ABOLIZIONE norma sui tatuaggi in Polizia e REINTEGRO di 6 ex poliziotti mandati a casa!

ABOLIZIONE norma sui tatuaggi in Polizia e REINTEGRO di 6 ex poliziotti mandati a casa!

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Arianna Virgolino ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Mario Draghi (Presidente del Consiglio dei Ministri) e a

PERCHE' ABOLIRE QUESTA NORMATIVA?

Non è, e non può essere, un tatuaggio a compromettere l'operato dell'agente o il decoro della divisa. Un tatuaggio non può stabilire se una persona potrà diventare un eccellente operatore di polizia o potrà fare bene il suo lavoro!

 
Il DM 198/2003 risulta DISCRIMINTORIO laddove prevede come causa di esclusione la presenza di tatuaggi in zona non coperta da uniforme.
 
●      Nel concreto viola l'art 21 della Costituzione Italiana “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”;
●      viola l'art 10 CEDU sulla libertà di espressione “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”; 
●      risulta discriminatorio per le donne che intendono accedere ai ruoli della Polizia di Stato, se presentano tatuaggi sugli arti inferiori (divisa ordinaria femminile - gonna), sono penalizzate e dichiarate non idonee al contrario degli uomini che possono tranquillamente possederli poiché coperti dal pantalone presente in ogni divisa;
●      dovrebbe essere abolita perché il suddetto Decreto Ministeriale, n. 198 del 2003, che detta i requisiti per l'accesso ai ruoli della Polizia di Stato e per agli appartenenti dei predetti ruoli (come sempre riportato su tale decreto), viene osservato, e nemmeno sempre (!), solamente durante le fasi concorsuali e, in relazione ai tatuaggi, non vengono più svolti accertamenti sul mantenimento del requisito specifico (principio ribadito più volte dal Consiglio di Stato che in svariate sentenze riporta quanto di seguito: “… l’appartenente alla Polizia di Stato, infatti, deve garantire l’idoneità psico-fisica in relazione a tutte le varie situazioni in cui possa essere chiamato ad intervenire. …”, cit. Sentenza Consiglio di Stato n. 2080 del 2020);
●      dovrebbe essere abolita perché il tatuaggio viene considerato un “DANNO ALL'IMMAGINE DELLA POLIZIA DI STATO”: “… la normativa è chiara nel senso di ritenere un nocumento all'immagine della polizia di stato la presenza di un tatuaggio, di dimensioni non trascurabili, in una parte del corpo non coperta da uniforme”, cit. Sentenza T.A.R. LAZIO n. 9782 del 2011. Come può un RESIDUO DI RIMOZIONE DI UN TATUAGGIO LEDERE L'IMMAGINE DELLA POLIZIA DI STATO, DAL MOMENTO CHE DIVERSI APPARTENENTI PRESENTANO SVARIATI TATUAGGI SCOPERTI DALL'UNIFORME ESTIVA ED INVERNALE???;
●      deve essere abolita perché il Decreto Ministeriale viene interpretato in modo arbitrario e discrezionale, questo anche perché mancano linee guida chiare e univoche, grazie a questa ambiguità il Ministero dell’Interno a volte si oppone e resiste fino al secondo grado di appello del diritto amministrativo, a volte deposita atti di rinuncia, altre volte fa finta di non vedere nulla! Durante gli accertamenti medici, anche il personale sanitario della Polizia è sfornito di linee guida a livello centrale cosicché l'idoneità o meno è oggetto di interpretazione: a volte sono stati sospesi gli accertamenti in attesa della rimozione completa purché effettuata nei termini concorsuali, altre volte un residuo di rimozione di tatuaggio in zona scoperta non è stato oggetto di esclusione mentre altre volte sì;
●      dovrebbe essere abolita poiché per giudicare l'eventualità che un tatuaggio possa essere indice di personalità abnorme dovrebbe essere verificato da un tecnico psicologo o da un medico psichiatra (entrambi interni alla Polizia) che al contrario, solitamente, non rientrano tra i componenti della commissione medica che verifica i requisiti fisici medici;
●      dovrebbe essere abolita perché, al contrario di quello che sostiene l'Avvocatura Generale dello Stato per conto del Ministero dell'interno, vale a dire: “… la valutazione medico-legale di questa Amministrazione comporta il riconoscimento di una idoneità non generica ma specifica, connessa ad una attività specifica quale quella dell'operatore di Polizia, che per definizione, è da considerarsi esposta maggiormente rispetto ad altre professioni …”, cit. Avvocatura Generale dello Stato protocollo n. 373166 del 2 luglio 2019, VISTO CHE IN OGNI REPARTO E/O UFFICIO DI POLIZIA È PRESENTE PERSONALE TATUATO IN PARTE DEL CORPO NON COPERTA DA UNIFORME;
●      DOVREBBE ESSERE ABOLITA PERCHE' IL TATUAGGIO ORMAI È ATTUALITÀ e non più stigma di criminalità come veniva considerato tempo fa;
●      occorrerebbe altresì abolire questa normativa obsoleta in quanto l'Italia è l'unico paese al mondo a mantenere ancora questo tabù sulla base del quale priva del posto di lavoro VINCITORI DI UN CONCORSO PUBBLICO. Un Paese che desidera stare al passo con gli altri Paesi Europei, dovrebbe quantomeno uniformarsi;
●      l'obiezione che il tatuaggio non possa trovare spazio tra gli appartenenti alle forze di Polizia in quanto segno identificativo del personale stesso (così da porre in eventuale pericolo l'appartenente) non trova fondamento e riscontro in nessuna normativa di livello primario e secondario (circolari dipartimentali comprese). Allo stesso modo non trova nessun riscontro il fatto che, una volta in ruolo, ci si possa invece tatuare ovunque (anche la giurisprudenza amministrativa ha ribadito che se non si può avere un tatuaggio durante il concorso a maggior ragione non lo si può avere durante il rapporto di servizio).
 
NON È, E NON PUÒ ESSERE, UN TATUAGGIO A COMPROMETTERE L’OPERATO DELL’AGENTE O IL DECORO DELLA DIVISA. UN TATUAGGIO NON PUÒ STABILIRE SE UNA PERSONA POTRÀ DIVENTARE UN ECCELLENTE OPERATORE DI POLIZIA O POTRÀ FARE BENE IL SUO LAVORO!!!

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