Salviamo la pesca Mediterranea

Salviamo la pesca Mediterranea
� Al Presidente del Parlamento Europeo - Bruxelles
� Al Presidente del Consiglio dei Ministri – Roma
� Al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Roma
� Al Comando Generale delle Capitanerie - Roma
� Alla Direzione Generale della Pesca c/o MIPAAF – Roma
� Al Presidente della Regione Siciliana – Palermo
� All’Assessore Regionale all’Agricoltura - Palermo
� Alla Direzione Marittima di Catania e Palermo
� Alla Guardia di Finanza c/o sede
� All’Ufficio Territoriale del Governo - Prefettura di Catania
� E p.c. Al Signor Questore c/o la Questura di Catania
� E p.c. A tutte le Associazioni di Categoria presenti in Europa
Prot. n. 901-2021 /S.E.L.
Oggetto: BUSINESS FISH ? - La Pesca del Tonno e le relative quote fanno parte di
un presunto “disegno di business” gestito e coordinato da comitati d’affari -
poteri forti i quali tramite artifizi e raggiri sono riusciti a trarre in inganno (?)
politici, scienziati ecc.- Richiesta di iscrizione nel Registro notizie di reato e
contestuale richiesta di indagine parlamentare europea e degli Stati membri
Il sottoscritto Micalizzi Alfio Fabio nella qualità di Presidente della Federazione
Armatori Siciliani (associazione costituita con atto pubblico in data 15-07-1991),
nella qualità di pescatore marittimo professionale e, nella qualità di cittadino utente
consumatore espone e denuncia quanto segue:
a) A seguito delle reiterate regole volte a limitare lo sforzo di pesca, soprattutto
nel Mediterraneo, da parte della Comunità Europea con l'attività della
commissione europea della pesca, con regole applicate ai paesi comunitari ma
non ai paesi non comunitari che si affacciano sul Mediterraneo e concorrono
allo sforzo di pesca più dei paesi comunitari in quanto privi delle regole
restrittive che hanno caratterizzato gli ultimi 10 anni – pescatori e Imprese di
Pesca provenienti dai Paesi extracomunitari che sono diventati più agguerriti
e, che hanno ottenuto maggiori finanziamenti dai loro Stati i quali hanno
addirittura facilitano, la costruzione di nuovi pescherecci, ritenendo la pesca
una delle voci più importanti delle loro economie, incentivando il Comparto
con oltre il finanziamento di nuove costruzioni di imbarcazioni dotate di tutte
le attrezzature e avanguardia tecnologica, anche con facilitazioni fiscali e
previdenziali, ritrovandosi con una flotta numerosa ed in grado di competere
oltre che nella pesca anche nella commercializzazione, in quanto con
equipaggi più numerosi possono permettersi una migliore selezione del
pescato, sostituendosi ai paesi comunitari ormai incapaci di dare produttività
alle loro aziende, e quindi senza alcun futuro;
b) Lo scopo primario della commissione pesca è stato quello del preservare gli
stock ittici, in grave sofferenza a causa di un ormai insostenibile sforzo di
pesca, ed individuando nella riduzione di questo l'unica soluzione per un
rapido ritorno ai livelli ottimali! Scopo ampiamente condiviso da tutti i governi
e da tutti i componenti della commissione pesca, e, persino dai pescatori, che
dal mare traggono sostentamento e che se il mare non è più in grado di non
poter più dare i primi a pagare sono loro!
c) La contestazione nasce non tanto nel merito, quanto nel metodo e merito
con cui si è evinta la sofferenza degli stock ittici, sia nel considerare la pesca
come unica causa, tralasciando di considerare il degrado ambientale e
l'inquinamento prodotto dalla forte antropizzazione dei territori,
l'industrializzazione, l'agricoltura ormai solo laboratorio chimico, con tutte le
infiltrazioni che hanno inquinato falde acquifere e fiumi che scaricano tutto in
mare, non contando neanche la mancata depurazione degli scarichi reflui,
soprattutto sottocosta, e per non parlare del caotico, per quanto
indispensabile, traffico navale.
d) Tutto ciò dovrebbe essere stato frutto di un corposo studio scientifico con
biologi, oceanografici e tutti quegli esperti che dopo anni di ricerche e
comparazioni di dati avrebbero potuto fare una valutazione, scientifica, del
problema ed adottare tutte quelle soluzioni atte a risolvere il problema!
e) La commissione pesca, ha ritenuto invece, che l'unica responsabilità sia da
attribuire alla pesca e di sentirsi in dovere di ridurla ed in certi casi chiuderla
definitivamente, come più volte dichiarato dai membri!
f) Il metodo che viene contestato, ed in funzione del quale sono state emesse
delle regole, uguali sia per gli oceani che per il Mediterraneo, con una
evidente biodiversità in quanto mare chiuso e meno profondo, evincendo la
diminuzione degli stock ittici non tanto da studi scientifici che tengano conto
di tutte le variabili prima elencate, ma sulla deduzione del fatturato e dalla
elaborazione dei dati dei giornali di pesca, i log book, che effettivamente
dimostrano una drastica riduzione delle catture!g) La malafede, artatamente, sta nell' omettere. dai calcoli la diminuzione
drastica, più del 50% della flotta comunitaria, dovuta alle demolizioni,
incentivate sempre dalla comunità Europea, non riuscendo più ad operare ed
a concorrere con i paesi rivieraschi che operano con normative meno
vessatorie, e con l'importazione selvaggia spesso spacciata per prodotto
nazionale!
