L’Adunata Nazionale degli Alpini deve continuare ad esistere

L’Adunata Nazionale degli Alpini deve continuare ad esistere
Partecipare all’Adunata Nazionale degli Alpini non significa solo vivere nel ricordo di chi ha fatto la Storia d’Italia, ha combattuto per la nostra libertà ed i nostri diritti ed ora “è andato avanti”, significa tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta; rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza; favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi; promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni; promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Significa garantire la presenza degli Alpini con 80 Sezioni in Italia, 30 nelle varie nazioni del mondo, più 8 gruppi autonomi: cinque in Canada (Calgary, Sudbury, Thunder Bay, Vaughan e Winnipeg), in Colombia, Slovacchia e a Vienna. Le Sezioni si articolano in circa 4.400 Gruppi. Ai circa 250mila soci ordinari si aggiungono circa 80mila Aggregati.
Essere Alpino vuol dire essere fedele a valori quali amor di Patria, amicizia, solidarietà e senso del dovere, cementati durante l’esperienza della naja (il servizio militare di leva), l’Associazione ha saputo esprimere concretamente queste doti, intervenendo in circostanze drammatiche, in Italia e all’estero: Vajont (1963), Friuli (1976/’77) dove nacque di fatto la Protezione Civile Nazionale, Irpinia (1980/81), Valtellina (1987), Armenia (1989), Albania (a favore dei kosovari 1999). E ancora in Valle d’Aosta (2000), Molise (2002), Abruzzo (2009-’10), Pianura Padana (2012) e in Centro Italia (2016-’17).
Tra le numerose opere di solidarietà, l’Associazione ha costruito in due anni di lavoro dei propri soci (1992/93), un asilo a Rossosch, in Russia, al posto di quella che fu la sede del comando del Corpo d’Armata Alpino nel 1942, durante quella tragica campagna bellica (i volontari impegnarti sono stati 721, in 21 turni, che hanno prestato quasi centomila ore di lavoro). Analoga operazione, su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo mons. Sudar, è stata svolta nel 2002, per ampliare un istituto scolastico multietnico a Zenica (in Bosnia) che ospita studenti bosniaci, serbi e musulmani.
In Mozambico dove nel 1993/94 gli alpini di leva parteciparono alla operazione umanitaria disposta dalle Nazioni Unite, in un paese sconvolto dalla guerriglia, l’ANA ha costruito un collegio femminile, un centro d’accoglienza per bimbi denutriti e uno di alfabetizzazione e promozione della donna. Nel 2018, a Nikolajewka (oggi Livenka) è stato costruito il Ponte dell’Amicizia sul fiume Valuji, che l’Ana ha donato alla popolazione della cittadina teatro dell’epica battaglia del 26 gennaio 1943, in cui gli alpini in ritirata ruppero l’accerchiamento sovietico e riuscirono a “tornare a baita”.
Numerosi gli interventi promossi sul territorio nazionale. Nel Comune di Ripabottoni (Campobasso) nel 2011 è stata costruita una Casa di riposo. Nell’Abruzzo terremotato sono stati impegnati 8.500 volontari della Protezione Civile ANA e il 14 novembre 2009 è stato inaugurato il “Villaggio ANA” a Fossa (L’Aquila) dove, grazie alle somme raccolte dall’Associazione e da altri enti, sono state costruite 33 case per gli sfollati del Comune abruzzese. Sempre a Fossa è stata costruita la Chiesa di San Lorenzo (inaugurata il 27 novembre 2010), oltre a numerosi altri interventi effettuati sul territorio del capoluogo abruzzese. Dopo le gravi, ripetute scosse di terremoto in Centro Italia del 2016 e del gennaio 2017 l’ANA ha aperto una raccolta di fondi in favore della popolazione, avviando e realizzando progetti per la costruzione di Centri Polifunzionali a Campotosto (opera inaugurata nel novembre 2017), Visso (2017), Arquata del Tronto (2018), Accumoli e Preci.
Un capitolo a parte merita l’Ospedale da campo. Il 19 marzo 1994 l’Associazione ha inaugurato un nuovo Ospedale da campo avioelitrasportabile, unico in Europa e forse nel mondo per una realtà civile, già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità. Il personale medico e paramedico è quello delle strutture sanitarie più avanzate. Tra gli ultimi interventi quello a Kinniya nello Sri Lanka dopo il devastante tsunami, dove per sei mesi è stata attivata una parte dell’ospedale con medici, infermieri, personale tecnico e volontari della nostra Protezione civile. E soprattutto, il “miracolo degli Alpini”, ovvero la costruzione in soli sette giorni dell’ospedale nella Fiera di Bergamo per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19.
I fatti che si sono registrati a Rimini devono essere perseguiti con la massima determinazione, il rispetto per le Donne, nostre Mamme, Mogli, Figlie, Amiche non deve essere in alcun modo e da nessuno violato per cui chi si è reso colpevole di tali gesti deve essere punito ed allontanato senza la minima esitazione, chi da infiltrato e ha macchiato l’immagine degli Alpini deve essere colpito pesantemente per il danno di immagine causato.
Poche “mele marce e maleodoranti” non devono essere prese a scusante per annullare tutto ciò che significa essere Alpini con la nostra Storia centenaria.
L’Adunata Nazionale degli Alpini deve continuare ad esistere non solo nel ricordo di chi “è andato avanti” ma anche e soprattutto per ricordare a tutti che essere Alpini significa mettersi al servizio della Comunità, degli Altri senza distinzioni di etnie. W gli Alpini - W l’Adunata