Per la prima volta dopo 11 anni abbiamo raggiunto un traguardo storico, in questo periodo abbiamo vissute troppe sofferenze, sconfitte con squadre che fino al giorno prima non sapevamo nemmeno giocassero a calcio, acquisti rivelatisi flop e vari allenatori che si sono succeduti.

Nel Gennaio 2014 arriva Danilo D'Ambrosio, primo colpo dell'era Thohir. "Inter: l'inutile acquisto di D'Ambrosio" dicevano, "D'Ambrosio? Prezzo un po' altino".

Quell'anno arrivammo ottavi, e Danilo c'era. L'anno successivo quarti, e Danilo c'era. Successivamente settimi, quarti, quarti, secondi, e lui c'era sempre. Non importava che dovesse giocare un minuto o novanta, che dovesse fare l'esterno di centrocampo, il terzino, il difensore centrale, che dovesse aiutare Handanovic a serrare la porta oppure trovare il colpo di testa vincente all'ultima azione per farci esultare come matti.

Danilo c'è ancora, dopo sette anni e mezzo, e per la prima volta nessuno arriverà davanti a noi, non potremo dire che il nostro obiettivo era piazzarci meglio.

Danilo c'è, come sempre, e se davvero esiste ancora un calcio romantico, facciamolo giocare punta per vederlo segnare ed esultare verso la telecamera per Leonardo e Ludovico.

Danilo D'Ambrosio è il simbolo di tutti gli interisti che non si sono mai arresi, che hanno dato tutto per questa squadra e che lo faranno finché ne avranno le forze.