Alzare Assegno Unico a 250 euro per le famiglie a basso reddito

Alzare Assegno Unico a 250 euro per le famiglie a basso reddito

270 hanno firmato. Arriviamo a 500.
Lanciata
Petizione diretta a
Cecilia Guerra

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Sabrina Sanguine

Spettabile Governo

Premesso che da recenti studi è stato calcolato che in Italia per mantenere un figlio minorenne servono mediamente 645 euro al mese.

Considerando altresì che vi è stato negli ultimi anni un progressivo impoverimento delle famiglie con figli a carico, ulterirmente aggravato negli ultimi due anni dalla devastante pandemia.

Da marzo 2022 è entrato a pieno reggime l'Assegno Unico Universale,in sostituzione delle altre misure fino ad oggi erogatea a sostegno del reddito di nuclei famigliari con figli. L'Assegno Unico ha sostituito le seguenti misure:

  1. Assegno per il nucleo famigliare;
  2. Anf e detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni;
  3. Assegno di natalità (bomus bebè);
  4. Bonus tre figli.

La prima criticità riscontrata nell'Asssegno Unico Universale è l'effettiva diminuzione dell'importo a beneficio dei redditi più bassi, in quanto la somma delle precedenti misure garantiva un importo maggiore e, data l'assenza di misure correttive, al momento costituisce una perdita per le famglie meno abbienti. 

Le famiglie anche se a basso o bassissimo reddito riceveranno massimo 175 euro al mese per figlio, quindi una somma nettamente inferiore rispetto a quanto percepivano sommando gli assegni famigliari e le detrazioni per i figli.

La misura di risonoscimento dell'importo di 50 euro ai redditi alti o altissimi non può essre erogata a discapito  delle famiglie con redditi bassi che invece necessiterebbero di maggior supporto, indispensabile al mantenimento per il benessere e la salute dei propri figli, che al momento è stata compromessa, data anche dall'inesistenza di un serio welfare dedicato alle famiglie.

La seconda criticità riscontrata è che in caso di sepazione e di affidamento congiunto, l'assegno in mancanza di accordo, è ripartito in pari misura tra i genitori. Tale passaggio della legge va modificato in ragione delle seguenti considerazioni:

  1. l'affido congiunto è una forma di affido automatica stabilita per legge, ma in sede di accordo sull'affido i giudici giustamente assegnano la collocazione e residenza dei figli con uno dei due genitori (solitamente la madre), questo sarà il genitore che gestirà la quotidianità dei figli. L'altro genitore (di solito i padri), quando lo fa, vede i figli in giorni prestabiliti. Questo comporta che il mantenimento effettivo dei figli sia quasi per la totalità a carico del genitore collocatario, l'altro genitore deve solo versare un assegno di mantenimento che è già stato commisurato al reddito del suddetto genitore; 
  2. il genitore che vive con i figli, oltre a mantenerli deve sostenere tutte le spese relative all'abitazione dove vive con i figli (mutuo, affitto, bollette, tari, utenze etc), oltre a tutte le spese straordinarie per i figli che per essere suddivise a metà devono prima essere concordate, se questi accordi non vengono  raggiunti tali spese straordinarie sarano totalmente a carico del genitore collocatario (sport, viaggi scolastici, corsi di musica, dentista, acquisto occhiali etc);
  3. l'assegno unico è una misura a sostegno dei figli al loro sviluppo psicofisico ed educativo, non è uno strumento contro la povertà dei genitori. Per questa ragione l'assegno deve stare al 100% dove vivono i figli;
  4. ad oggi gli assegni famigliari e le detrazioni per i figli in caso di separazione  vengono assegnati al genitore collocatario;
  5. una legge non può essere varata in maniera scollegata al contesto sociale in cui avrà i suoi effetti. Ad oggi in italia il lavoro di cura dei figli è a carico in modo quasi totale sulle madri, le quali sono statisticamente più povere anche  perchè devono dividere il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare al lavoro domestico e di cura. In caso di separazione anche per questa ragione normalmente i figli vengono collocati nella casa dove vivono le madri. Dividendo l'assegno unico in due si rischia di impoverire ancora di più il nucleo famigliare dove sono collocati i figli;
  6. molto spesso, anzi troppo spesso, il genitore che non vive con i figli non versa regolarmente gli assegni di mantenimento, dare quindi il 50% a soggetti di questo tipo significa di fatto sotrarre i soldi ai figli;
  7. molto spesso le donne non si separano dai mariti violenti e maltrattanti perchè non sono economicamente indipendenti e quindi non in grado di mantenere i figli. Questo strumento deve quindi rapprerentare un aiuto per le madri che subiscono varie forme di violenza, tra cui la violenza economica, le quali possano anche poter contare su un sostegno economico per poter lasciare i mariti violenti;
  8. serve valutare in modo specifico, in caso di separazione, chi deve presentare la dichiarazione Isee per ottenere l'assegno. Per logica l'Isee da considerare dovrebbe  essere  solo quello del nucleo famigliare dove vivono i figli, senza considerare l'Isee del genitore che non vive con i figli, a maggior ragione se quest'ultimo si sia costruito un'altra famiglia.

Considerando quanto sopra esposto si richiede al Governo di modificare urgentemente il decreto legislativo del 21 dicembre 2021 n. 230, ovvero di apportare all'Assegno Unico Universale le seguenti modifiche:

  1. alzare l'importo massimo di 175 euro a figlio per le famiglie con isee inferiore a 15000 euro portandolo a 250 euro con ulteriori maggiorazioni per i contesti famigliari più bisognosi, così come era previsto nella prima stesura del provvedimento, e largamente annunciato dai media;
  2. prevedere un tetto massimo  reddituale sopra il quale non sia possibile richiedere l'Assegno Unico;
  3. introdurre nella legge delle regole di salvaguardia della misura, garantendo l'impossibiltà per i legislatori futuri di introdurre meccanismi peggiorativi dell'Assegno Unico;
  4. introdurre un meccanismo di adeguamento all'inflazione e il ricalcolo di anno in anno dell'importo dell'assegno tenendo conto della perdita del potere d'acquisto delle famiglie;
  5. In caso di genitori separati, erogare al genitore collocatario dei figli l'intero importo dell'assegno, salvo diverso accordo palesato dai genitori;
  6. In caso di separazione calcolare l'importo dell'assegno unico da erogare, tenendo conto solo dell'Isee del nucleo famigliare dove sono collocati i figli.

 

270 hanno firmato. Arriviamo a 500.