Aiutiamo Antonio e Kevin a tornare tra le braccia della loro mamma e a non essere adottati

Aiutiamo Antonio e Kevin a tornare tra le braccia della loro mamma e a non essere adottati

520 hanno firmato. Arriviamo a 1.000.
Lanciata
Petizione diretta a
Comune di Roma, Servizi Sociali,Comune di Altamura

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Antonia Alicchio

Mi chiamo Armiento Rossella,ho 24 anni e sono mamma di due splendidi bambini,Antonio di quasi 6 anni e Kevin di quasi 3.
Il mio non è un caso di alienazione parentale,ma di un'ingiustizia da parte del tribunale dei minorenni di Roma,della curatrice speciale,della tutrice,di psicologi e centri di neuropsichiatria infantile che hanno inventato cose su cose e purtroppo vengono sempre creduti,facendo attuare dei decreti per separarmi per sempre dai miei figli e non accogliendo le richieste di affido di mia madre che ne ha tutti i diritti (Art. 1 della legge 184/83,Cass. Sez 1 n.7559/18,Cass. Sez 1 n.16357/18,Cass. Sez 1 n.16796/09,Sez 1 n.274/20,Cass 3915/18),avendo un posto statale a tempo indeterminato come collaboratrice scolastica in una scuola media,una casa e due fratelli con posto di lavoro a tempo indeterminato che collaborano alle spese. Ma nonostante queste buone prospettive hanno inventato che mia madre non è idonea perché indagata di maltrattamento su minore anche lei (assolutamente non vero),di essere stata valutata in un centro di psicologi a Roma quando nella realtà lei non ci è mai andata. In questo centro sono stata valutata anch'io per ben due volte e anche i miei figli. Nella prima valutazione,hanno fatto emergere di essere bipolare e a tratti schizofrenica; mentre nella seconda valutazione hanno fatto emergere di avere tendenze depressive,fredde,distaccate e asociali. Premetto che i bambini sono figli di due padri diversi,il papà del primo ha problemi con la giustizia e con lui mi sono lasciata nel 2017..mentre il papà del secondo è incensurato,di buona famiglia,con un lavoro stabile e mi sono lasciata dopo una serie di problemi avvenuti nel 2018 quando dopo essermi trasferita da lui a Roma, mio figlio Antonio scavalca il lettino con le sbarre e si frattura un braccio. Purtroppo in concomitanza aveva un livido in fronte causato dalla caduta,punture di zanzare varie,bollicine d'acqua sotto i piedi...tutto ciò mi ha travolto in un tornado,e sono stata accusata con il mio allora compagno di maltrattamento su minore. Dopo 15 giorni di ospedale,convinti di tornare a casa,vengo chiamata dagli assistenti sociali dell'ospedale Bambino Gesù,che mi comunicavano il decreto del tribunale dei minorenni di Roma dove chiedevano l'allontanamento immediato del minore, e la collocazione dello stesso in una struttura protetta. Passati due mesi,vengo contattata dalla tutrice,che mi comunica le visite una volta la settimana per un'ora in uno spazio neutro sito a Velletri. Nel frattempo mi accorgo di essere incinta,ma mi sono recata regolamente da Antonio fino al nono mese di gravidanza e anche dopo il parto del secondogenito. Dopo 7 mesi,dal nulla,vengo sottoposta con il mio ex compagno agli arresti domiciliari senza alcuna motivazione sospendendo le visite con mio figlio. Riesco,tramite avvocato,a revocare la misura cautelare che viene accolta ma viene sostituita con il divieto di avvicinamento al bambino. Passano due anni senza vedere e sentire Antonio (per fortuna i miei genitori sono riusciti poi ad ottenere le visite una volta al mese per un'ora,ma causa covid si sono interrotte e sono passati alle videochiamate),e nel frattempo io sono tornata a casa della mia famiglia in Puglia dove Kevin stava crescendo serenamente...il tribunale chiede ai servizi sociali del comune di Altamura (Bari) dove siamo residenti,di effettuare delle visite domiciliari perché spaventati per l'incolumità del minore. Per 6 mesi si è recata un'educatrice a casa,e ha relazionato il tutto in maniera positiva ma il 14 settembre 2020 il tribunale decide di mandare in casa famiglia Kevin unitamente con me,se disponibile. Ovviamente accetto. Sono sempre stata collaborativa e disponibile,le relazioni sono state impeccabili per un anno facendo emergere solo cose positive sul mio rapporto con Kevin,sull'igiene ecc ecc.. ma non sono state per niente prese in considerazione. Al contrario le hanno unite, negativizzandole. E per questo il 27 dicembre 2021 dopo 14 mesi in casa famiglia,mi arriva il decreto con la decisione di mandare il bambino in un'altra struttura completamente da solo rendendo adottabile sia lui,che Antonio perché secondo loro non idonea. Attualmente siamo ancora qui insieme, perché siamo in quarantena fiduciaria avendo un caso positivo nella struttura. Ma dopo l'8 gennaio saremo costretti a separarci,senza pensare minimamente al reale bisogno del minore che è la sua mamma. Quali saranno le conseguenze per lui? Un trauma vero e proprio, avendo solo me accanto a lui h24. Si può essere più crudeli di così? Due bambini,stesso iter. Per lo più,sono state interrotte le videochiamate con la mia famiglia e Antonio perché i bambini non devono avere più contatti con i genitori e con le famiglie d'origine. Mi rivolgo a voi perché credo e spero possiate aiutarmi a combattere contro l'ingiustizia dei tribunali!

520 hanno firmato. Arriviamo a 1.000.