COVID : PREPARIAMO IL TERRITORIO CAMPANO AD AFFRONTARE IN AUTUNNO "LA TEMPESTA PERFETTA"

COVID : PREPARIAMO IL TERRITORIO CAMPANO AD AFFRONTARE IN AUTUNNO "LA TEMPESTA PERFETTA"

Lanciata
2 maggio 2020
Petizione diretta a
AL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VINCENZO DE LUCA
Firme: 1.398Prossimo obiettivo: 1.500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Ciro Brancati

La seconda, attesa, ondata di contagi, come avvenuto per la Spagnola, se dovesse verificarsi nel periodo delle epidemie influenzali e con il peggioramento climatico andrà a formare la “Tempesta Perfetta”. La guerra al COVID si sposterà sul territorio. Il COVID troverà alleati potenti: influenza, sindromi parainfluenzali con l’aiuto di malattie oncologiche, cardiopatie, bronchiti croniche, immunodepressioni, fragilità della terza età.

Ad oggi tutta l’attenzione è stata concentrata, giustamente, sugli ospedali e, ancor più, sulle terapie intensive. Sul territorio l’unica strategia attuata è stata il distanziamento sociale. Questo ha consentito ai Medici di Medicina Generale, ed alle isolate strutture territoriali, di gestire la maggior parte dei COVID sospetti, ma non “meritevoli” di tampone, o paucisintomatici accertati, oltre che il resto delle non trascurabili e mai sopite esigenze assistenziali della popolazione. Ma il distanziamento sociale inesorabilmente e irrimediabilmente andrà a ridursi fino a scomparire. Il “territorio”, la cui parte preponderante è costituita dai Medici di Famiglia, a quel punto potrebbe vivere la convivenza con il virus come una lunga e micidiale emergenza. La salute dei Medici e dei loro assistiti potrebbe essere drammaticamente a rischio. Il territorio non è pronto! Al di là di proclami: non è pronto! Le strategie di cui si legge… appunto: … si leggono.  Oggi troppi parlano di Medicina del Territorio: per interesse politico, o economico o, semplicemente, a sproposito. A noi, oggi, non interessa fare proposte per una nuova medicina territoriale. Quello che proponiamo è una strategia organizzativa per la prossima emergenza, per salvare la vita dei pazienti e dei loro medici. Su questo chiediamo il sostegno dei cittadini.

Per aiutare la diagnosi differenziale con l’influenza e le polmoniti batteriche:

1.      Estendere la vaccinazione antinfluenzale almeno a tutti i cittadini al di sopra dei 50 anni ed anticiparla ad ottobre.Garantire la disponibilità del vaccino in farmacia per tutto il resto della popolazione.

2.       Assicurare le scorte per la vaccinazione anti-pneumococcica (efficace contro molti tipi di polmoniti batteriche) per gli anziani e per tutte le categorie di rischio.

A.     Chiediamo per una più puntuale individuazione di responsabilità, compiti e competenze: una chiara e conosciuta catena di comando delle forze  che la Regione, attraverso le Aziende Sanitarie Locali, mette in campo sul territorio per affiancare la medicina generale (chi fa cosa, con numeri di telefono ed indirizzi mail); il rapporto diretto tra i vari protagonisti, con ben individuabili canali di comunicazione, al fine di rendere più efficienti ed efficaci, e soprattutto non inutilmente conflittuali, l’assistenza, la risoluzione di criticità, ed il contenimento della pandemia.

B.      Chiediamo l’elaborazione di una piattaforma informatica sulla quale il MMG, le unità di prevenzione distrettuali, gli specialisti distrettuali - ognuno negli ambiti di propria competenza – possano accedere per: segnalare casi sospetti, richiedere tamponi e ricevere i referti, acquisire il numero di protocollo delle segnalazioni per certificazioni INPS, ed ogni tipo di certificazione legale. Chiediamo che la si possa utilizzare alla stregua di una cartella clinica (riportare parametri clinici e terapie in atto). Le piattaforme attualmente disponibili non sono utili! Non possiamo attendere ancora, lo facciamo da anni, la realizzazione di un software che serve subito, da ora!

