“Gli Eroi Dimenticati” : Lettera aperta della Comunità alla Politica

“Gli Eroi Dimenticati” : Lettera aperta della Comunità alla Politica

Lanciata
14 agosto 2022
Firme: 143Prossimo obiettivo: 200
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Dario Conte

L’Organizzazione di Volontariato “Mario Conte per i Diritti dimenticati” di Bergamo, promotrice di attività culturali per anziani autosufficienti della fascia di età 70/90 anni, in applicazione del dettame dell’art. 32 della Carta costituzionale “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” si propone di sollecitare le forze politiche, che, a breve, avranno l’onere e l’onore di tradurre in atti normativi la volontà del Popolo Italiano, a rendere il Servizio Sanitario Nazionale uno dei cardini delle prossime riforme, mettendo in essere azioni concrete ed efficaci che siano risolutive delle ormai  impellenti necessità di seguito palesate e vissute, anche in prima persona, dai nostri stessi iscritti e dalla Comunità italiana tutta.

Questa petizione trova la sua motivazione nell’evidenza riscontrata che i programmi elettorali per le prossime elezioni relegano la Sanità agli ultimi posti nella scala dei problemi da risolvere, indifferenti alle sollecitazioni che provengono dalla Comunità: non si procede  a semplificare gli esami di accesso alla facoltà di medicina, a rendere più rapidi i concorsi, ad allargare il numero degli addetti alla Sanità nelle politiche d’inserimento al lavoro, a valorizzare e a retribuire adeguatamente la professionalità, a promuovere la ricerca in modo che i giovani laureati trovino occasioni di studio, di approfondimento e di riconoscimento economico più appetibili rispetto ai contratti offerti da altri Paesi.

In riferimento ai disservizi, da più regioni si rincorrono le stesse notizie: la carenza dei medici di famiglia, se non addirittura l’assenza in alcuni Comuni con le relative difficoltà ad accedere ad una visita medica, la dislocazione della guardia medica fuori dal proprio comune,  l’esiguo numero delle ambulanze disponibili e il conseguente ritardo nell’arrivo, le lunghe attese di oltre 8/15 ore al Pronto Soccorso, se non addirittura il rinvio ad altre strutture, le attese di oltre 9 mesi per visite specialistiche e esami diagnostici, che inducono chi ha disponibilità economica ad optare per le prestazioni della sanità privata con parcelle oltre i 120 euro,  ma  costringono la maggioranza della popolazione ad attendere tempi talmente lunghi da pregiudicare, in modo spesso irreversibile,  la propria salute.  

Di fronte a queste drammatiche esperienze, noi utenti sempre più insoddisfatti, delusi e amareggiati dal Sistema Sanitario Nazionale siamo spesso portati ad esprimere giudizi negativi nei confronti di coloro che sono in prima linea nelle funzioni di assistenza e cura, senza comprendere che Medici, Infermieri, OSS, ASA e Volontari, giustamente celebrati come eroi nella lotta contro il covid, vivono quotidianamente l’amarezza, la frustrazione e l’impotenza di coloro che, da esperti del settore, ciascuno nel proprio ruolo, sono più consapevoli delle reali cause dei disservizi, delle carenze e lacune del Servizio sanitario nazionale e dei possibili interventi che potrebbero migliorare la situazione, ma che rimangono spesso inascoltati e  inattuati.

Sicuramente,  in seguito al covid, sono state costruite nuove strutture di assistenza e cura, arricchite le attrezzature ospedaliere (purtroppo a macchia di leopardo sul territorio italiano), sviluppati settori di alta specializzazione, ma è rimasta comunque molto penalizzata la risorsa fondamentale e insostituibile dei professionisti della Sanità, sia nel numero degli addetti che nelle condizioni di vita e di lavoro degli stessi all’interno delle strutture (si pensi p.e. alla medicina di urgenza), sia in ambito ospedaliero, che territoriale con turni massacranti che hanno prodotto svariati casi di prepensionamenti, di burnout, addirittura di morti in orario di servizio.

Si rinnova dunque la sollecitazione a coloro che ricopriranno un ruolo istituzionale a ripensare il Servizio Sanitario Nazionale in un’ottica più fattiva, rigorosa e capillare negli interventi, che parta dai bisogni diffusi dei meno abbienti, anche progettando una diversa allocazione delle risorse, in modo da non lasciare inascoltate le istanze che provengono da tutta la Comunità e restituire fiducia e speranza a chi vive con preoccupazione e angoscia il proprio futuro.

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