Si fa una continua pubblicità sulla lotta al tumore al seno ma in realtà, per chi si ammala, dopo una prima fase di intervento immediato, la situazione si sgretola:

• sparisce completamente la presa in carico da parte dell’ospedale di riferimento o breast unit (centri multidisciplinari di senologia) e le pazienti vengono lasciate sole a dover prenotare visite ed esami di controllo;
  
  
• non vengono garantiti gli esami fondamentali, come ecografie mammarie e mammografie, con la giustificazione che spesso la struttura ospedaliera di riferimento non possiede macchinari e personale adeguati per gestire l’elevato numero di pazienti;
  
  
• non è garantita una continuità assistenziale, per cui non sono sempre gli stessi specialisti a seguire la paziente;
  
  
• infine, la multidisciplinarietà è del tutto assente: la maggior parte delle pazienti non ha mai visto figure professionali quali ginecologo, psicologo o fisiatra che, secondo le linee guida, dovrebbero lavorare in équipe, per fornire un’assistenza completa ed efficace.

Si tratta in realtà di aspetti già previsti sia dalle “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia” (2014) che dalla Determina della regione Lazio n. G16239  "Rete oncologica regionale per la gestione del tumore della mammella” (2020) ma del tutto disattesi.

Chiediamo dunque l’applicazione delle leggi esistenti, come primo passo per costruire una sanità Pubblica, Gratuita, Umanizzata ed Universale che ponga sempre al centro la salute di tutte e tutti.

Assemblea per la salute delle donne
Coordinamento Regionale Sanità

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