C.      Chiediamo che i MMG siano i responsabili clinici sul territorio della richiesta di tamponi, per i quali vogliamo tempi certi di esecuzione e di risposta e motivazioni documentate dell’eventuale non effettuazione.

D.     Chiediamo l’utilizzo di test rapidi immunologici a fini clinici, solo se validati. Quelli in circolazione, anche quelli certificati, non hanno da un punto di vista clinico sufficiente attendibilità (OMS, ISS, Società Italiana di Microbiologia Clinica), e quindi possono fuorviare la valutazione del medico. 

F. Chiediamo che sia strutturata quanto prima una organizzazione per il “tracciamento manuale” dei contatti avuti dalle persone positive al COVID. In parole semplici, una serie di interviste fatte al paziente per sapere chi ha contattato, fino a due giorni prima della malattia, individuarlo e studiarlo. Per questo serve personale competente e appassionato. Le app di cui si parla, al di là di qualsiasi vulnus alle libertà personali, allo stato, non hanno la stessa efficacia. Jason Bay, l’ideatore della app Trace Togheter, ideata e utilizzata a tale scopo a Singapore, dichiara sul Financial Times   del 24 aprile: << Se mi chiedi se un sistema di tracciamento dei contatti Bluetooth implementato o in fase di sviluppo in qualsiasi parte del mondo è pronto a sostituire la contact-tracing manuale, dirò che la risposta è no, non ora e neanche per il prossimo futuro!>>.

G. Chiediamo il coinvolgimento ed il supporto dei servizi sociali per la gestione dei casi di pazienti in stato di fragilità sociale da gestire a domicilio (criticità abitative, anziani soli, presenza di bambini o disabili etc.)  

H. Chiediamo l’individuazione di strutture dove alloggiare COVID positivi, asintomatici o paucisintomatici, laddove non possano essere garantiti gli standard minimi di isolamento, quindi con rischi per i conviventi: per poterli così assistere in una situazione che sia di sicurezza per il paziente e per il personale sanitario.      

I. Chiediamo che ai pazienti siano forniti supporti medicali minimi, anche in comodato d’uso, per il monitoraggio a distanza (esempio saturimetro), in attesa di app di certo più performanti, ma di là da venire.

L. Chiediamo che la Medicina Generale possa fare ricorso direttamente alle USCA (unità mobili territoriali dotate di tutti presidi di sicurezza) per l’assistenza domiciliare sia dei pazienti COVID, sia dei pazienti fragili con difficoltà di spostamento, per garantire quella sicurezza che il singolo medico di famiglia da solo non potrebbe garantire, e consentire l’appropriata continuità assistenziale. Le AFT, aggregazioni funzionali territoriali di Medici di medicina generale, almeno in Campania, sono una sigla su un Accordo Regionale. Mai rese operative, non sono in grado di affrontare un’emergenza! Sono un auspicio, se ben strutturate, per il futuro. Sono solo un atto irresponsabile ritenerle una struttura operativa, da domani, per una tale emergenza.

M. Chiediamo la dematerializzazione di ogni tipo di ricetta e la scomparsa del cartaceo. L’accesso alle prestazioni può avvenire attraverso l’esibizione della tessera sanitaria e il collegamento al Sistema Tessera Sanitaria del MEF.   

Abbiamo il forte timore che, se nel prossimo autunno si dovessero riproporre in città le criticità “disorganizzative” legate all’emergenza compensate essenzialmente dal distanziamento sociale, potremmo trovarci ad essere protagonisti di una tragedia. Pertanto ci auguriamo che siano prese la giusta considerazione le riflessioni e le proposte  di questo documento che vuole essere un contributo di chi non racconta, ma vive sul campo la realtà del territorio.

Dr. Ciro Brancati- Medico di Famiglia- Napoli

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