In questi giorni è arrivata la sensazionale notizia: il congedo parentale al 30% è passato da 6 a 9 mesi e la paternità obbligatoria a ben dieci giorni. Stanno facendo passare questa come una grande riforma, quando invece è l'ennesima presa in giro, non adatta ai tempi, non adatta ai genitori lavoratori, non adatta alla crisi economica che sta affliggendo le famiglie e soprattutto non adatta al bambino e alla nuova famiglia. 

Come suggerito dall'Oms l'allattamento ESCLUSIVO del bambino dovrebbe essere garantito per i primi sei mesi di vita del piccolo, e possibilmente a richiesta. Ecco la prima falla. Ebbene, se anche la mamma lavorasse fino al giorno prima del parto (cosa non possibile e non umana), comunque arriverebbe al quinto mese, retribuita nella sua totalità. Quindi si chiede una maternità retribuita al 100% fino ai primi sei mesi di vita del bambino, a prescindere dal periodo della gestazione, che dovrebbe essere considerato a parte e comunque non conteggiato in questi sei mesi. 

A seguire, si chiede che il congedo parentale venga portato al 50%. In un mondo dove gli stipendi arrivano in MEDIA a 1500, è evidente che un contributo del 30% non è realistico nè realmente di aiuto. 

Non per ultimo, si chiedono pari diritti per le donne con p.iva attualmente ignorate e reale considerazione della paternità, passando da irrisori e inutili 10 giorni a tre mesi, affinchè il padre possa realmente essere di supporto e parte integrante della nuova famiglia. Inoltre, ridurre le discrepanze tra maternità e paternità, contribuirebbe a ridurre le differenze sul mercato del lavoro tra uomini e donne, ancora costrette a sentirsi chiedere in fase di colloquio "se si ha intenzione di avere figli".

Siamo e continuiamo ad essere il fanalino di Europa in materia di sostegno alla natalità e famiglie. E' una situazione umiliante e che deve assolutamente cambiare.