Aggiornate l'indagine epidemiologica: i brindisini hanno il diritto di sapere

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L'Ora di Brindisi ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Comune di Brindisi e Regione Puglia

Un'indagine epidemiologica consente di studiare analiticamente le concentrazioni, le origini degli inquinanti e l'incidenza, le correlazioni con lo sviluppo delle malattie.

Lo studio Forastiere condotto sulle esposizioni della cittadinanza brindisina dal 2000 al 2013 ha rappresentato una pietra miliare per conoscere il livello di salute di tutti i brindisini e l'impatto delle industrie (ma non solo, ovviamente) sulle loro condizioni di vita. 

Brindisi è area Sin ed è dovere delle istituzioni garantire un monitoraggio costante della popolazione. Dopo quasi due lustri, è tempo di attivarsi per un aggiornamento dell'indagine epidemiologica. D'altronde, nel programma elettorale dell'attuale maggioranza un paragrafo era dedicato proprio alla promessa di aggiornare il registro tumori e l'indagine epidemiologica.

La cittadinanza non è serena, reagisce emotivamente alle sollecitazioni, spesso strumentali, della politica e della stampa rispetto a episodi di emissioni odorigene. Solo la scienza può venirci incontro e fare chiarezza per andare avanti: è fondamentale conoscere lo stato dell'arte prima di procedere in qualsiasi direzione.

Tra l'altro, se si legge bene lo studio Forastiere, qualcosa non combacia tra la narrazione tuttora in voga e i dati oggettivi. Perché già in quello studio datato viene sostenuto che "L’esposizione media di popolazione è diminuita molto negli anni fino a raggiungere valori molto bassi dal 2010 in poi". I picchi di impatto ambientale sulla popolazione, per dire, risalgono al 1997, annus horribilis.

E se i valori registrati erano già molto bassi dal 2010, anno in cui venivano movimentate oltre 9 mln di tonnellate di carbone tra Enel ed Edipower, quest'ultima doveva ancora fermare la propria attività (è avvenuto nel 2012), Enel doveva ancora ridurre a 1/6 la quantità di carbone bruciato rispetto a quegli anni e il petrolchimico doveva ancora attuare investimenti da capogiro per adeguarsi alle prescrizioni della Procura (dopo il sequestro per l'ipotesi accusatoria di utilizzo delle torce per smaltire residui di lavorazione) e delle nuove Aia, allora forse la situazione attuale non è poi così drammatica come si narra e possiamo fidarci maggiormente dei valori delle centraline Arpa presenti in città (l'SO2 medio che si registrava nel 1997 era di 8 microgrammi al metro cubo, adesso, prendendo a campione la zona Sisri, si registrano valori nettamente inferiori), le quali per fortuna sono funzionanti e più performanti rispetto a un decennio fa.

Per trovare riscontri, comunque, basta dare un'occhiata ai grafici riportati proprio dallo studio Forastiere. Ecco, se pensate che dal 2013 ad oggi la situazione è ulteriormente variata e doveste approcciarvi al tema asetticamente, allora capirete che forse è riscontrabile qualche eccesso narrativo, qualche distonia.

Tuttavia, per stare tutti tranquilli, vorremmo che al più presto questi studi vengano aggiornati e venga resa nota la situazione nella quale i brindisini vivono oggi. Lo chiediamo a gran voce, a tutela di tutti!

Vogliamo capire se la situazione magari è cambiata rispetto a quando lo studio Forastiere sosteneva che "Nell’ultimo periodo di follow-up l’eccesso di rischio per malformazioni congenite legate alle emissioni del polo petrolchimico osservato nell’analisi per intero periodo non si osserva più (HR=1.03 (0.50-2.10), considerando variazioni di COV pari a 0.904 µg/m3)", o che "L'associazione tra SO2 e mortalità per eventi coronarici non si apprezza più nel periodo più recente".

Vogliamo capire, vogliamo sapere.

Meno attenzione selettiva, meno propaganda, più dialettica e concretezza. E soprattutto più scienza. Questo costituirebbe un vero cambiamento. 

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