Basta querele temerarie! La mafia non blocchi il diritto di cronaca.

Basta querele temerarie! La mafia non blocchi il diritto di cronaca.
"Ora ci denunciano non solo per quello che scriviamo, ma per quello che diciamo in pubblico. Prima non accadeva, e succede sempre di più". A scriverlo in un post su Facebook è il cronista del Corriere della Sera Cesare Giuzzi, denunciando una situazione divenuta ormai insostenibile per lui come per tutti quanti quei giornalisti che per professione sono esposti in prima linea nel raccontare i fatti di criminalità organizzata che interessano il loro territorio in nome soltanto del diritto di cronaca. Un diritto ora più che mai minacciato dal fenomeno delle querele temerarie. Rivolte non più soltanto agli articoli scritti, bensì anche a tutte le potenziali asserzioni di fatti - veri - che si facciano in dibattiti pubblici.
Per un giornalista che si occupa di simili argomenti, ricevere una decina di querele all'anno per quanto scritto è la normalità. Ci si fa l'abitudine. Ma, nel momento in cui la querela diventa un'arma di intimidazione nei confronti di chiunque osi parlare di mafia e di chi con la mafia collude o intrattiene rapporti, allora diviene quantomai necessario intervenire per correggere le patologie del sistema.
"Il nostro problema non è la possibilità di finire in carcere, che è assai remota, ma le querele temerarie - scrive Giuzzi - . Serve una riforma: bisogna eliminare l’opposizione all’archiviazione, cioè la possibilità per chi querela di opporsi in via preventiva all’archiviazione del procedimento in modo da portare il denunciato comunque davanti al Gip. È una stortura perché se il pm ha chiesto l’archiviazione ha valutato che ci sono gli estremi per farlo".
Per questo, perché sia maggiormente tutelato il diritto di cronaca e il giornalismo possa effettivamente essere un'attività da "cane da guardia" nei confronti delle anomalie e dei vizi della società e del potere, chiediamo alla Ministra Cartabia, al Governo e al Parlamento italiano che venga rimossa o comunque drasticamente limitata l'opposizione all'archiviazione della notizia di reato per reati a mezzo stampa, e che vengano apposti adeguati paletti alle richieste pretestuose di risarcimento danni, altro grande ostacolo al pieno esercizio del fondamentale diritto alla libertà di stampa di cui all'art. 21 della Costituzione.
La querela temeraria - ricorda Giuzzi - è un problema soprattutto per i freelance, "che spesso non sono tutelati dai giornali: devono prendere l’avvocato e pagarlo di tasca propria. Senza contare le cause civili: le richieste di risarcimento toccano chi è meno tutelato lì dove è più debole: nel portafogli. E lo rendono ancor più vulnerabile".