Chiediamo lo Sciopero generale.

La prossima manovra di bilancio cancella le aspettative del paese. Continuano i licenziamenti, le risorse vanno alle imprese, nulla sulle pensioni se non un futuro di povertà imposto con la Legge Fornero.
Mentre delocalizzazioni e licenziamenti continuano, aumentano la disoccupazione e la precarietà. E nel frattempo una intera classe politica al servizio della tecnocrazia capeggiata da Draghi, ridimensiona il reddito di cittadinanza e lascia che Scuola e Sanità continuino in un lento processo di smantellamento.

Pensiamo che occorra riannodare i fili della partecipazione democratica ma da subito occorre l’indizione di uno Sciopero generale del Paese.
Bloccarsi adesso, intorno ad una poco comprensibile ricerca del consenso, apparirebbe fuori sincrono rispetto alla discussione già imposta dal Governo.
Pensiamo anche che non sia stato colto il tratto centrale dell’imminente manovra economica, già orientata a favore della destinazione di risorse in eccesso nei confronti delle imprese.
Riteniamo, inoltre, che accettare la spinta alla Autonomia differenziata rappresenti un punto dirimente per definire le azioni del governo in senso liberista e con inclinazione alla rottura dell’unità del Paese.
Insomma, di fronte ad un periodo così cupo, dovremmo sostanziare la nostra lotta antifascista con una declinazione sociale e lavorista della mobilitazione.
Posticipare invece le iniziative di lotta, ovvero rinviarle ad una data inutile rispetto alla approvazione della Legge di Bilancio, risulterebbe inefficace e ci impedirebbe di fatto di innescare qualunque modifica sostanziale alle politiche del Governo. Sciopero generale e totale del paese.