERTA AL MINISTRO SUL COMPARTO AFAM
Egregio Ministro Ill.mo Prof. Gaetano Manfredi
innanzitutto congratulazioni per l'importante nomina.
Siamo docenti e non docenti del settore dell'Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) e le scriviamo queste righe in maniera assolutamente spontanea e condivisa, per presentarci e presentarle la complessa realtà dell' AFAM.
L'AFAM, come lei saprà bene, comprende le seguenti Istituzioni statali e non statali: Accademie di Belle Arti, Accademie legalmente riconosciute, Accademia nazionale di danza e Accademia nazionale d'arte drammatica, Conservatori di musica, Istituti musicali pareggiati, Istituti superiori industrie artistiche.
Il settore conta circa 7 mila docenti dipendenti statali ai quali si deve aggiungere il migliaio di docenti in servizio presso analoghi istituti non statali ma in via di passaggio allo Stato (come da L. 205/2017), circa 2 mila tecnico-amministrativi, e circa 7 mila docenti a contratto divenuti ormai assolutamente necessari per la vita delle Istituzioni.
Si tratta di un settore oggi in crescita esponenziale quanto a numero di studenti, come messo in evidenza da un recente focus ministeriale (https://www.repubblica.it/…/conservatori_crescita_teatro-2…/
Fortissima è inoltre l'attrattiva che il sistema italiano di Alta Formazione Artistica e Musicale esercita su studenti stranieri provenienti dai migliori College internazionali, che scelgono l'Italia per la qualità della formazione.
Con questa lettera vogliamo rappresentarle alcune criticità del nostro settore. Fermo restando che ogni aspetto dovrà essere verificato puntualmente nei dettagli e che a tal fine siamo disponibili a un confronto diretto, ci auguriamo che quanto leggerà qui di seguito possa servire da base per una roadmap di decisioni da prendere durante il suo mandato ministeriale.
A) Funzionalità del Ministero.
Ad oggi, primi di gennaio 2020, con l'anno accademico già iniziato da due mesi, non si è ancora provveduto alle nomine a tempo indeterminato dei docenti aventi diritto nonché ovviamente alle successive nomine a tempo determinato, sia dalle graduatorie nazionali che, ove esaurite queste ultime, da quelle di Istituto. È probabile che tale operazione si concluderà non prima della fine di gennaio (se non addirittura a febbraio), con irreparabili conseguenze per docenti e allievi, come l'impossibilità di programmare la didattica per l'intero primo semestre, cattedre da pensionamenti rimaste vacanti, corsi ed esami saltati, lauree rimandate, rischio di perdita di borse di studio, stipendi non pagati ai docenti in prorogatio, ecc.
L'invito è a provvedere affinché questa situazione di estremo disagio non si ripeta più negli anni a venire, sia attraverso la nomina di un dirigente apposito, sia grazie a una migliore funzionalità (si legga maggior organico) degli uffici AFAM.
B) Organici pesantemente sottodimensionati.
La Legge 508 del 1999 ha cristallizzato i numeri del personale dipendente di ogni Istituzione AFAM. Ciò genera ovviamente, alla luce di quanto scritto sopra riguardo alla vorticosa crescita del numero degli studenti, l'impossibilità di adempiere alla richiesta di un'offerta didattica sempre più adeguata ai tempi e ai crescenti numeri se non attraverso il meccanismo delle conversioni di cattedra, provocando forzatamente una diminuzione di organico in altri settori disciplinari.
Lo stesso avviene per le carenze ormai epocali del personale tecnico-amministrativo, del tutto insufficiente, e per le quali le conversioni di cattedre di docenza in posti da amministrativi non può veramente essere considerata la più logica delle soluzioni a fronte della carenza di docenti (eppure è una soluzione ammessa dal Ministero!).
È ineludibile, nel tempo, prevedere un ampliamento degli organici. Ciò risolverebbe anche il vulnus della mancanza di cattedre per docenti, presenti nelle graduatorie nazionali, di discipline comunque assolutamente necessarie alla formazione degli studenti.
C) Stabilizzazione del personale precario.
Dopo un decennio in cui praticamente non vi sono state assunzioni a tempo indeterminato -se non in numero limitatissimo da residui di Leggi risalenti allo scorso millennio ed estremamente inferiore rispetto al turnover- la L. 205/2017 ha dato inizio a un fruttuoso percorso di stabilizzazione per circa 2000 "precari storici" (su 7000 cattedre!) con alle spalle dai 5 ai 10, 15 e più anni di servizio a tempo determinato senza soluzione di continuità e su cattedre vacanti, inseriti in graduatorie nazionali redatte dal Ministero stesso, attraverso selettive procedure concorsuali (ex L. 143/04, L. 128/13, L. 205/17). La stessa legge, per superare il problema del precariato, ha predisposto in più anni l'assorbimento del personale a tempo determinato appartenente alle graduatorie nazionali. Si prevede, visti i flussi del turnover, di completare in sole quattro annualità detto percorso e l'anno accademico in corso, 2019-20, è già il secondo.
La richiesta è quella di non interrompere tale flusso virtuoso iniziato e di predisporre nuove regole per il reclutamento del personale solo al termine di detto percorso, quando; pressoché TUTTI gli appartenenti alle graduatorie di cui sopra (dopo le nomine 2019-20 saranno circa un migliaio, ovvero saremo a metà dell'opera) saranno stabilizzati secondo le stesse procedure.
