Armocromia: una disciplina libera non un marchio commerciale

Armocromia: una disciplina libera non un marchio commerciale
La parola "armocromia" è stata registrata come marchio nei primi mesi del 2020.
In Italia tale parola indica una disciplina: quella che nei paesi anglosassoni è nota come color analysis, ovvero l'analisi del colore.
Il marchio ARMOCROMIA (parola) è in contrasto con l’Articolo 7, comma 1, lettere b), c) e d) RMUE e pertanto deve essere escluso d’ufficio dalla registrazione.
Infatti secondo l’Articolo 7, n. 1 sono esclusi dalla registrazione: b) i marchi privi di carattere distintivo; c) i marchi composti esclusivamente da segni o indicazioni che in commercio possono servire per designare la specie, la qualità, la quantità, la destinazione, il valore, la provenienza geografica, ovvero l'epoca di fabbricazione del prodotto o di prestazione del servizio, o altre caratteristiche del prodotto o servizio; d) i marchi composti esclusivamente da segni o indicazioni che siano divenuti di uso comune nel linguaggio corrente o nelle consuetudini leali e costanti del commercio;
Il marchio che consiste esclusivamente nel termine ARMOCROMIA non è atto a distinguere dei prodotti o servizi distintivi, ma viene meramente percepito dal pubblico di riferimento come un elemento che fornisce generali informazioni sulla natura dei prodotti in questione e privo di qualsivoglia attitudine ad indicarne l’origine.
A riprova del fatto che in Italia il termine ARMOCROMIA è usato da molti anni dagli esperti del settore per identificare la disciplina che studia e analizza i colori si rimanda al libro “La più bella sei tu” di Grazia Barcelli e Longhi Maria Grazia pubblicato nel 1998 . Numerosissimi gli articoli che già a partire dalla fine degli anni '90 pubblicano articoli e post utilizzando il termine armocromia.
La parola armocromia è usata quotidianamente dagli operatori del settore (in particolare, operatori della moda e della cosmesi, consulenti d’immagine, stilisti, artisti, truccatori, visagisti, estetisti, ecc.) nell’ambito della propria attività professionale, per trattare i propri clienti attraverso lo studio dei colori e l’individuazione di un insieme di tonalità di colore in grado di valorizzare la persona secondo un criterio di armonia cromatica, nonché per descrivere le caratteristiche dei propri prodotti.
E’ quindi non solo nell’interesse degli operatori del settore ma, soprattutto, del pubblico dei consumatori che quotidianamente fruiscono dei servizi offerti dagli operatori di cui sopra oppure acquistano prodotti sulla base di una scelta cromatica, che il termine resti nella libera disponibilità di tutti coloro che potenzialmente possano farne uso nell’ambito delle proprie attività .