L'art​.​54 della Costituzione della Repubblica italiana va rispettato

L'art​.​54 della Costituzione della Repubblica italiana va rispettato

100 hanno firmato. Arriviamo a 200.
Lanciata

Perché questa petizione è importante

Lanciata da ANPI DONGO

Con più consapevolezza e forza ci rivolgiamo ai Rappresentanti delle Istituzioni, ai Cittadini e alle Cittadine nella ricorrenza di un centenario, a cui guardiamo con orrore e timore, perché segna per l’Italia l’inizio di una marcia (28 ottobre 1922) che ci ha portato nella dittatura fascista e nella guerra. Non sottovalutiamo il contagio propagandistico di quei simboli e di quei segni: camicie nere e saluti romani. Ogni anno, da anni, a Dongo nel mese di aprile in prossimità dell'anniversario della Liberazione e del giorno della fucilazione di Mussolini in località Giulino di Mezzegra e dei Gerarchi a Dongo, si radunano in forma organizzata centinaia di militanti dell'estrema destra, in divisa di camicie nere, per commemorare con riti e cortei l’esecuzione del Duce e dei Gerarchi. I fascisti vengono a Dongo e a Giulino di Mezzegra perché sono i luoghi simbolo della fine del Fascismo, luoghi di culto e di memoria dei loro morti. I comportamenti dei partecipanti in divisa squadrista esprimono senza equivoci la volontà di propaganda del fascismo. Le riprese dei citati raduni e delle manifestazioni lo documentano. L'intervento dell'ANPI provinciale di Como, dell'ANPI di Dongo e dell’ANPI Lario occidentale presso le Istituzioni pubbliche (Questura e Prefettura di Como) e presso le Amministrazioni locali di Dongo e Tremezzina, per chiedere che tali raduni non fossero autorizzati, è sempre rimasto inascoltato. Le Autorità competenti, a ogni livello, autorizzano i raduni, richiamando il principio della libertà di manifestare opinioni. Libertà di espressione è un sacrosanto diritto, conquistato proprio con il sacrificio di milioni di morti che hanno combattuto per sconfiggere le dittature del nazifascismo. Questi raduni, con i loro riti e i loro simboli, sono invece celebrazioni del fascismo. Abbiamo davanti agli occhi la guerra: il massacro dei civili, senza pietà per i bambini, gli anziani, i malati indifesi, la distruzione delle città, delle case di cui vediamo le macerie materiali, ma soprattutto affettive della vita quotidiana. Chi ha vissuto nei tempi e nei luoghi della guerra rivive le paure e le angosce di un tempo che si sperava non ritornasse più. Dalla pandemia alla guerra: anche i più resilienti sono messi a dura prova. Aumentano le disuguaglianze sociali, le povertà. Alcuni diritti fondamentali per la convivenza sono indeboliti: la salute, l’istruzione, il lavoro con le quotidiane tragiche morti. Anche la democrazia, che è la partecipazione, soffre. Diritti e democrazia sono minacciati da formazioni organizzate che si ispirano al fascismo, al nazismo, al razzismo, che vorrebbero chiudere i Popoli in fortezze, che considerano nemici e invasori le masse dei migranti disperati che fuggono dalla fame e dalle guerre.
Aspettiamo “una legge che preveda la punizione delle condotte di propaganda dei contenuti propri dell’ideologia fascista e nazifascista. di discriminazione razziale, etnica e religiosa, nella attuazione della XII disposizione finale della Costituzione e che integri, aggiorni e rafforzi la legge Scelba” (Pagliarulo Presidente nazionale ANPI) Chiediamo scelte politiche coraggiose e coerenti che mettano al centro i valori che la nostra Costituzione dichiara e difende. Vogliamo essere una memoria attiva, che ricorda e onora il passato della guerra di liberazione per costruire il futuro.
Ci rivolgiamo alle giovani generazioni a cui gli ultimi Partigiani stanno passando il testimone. Dopo aver sofferto il distanziamento fisico e sociale imposto dalla pandemia, ora devono comprendere, tra confuse e contrastanti spiegazioni, l’incubo della guerra, la negazione dei valori che la Scuola e la Famiglia si impegnano a trasmettere: la solidarietà, la libertà, la pace. Le guerre non scoppiano per caso. Hanno cause remote e prossime in un contesto infiammabile entro cui la miccia esplode. All’incubo della guerra mondiale contrapponiamo il sogno della pace mondiale. Non una pace armata, né una tregua, ma un nuovo ordine del Mondo fondato sulla dignità di tutti i Popoli, sulla equilibrata e giusta distribuzione delle risorse, sulla fine di ogni forma di sfruttamento. Utopia? No. Sogno e desiderio dei Partigiani di ogni tempo. Resistiamo al virus dell’indifferenza, della rassegnazione, dell’ individualismo. Siamo partigiani di una nuova Resistenza, che, nata nell’antifascismo, oggi e nel futuro vuole costruire la pace. Come ANPI vogliamo che Dongo sia simbolo di una permanente civile resistenza. Sia luogo di conoscenza di quelle ultime tragiche giornate che hanno visto la fine della dittatura, la rinascita della democrazia e la nascita della Repubblica, che quei giorni di fine aprile siano celebrati come momento di confronto e di approfondimento della Storia e dei valori della Resistenza, della Costituzione e della democrazia nata con essa. Vogliamo dare speranza e voce all’Italia che resiste e guarda avanti, che affronta con
coraggio e impegno la fatica e i sacrifici di una sconvolta realtà. Dongo, simbolo di rinascita e di una resistenza civile non violenta, non appartiene solo al territorio lariano, ma a tutta l’Italia, all’Europa, al Mondo. Abbiamo bisogno che questo appello sia condiviso a livello locale e nazionale. Scriviamo questa lettera perché vogliamo coinvolgere Istituzioni, Associazioni, Personalità, la società civile tutta nel sostenere con forza la richiesta che NON SIA MAI PIU' autorizzata alcuna presenza organizzata di fascisti nelle loro macabre divise e il tempo non sia riportato indietro negli anni più bui della nostra Storia. In Italia, in Europa, nel Mondo ci sono organizzazioni che si richiamano a ideologie del passato, che scatenano i peggiori istinti di violenza, perdendo ogni umano e razionale controllo delle proprie responsabilità. Cercano di minare i valori della democrazia e della convivenza civile conquistati con le lotte della Resistenza. Stiamo vivendo tempi di crisi che chiedono un plus di responsabilità e di solidarietà ed è
urgente attivare vaccini culturali e morali. 

100 hanno firmato. Arriviamo a 200.