Inoltre, è ormai ineludibile predisporre una nuova graduatoria per stabilizzare successivamente anche quei docenti che abbiano nel frattempo conseguito il requisito di legge dei tre anni di servizio (vedi Legge cosiddetta "Madia") sia nelle Istituzioni statali che non statali (i cui docenti immotivatamente non sono stati inseriti nelle graduatorie ex L. 205/2017).
D) DPR sul reclutamento.
Riguardo alle regole di reclutamento, nei giorni scorsi il Miur ha promulgato l'atteso decreto sul reclutamento. Si tratta tuttavia di un testo in larga parte obsoleto e inattuale, "nato già vecchio" e scollato dalla realtà dell'AFAM. Esso mostra i segni delle successive revisioni alle quali è stato sottoposto nel corso del lungo percorso di riordinamento del settore, iniziato nel 1999 (L. 508/99). Il testo manca infatti di una coerenza complessiva e, di più, ignora pronunciamenti legislativi intervenuti in questi anni (Legge cosiddetta "Madia" e L. 205/2017, e loro tempistiche), prevede disparità di trattamento di lavoratori ai quali una stessa legge ha riconosciuto uguali diritti (si veda il reclutamento previsto per gli appartenenti alle Graduatorie Nazionali). Il decreto prevede inoltre scadenze e una serie di prescrizioni irrealizzabili, assurde e immotivate (il divieto di reiterazione dei contratti ai precari oltre tot anni a chi è in attesa di stabilizzazione da anni e poi l'assenza di norme finanziarie che permettano dopo il 2021 l'assunzione a TI del personale ATA, per non parlare dell'obbligo del possesso di titoli di studio che per alcuni settori disciplinari non esistono proprio).
Si tratta di criticità già segnalate da tutte le componenti del sistema nonché dalle Commissioni parlamentari in sede di valutazione del testo preliminare. Eppure, tali segnalazioni sono state inspiegabilmente e colpevolmente ignorate.
Anche la sola lodevole eccezione positiva dell'avvio della procedura di passaggio alla prima fascia dei colleghi da decenni immotivatamente trattenuti nella seconda presenta la criticità per cui, anche se paradossalmente sono stanziati i fondi per i passaggi, non risultano quelli per la sostenibilità a regime, e in ogni caso viene previsto un passaggio concorsuale anche in qualche caso per esami francamente improponibile a colleghi con oltre 30 anni di docenza.
Questo regolamento va a nostro giudizio cassato, o quantomeno pesantemente rivisto, bloccato o rinviato -quantomeno al 2022-23 se non al 2023-24, una volta conclusa la stabilizzazione neri docenti nella filiera delle succitate GAE- in quanto in gran parte inapplicabile e a serio rischio di generare ulteriore precariato e instabilità.
E) Statizzazione Istituti musicali pareggiati e Accademie storiche.
Con la stessa L. 205/2017 e con altre disposizioni si è avviata a soluzione la vicenda trentennale della statizzazione degli Istituti Musicali Pareggiati e delle Accademie storiche sempre promessa e mai attuata da parte dei precedenti governi.
Le risorse sono già allocate, l'invito è quello di procedere speditamente.
Si chiede inoltre di tutelare quei docenti precari di dette istituzioni che pur avendo i medesimi requisiti dei docenti statali non sono stati immotivatamente inseriti nelle graduatorie nazionali.
F) Colleghi co.co.co.
Come scritto sopra, gli organici dei docenti dipendenti sono pesantemente insufficienti per coprire l'intera richiesta di formazione, produzione e ricerca.
Molte istituzioni hanno più docenti a contratto di quanti ne abbiano dipendenti.
Al di là di un provvedimento tampone inserito nell'ultima finanziaria che rinvia il problema di un anno, è necessaria una fase di decisioni importanti in questo settore.
La prima, a questo punto determinante, come già iscritto sopra, consiste in una scelta politica di implementazione degli organici.
G) Accompagnatori allo strumento.
È altresì ineludibile la definizione delle nuove classi di concorso relativamente ai pianisti e ai clavicembalisti accompagnatori, in modo anche da evitare pesantissime spese ricadenti sulle Istituzioni.
H) Formazione alla ricerca (ossia Dottorati).
Nonostante siano stati previsti dalla richiamata L. 508/99, i "dottorati", che in AFAM prendono il nome di "Corsi di formazione alla ricerca", non sono mai stati avviati, con tutte le conseguenze del caso (perdita di finanziamenti europei, impossibilità di sviluppare progetti di ricerca con altre università o enti di ricerca in Italia e all'estero, impossibilità di formare una futura classe di ricercatori e docenti in campo artistico e musicale con specifiche competenze avanzate, ecc.). Fa specie poi che il Paese dove le Accademie e i Conservatori sono nati sia l'unico a non avere una formazione di terzo livello in questo settore.
I) Status giuridico dei docenti.
L'AFAM è da sempre un settore "a metà strada" tra Scuola e Università.
Le regole sono spesso universitarie, ma le retribuzioni e molte normative sono invece legate al sistema scolastico.
Va sicuramente sciolto detto nodo, al fine di chiarire definitivamente lo status del docente e ricondurlo come avviene in tutta Europa all'università e non alla scuola.
Egregio Ministro, molte altre sarebbero le criticità da segnalare, ma riteniamo di essere probabilmente già stati prolissi.
Siamo pertanto a disposizione per incontrarla, con una nostra rappresentanza, per confrontarci direttamente e discutere insieme di ogni aspetto e problema, e di soluzioni praticabili, concretamente, proficuamente e con la meritata attenzione.
La ringraziamo per il suo tempo e le auguriamo Buon anno e buon lavoro!
DOCENTI E STUDENTI AFAM