h) è stato spacciato un dato falsato da un calcolo volutamente errato e
danneggiando gravemente un importante voce dell'economia!
i) La ripartizione delle quote, soprattutto per la pesca del tonno e pesce spada è
stata fatta con il criterio di penalizzare soprattutto la piccola pesca e la pesca
artigianale, non tenendo conto quindi delle stesse direttive comunitarie che
avevano come priorità sia il criterio ambientale, quindi imbarcazioni con poco
o ridotto sforzo di pesca per le loro ridotte dimensioni, sia del contesto
socioeconomico di quei paesi in cui la pesca è l'unico motore economico,
favorendo così la costituzione di grandi gruppi, che sia per elevata
disponibilità economica, sia per la capacità di leggere e recepire le direttive
comunitarie hanno in realtà concentrato, legalmente, le quote pesca!
j) Intendiamo fortemente denunciare, in tutti i luoghi preposti, questa
sciagurata gestione della commissione europea della pesca che ha
letteralmente ridotto sul lastrico la flotta europea, che non chiede
l'abolizione delle regole per pescare sino ad asciugare il mare, anzi, chiede
delle regole, basate su dati scientifici seri che regolamentino la pesca
considerando i pescatori alla stregua dell'ambiente in cui operano!
k) La denuncia andrà inoltrata in tutte le sedi preposte, ivi compresa l'assemblea
comunitaria che dovrà tenere conto del parere di una commissione di tecnici
comunitari della pesca, oltre che ad esperti di biologia, oceanografia ecc.
l) La Denuncia non potrà prescindere dal quantizzare l'enorme danno prodotto
da questa scellerata gestione!
Lo scrivente n.q. chiede al Parlamento Europeo e ai relativi componenti della
Commissione Pesca e Commissione per le Petizioni, nonché al Parlamento italiano,
al Ministero per le Politiche Agricole, ai Presidenti di Regione, all’Autorità Marittima,
agli Uffici territoriali del Governo di attivare di attivare tutte le misure necessarie
utili a poter fare piena luce e, in grado di poter accertare eventuali anomalie, truffe,
manipolazioni, falsificazioni di dati scientifici e/o manipolazioni di ricerche ecc. che
avrebbero permesso di creare dei “mercati privilegiati” per la pesca e la
commercializzazione di alcune specie ittiche come ad esempio il Tonno – Thon –
Atun – Thunnus – Thinnus - ecc….
La Federazione Armatori Siciliani in sintonia con l’ Associazione Pescatori
Marittimi Professionali chiede che venga istituita una commissione d’inchiesta eTavoli Galleggianti per la Trasparenza presso i territori regionali e nazionali utili a
poter acquisire dati e informazioni da tutte le marinerie d’Italia e d’europa e, che
vengano nominati anche i pescatori professionali in tutte le commissioni dove si
parla di ripopolamento ittico, quindi non solo scienziati, politici, progettisti, lobbisti.
Con il presente atto si deposita formale denuncia querela nei confronti i quali
avrebbero “condizionato” a parere di molti pescatori professionali, il Parlamento
Europeo tramite “dichiarazioni e certificazioni” ottenute grazie a complicità di
vario genere, nonché tramite artifizi e raggiri che, hanno portato a fare credere
che il Tonno Rosso sarebbe una specie ittica in pericolo di estinzione a causa della
Pesca, favorendo di fatto un meccanismo anomalo che riguarda la stessa pesca
nonché commercializzazione del prodotto ittico, attivando di fatto mercati paralleli,
identificabili come “mercato nero del Tonno” . -
Il Tonno Rosso, secondo diversi pareri autorevoli, a seguito di ricerche scientifiche
ecc., sarebbe a rischio così come tutte le altre specie ittiche, non per causa della
pesca, ma bensì per cause che riguardano l’inquinamento e per la mancata tutela
del mare dai cambiamenti climatici, surriscaldamento eccessivo delle acque,ecc.
Alcuni studi, avrebbero addirittura individuato il Tonno quale responsabile aggiunto
di mancato ripopolamento ittico, visto che lo stesso si nutre grazie a quantitativi non
quantificabili di specie ittiche anch’esse a rischio.
Chiede inoltre che il presente atto venga trasmesso, dagli Uffici / Istituzioni in
indirizzo, alla Procura della Repubblica competente per territorio e, di essere
informato nel caso di proposta di archiviazione ai sensi dell’art. 408 c.p.p. nel caso di
proposta di archiviazione da parte del PM affidatario della presente notizia di reato.
Elegge domicilio Legale presso lo Studio dell’Avv.to Francesco Silluzio sede di
Catania Via E. D’Angiò n. 2 - 95123 Catania
Catania lì, 06-08-2021
Il Presidente
F.to Alfio Fabio Micalizzi