La mensa dei lavoratori di Malpensa e Linate non deve chiudere!

La mensa dei lavoratori di Malpensa e Linate non deve chiudere!

Lanciata
12 agosto 2022
Firme: 493Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Luca Pistoia

USB Lavoro Privato Lombardia – Trasporto Aereo, portavoce dei sottoscrittori della presente petizione, chiede al Comune di Milano in qualità di proprietario di maggioranza del Gestore Aeroportuale “SEA SPA” degli scali milanesi di Malpensa e Linate, alla stessa SEA SpA e alle forze politiche di affrontare, ciascuno per le proprie competenze e con il proprio ruolo istituzionale, le rilevanti conseguenze dell’atteggiamento messo in atto dalla Dirigenza di SEA SPA nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati presso i sopracitati aeroporti. 

La Dirigenza di SEA SPA, infatti, in modo unilaterale, ha comunicato alle OO.SS., alla fine del mese di luglio 2022, la decisione di chiudere definitivamente le mense interaziendali di Linate, Malpensa T1 e T2 tra settembre ed ottobre 2022 e comunque non oltre la fine del mese di novembre 2022, con un progetto già definito e avviato.

Il GESTORE AEROPORTUALE “SEA SPA” ha presentato alle organizzazioni sindacali il progetto di chiusura delle mense già in fase avanzata e definita. La stessa SEA SPA, per non avere grossi problemi con i propri dipendenti, ha dichiarato che sarà erogato un ticket restaurant da 8 euro, senza la trattenuta dello 0,80%, per ogni giornata di lavoro indipendentemente dal fatto che il dipendente faccia la pausa o l’orario continuato, cercando di ingolosire i propri dipendenti. L’azienda, infatti, ha già concluso una convenzione con MY CHEF e CHEF Express a Malpensa e AUTOGRILL e MY CHEF a Linate. A Malpensa i dipendenti di SEA SPA con il ticket restaurant da 8 euro potranno consumare il pasto completo da MY CHEF zona arrivi, dove sarà dedicato uno spazio con 250 posti ai dipendenti SEA. A Linate i dipendenti SEA potranno consumare il pasto completo presso l’Autogrill dove saranno dedicati 120 posti ai dipendenti SEA. E tutti gli altri lavoratori aeroportuali? Non è un problema di SEA.

La Sea giustifica tale scelta asserendo che:
1)      il modello attuale non è in grado di garantire una offerta qualitativa soddisfacente ad un prezzo di mercato sostenibile, per mancanza di volumi idonei;

2)      L’infrastruttura di Malpensa Terminal 1 non è idonea ad ospitare un servizio di qualità,
visti i frequenti disagi per danneggiamenti;

3)      Il servizio a Linate e Malpensa Terminal 2 non è attivo durante il fine settimana e la sera, causa non sostenibilità economica per l’appaltatore, con insoddisfazione da parte dei colleghi in turno in quelle fasce orarie.
Un percorso che parte da lontano: ci hanno provato nel 2010/2011 quando i lavoratori di SEA e in particolare le GPG, erano riusciti a bloccare il percorso. Nel 2016 anche Airport Handling unitamente alle OO.SS., ha sottoscritto accordi per l’introduzione dei ticket e convenzioni con tutti i punti di ristoro in Aeroporto, che a distanza di uno/due anni non esistevano più, dovendo fare marcia indietro.

La verità è che la SEA attraverso i c.d. continuato e i BNE (fuorilegge), ha spinto i lavoratori non usufruire più della pausa mensa che dovrebbe essere fatta per legge per il recupero psico-fisico, tanto che ai lavoratori somministrati con contratti a 6 ore/giorno si chiede di fare 8, 9, 10 e pure 11 ore senza pausa.  La verità è che SEA non ha a cuore la salute dei propri dipendenti, ma solo il proprio portafoglio.

Il modello attuale è stato costruito nel tempo con l’obiettivo di chiudere le mense, far sì che i lavoratori non facciano la pausa, la mancanza di volumi idonei dipende da molti fattori e non semplicemente al prezzo di mercato sostenibile.

L’infrastruttura di Malpensa Terminal 1 ha ospitato per quasi 25 anni un servizio mensa, i frequenti danneggiamenti derivano da una voluta mancanza di investimenti nelle infrastrutture negli ultimi anni.

