RICHIESTA EQUITÀ ASSUNZIONI CTD POSTE ITALIANE

RICHIESTA EQUITÀ ASSUNZIONI CTD POSTE ITALIANE

167 hanno firmato. Arriviamo a 200.
Lanciata
Petizione diretta a
Dipendenti attuali e

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Ivan Alfieri

Negli ultimi anni si è avvertita, da parte di tutti gli ex dipendenti di poste italiane (CDT), una notevole discrepanza in graduatoria, data dalle politiche di assunzione inique applicate dall'azienda. Spesso si sottolinea che l'azienda sia una S.p.a , ma si dimentica che una bella fetta delle azioni è ancora detenuta dal Ministero delle Finanze e quindi dalla cassa deposito e prestiti. Inoltre l'azienda stila delle graduatorie, le quali vengono vergognosamente spazzate via dalle politiche di assunzione adottate durante periodo Covid. In poche regioni del Nord d'Italia sono stati riassunti ragazzi che hanno avuto, non solo l'opportunità di lavorare nella propria regione, ma anche di avere una possibilità economica tale da poter essere sostenuti in un periodo di totale caos, che ha delineato anche l'aspetto economico delle famiglie. La stessa possibilità non è stata data al resto delle regioni italiane nonostante presentassero le stesse difficoltà di reclutamento e di mole lavorativa. Riteniamo in molti quindi che chi ha lavorato in passato, e quindi sia ormai da anni rinchiuso in un vertiginoso ciclo infinito secondo il quale non verrà assunto o tra molto, né per titoli, né per merito, debba ricevere un sostegno dai criteri di assunzione. Si chiede da tempo all'azienda di aggiungere ai criteri già adottati la data di assunzione, così da favorire chi ha pensato prima di voler lavorare in azienda e di conseguenza aspetta anche da più tempo. In questo modo si potranno dare pari dignità a tutti pur rispettando i criteri già adottati. In ultimo è da constatare che i contratti determinati sono stati creati per una futura conversione ad indeterminato, e non per creare precariato infinito. Ci sono carenze in praticamente ogni ufficio d'Italia, ma la politica dell'azienda è limitata al momento di maggiore produzione, una giustifica che da anni ormai non regge, soprattutto dopo i numerosi pensionamenti, morti da Covid e quote 100 oltre che trasferimenti e sportellizzazioni. Il recapito è allo sbaraglio e si sta interrompendo un servizio pubblico della quale Poste Italiane regge il podio da decenni e essa stessa dovrebbe tutelare. Siamo oltre 5000 persone, l'unione fa la forza. Grazie a tutti.

167 hanno firmato. Arriviamo a 200.