La verità è che molti lavoratori oggi, per effetto dei salari troppo bassi, rinunciano ad usufruire di un pasto per avere dei Ticket Restaurant a fine mese per fare la spesa. Il problema non è la mensa, sono gli stipendi troppo bassi, i più bassi d’Europa, e non siamo noi a dirlo.

La mensa è una conquista dei lavoratori di SEA di Linate e Malpensa che risale a più di 50 anni fa, con l’obiettivo di essere a disposizione di tutti i lavoratori aeroportuali, un luogo lontano dai passeggeri che accoglie i lavoratori nel loro recupero psico-fisico, uno spazio dove socializzare e che dia la possibilità di accedere ad un pasto caldo sia a chi è in stretto contatto con i passeggeri durante l’orario di lavoro, sia a chi lavora in piazzale al carico/scarico bagagli e merci in ogni genere di condizione climatica (con temperature che in estate arrivano a oltre 40° e in inverno a -10°).

La SEA predica bene e razzola male, ha perso il suo vero ruolo di Gestore Aeroportuale, che sventola il Welfare aziendale e mette in pratica l’esatto contrario. 

La SEA SPA è passata nel giro di pochi anni dal voler valorizzare, attraverso una vera e propria campagna, la pausa di lavoro per il pranzo o la cena come momento di relax e socializzazione, da consumarsi in un ambiente confortevole incentivando una dieta sostenibile e salutare attraverso la qualità del servizio, alla chiusura totale delle mense.

Per un lavoratore aeroportuale, che ha turnazioni H24 per 365 giorni all’anno, il tema della corretta nutrizione è fondamentale per la salute.

Le convenzioni fatte con i punti di ristoro, come già accaduto in passato avranno un tempo limitato con la conclusione che i dipendenti di SEA SPA non avranno più la convenzione e neanche la mensa. Per tutti gli altri lavoratori aeroportuali: il nulla.

Anche le dichiarazioni di SEA rispetto al maggior costo per l’azienda non ci convince, se è vero che aumentando ed erogando il ticket restaurant a tutti i lavoratori i costi aumentano e non sappiamo quanto verrà recuperato da spazi ed infrastrutture che non saranno più utilizzate come mense.

In tutto questo, come al solito, nel mezzo ci sono i lavoratori e le lavoratrici delle mense quasi tutti/e sopra i cinquant’anni a cui è stato verbalmente assicurato che un posticino di lavoro sarà trovato in aeroporto attraverso My Chef e Autogrill. Un’azione che nasconde la difficoltà delle aziende che lavorano negli aeroporti, dalle più grandi alle più piccole, a reperire personale disposto a lavorare a cottimo per pochi spicci, facendola passare come un’azione di mantenimento occupazionale. Tanto è vero che My Chef ha contattato subito una dozzina di lavoratori della mensa di Malpensa e altri di Linate proponendo un contratto con periodo di prova, da subito, sottolineando che la non accettazione immediata precludeva qualsiasi altra proposta alla data della reale chiusura della mensa. 

USB Trasporto Aereo Lombardia chiede al Comune di Milano in qualità di proprietario di maggioranza, di intervenire per modificare le politiche della dirigenza di SEA che, a seguito della pandemia e del conflitto in corso in Ucraina, ha operato un aumento della precarizzazione del lavoro, cessioni di ramo d’azienda, esternalizzazioni e, adesso, il tentativo di cancellare le mense interaziendali degli aeroporti milanesi.

Chiediamo:

-          Il mantenimento delle mense interaziendali;

-          L’erogazione del ticket restaurant come sostegno al reddito e non come sostituzione della mensa;

-          a SEA di fare una gara, non al ribasso, per fornire un servizio ai suoi dipendenti e ai lavoratori aeroportuali, che permetta all’aggiudicataria di offrire un buon servizio e di poter fare convenzioni con altre società senza dover pagare le royalties;

-          a SEA di incentivare la pausa ristoro e non l’orario continuato con eccedenze e straordinari;

USB Trasporto Aereo Lombardia chiede una firma di solidarietà per tutti i lavoratori aeroportuali e dell'indotto, per il mantenimento delle mense interaziendali negli aeroporti milanesi di Linate, Malpensa Terminal 1 e Malpensa Terminal 2.

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