Decision Maker

Giuseppe "Beppe" Sala

  • Sindaco Milano

Does Giuseppe "Beppe" Sala have the power to decide or influence something you want to change? Start a petition to this decision maker.Start a petition
Petitioning Giuseppe "Beppe" Sala, Sindaco di Bareggio, Simone Negri, Sindaco di Cesano Boscone, Antonio Nucera, Sindaco di Opera, Attilio Fontana

GIUSTIZIA PER TUTTI I CANI FOLGORATI. VOGLIAMO CHIAREZZA E SICUREZZA PER TUTTI!

“Ieri passeggiavo con Caos, un lagotto di otto mesi.Ieri passeggiavo con Caos.Ieri non passeggiavo più.Caos è morto, tra le mie braccia, folgorato da un faretto della luce nel centro di Milano.Ultimo non è stato un sospiro, ma un grido di dolore disperato.” Mancanza di sicurezza dovuta  forse ad imperizia e insufficienza di controlli hanno portato alla morte di molti cani a Milano e provincia.   Uno dei cinque casi in continuo aumento, che in pochi giorni si sono verificati in tutta la Lombardia, dalla provincia di Milano fino a Lodi e Como, dopo le abbondanti nevicate che hanno imbiancato la regione, e messo a nudo una carente manutenzione della rete elettrica che corre sotto i piedi dei cittadini, e le zampe dei nostri cani. Questo Il caso di Caos, un cucciolo di otto mesi, morto a Milano in pieno centro: “Mentre stavo passeggiando con un'amica, Caos è morto, dopo una breve ma intensissima agonia, a causa di una violenta scarica elettrica sprigionatasi da un faretto pubblico davanti al colonnato. Caos è stato folgorato da una scarica da 170 Volt la quale poi mi è stata passata tenendolo in braccio mentre era bagnato.  Caos purtroppo non ce l’ha fatta mentre io, Lapo Mamoli Aprile, ragazzo di vent’anni, dopo aver corso verso la clinica veterinaria più vicina con lui in braccio, mi sono dovuto precipitare al pronto soccorso dove mi hanno fatto dei controlli per verificare che il mio cuore non fosse stato danneggiato. Fortunatamente io sto bene, nonostante a distanza di tre giorni continuo ad avvertire corrente nelle dita e un generale scompenso fisico oltre che ovviamente, un dolore e uno shock emotivo che non potrò mai risolvere e dimenticare.” Una metropoli come Milano, che punta a consolidarsi tra le migliori a livello europeo non può permettere che fatti come questi avvengano.  Fermiamo questo scempio e aiutiamoci per verificare dove stanno le colpe e fare in modo che tragedie del genere non si ripetano più. Caos, Axel, Chloe, Eragon, Hurley sono alcuni dei cani che si sono immolati.  Nel 2021 questo non può accadere. La stessa sorte poteva toccare a bambini o qualunque altro malcapitato. FACCIAMOCI SENTIRE PER EVITARE CHE LA QUESTIONE VENGA INSABBIATA E FINISCA NEL DIMENTICATOIO O CHE DIA ADITO A SPECULAZIONI POLITICHE. RESTIAMO UNITI.

Lapo Mamoli Aprile
65,471 supporters
Petitioning Giuseppe "Beppe" Sala, Gennaro Sangiuliano

SALVIAMO I TIGLI DEL GIARDINO LEA GAROFALO E IL GLICINE DEL CIRCOLO EX COMBATTENTI

Quattro grandi tigli pluridecennali, il glicine storico del Circolo degli Ex Combattenti di Piazza Baiamonti, un grande nespolo e altri alberi che sono parte integrante del paesaggio del quartiere Sarpi-Garibaldi e del giardino comunitario dedicato testimone di giustizia Lea Garofalo, potrebbero essere abbattuti tra poco più di un mese Il progetto definitivo della seconda piramide di piazza Baiamonti, futuro museo nazionale della Resistenza, da poco reso pubblico nei dettagli esecutivi, sembra non avere tenuto conto della primaria esigenza di preservare la natura urbana esistente, come era stato dichiarato in occasione della presentazione del progetto preliminare, e il fondamentale diritto degli abitanti di Milano e del quartiere Sarpi-Garibaldi di verde pubblico, alberi, ombra e aria pulita. E cosi ben 11 alberi dovranno essere sacrificati, non per una loro inconciliabile interferenza con gli spazi del futuro museo ma piuttosto perché in fase di progettazione non si è data importanza agli elementi naturali presenti sul sito, nonostante si parli di alberi ad alto fusto e di un glicine storico, sani e di grande pregio ambientale che, se conservati anche nel nuovo progetto potrebbero svolgere ancora quell'alto impatto in fatto di mitigazione locale dell'effetto degli inquinanti urbani e dei cambiamenti climatici in corso (come dimostrato anche da un recente studio di Coldiretti). Ci chiediamo quindi se tutto questo sia veramente necessario e soprattutto inevitabile. Non si tratta di stravolgere un progetto già in fase esecutiva ma di modificarlo il tanto che basta, ad esempio con modesti interventi e su alcuni locali di servizio al piano interrato per conservare l'invaso di terra dell'apparato radicale delle piante coinvolte nel sedime dell'edificio, cosi come gli esperti che abbiamo sentito in merito assicurano si possa fare. A maggio inizieranno i lavori, abbiamo davvero poco tempo per chiedere al Comune di Milano di rivedere il progetto introducendo le poche modeste modifiche necessarie, nell'interesse di tutti i cittadini e di un ambiente naturale urbano, nel valore di preservare ogni singolo albero sano, ogni singolo metro quadrato di verde disponibile. Pur riconoscendo l'importanza di avere finalmente a Milano un istituto dedicato ai fondamentali valori della Resistenza e dell'antifascismo, crediamo che, nonostante tutto, museo e alberi possano e debbano convivere insieme. QUESTE PIANTE SI DEVONO E SOPRATTUTTO SI POSSONO ANCORA SALVARE. DIPENDE ANCHE DA NOI E DA QUANTI ADERIRANNO A QUESTO APPELLO. Se anche tu sei d'accordo e vuoi che il Comune faccia tutto il necessario per salvare queste piante, firma questa petizione che porteremo al più presto a chi ha potere decisionale in merito!! Condividila subito sui tuoi social e tra i tuoi contatti. Ogni singola firma è importante #salviamoitiglidilea Promuovono: Giardini In Transito, Libera Milano, Circolo Arci Lato B, associazione Vivi Sarpi, Circolo Ex Combattenti e Reduci

Giardini in Transito - Giardino Comunitario Lea Garofalo
52,083 supporters
Petitioning Carlo Calenda, Emma Bonino, Giuseppe Civati, Enrico Letta, Beatrice Lorenzin, Giuseppe "Beppe" Sala, Nicola Zingaretti, Benedetto Della Vedova, Elly SCHLEIN, Marco Taradash, Riccardo Magi, Pierfran...

Unione democratica contro il regime antisociale

CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO Siamo persone comuni, abitanti di questo Paese, diversi fra noi per storia e idee politiche. Abbiamo a cuore la democrazia e la società democratica, e guardiamo con sgomento il clima sociale e politico della Penisola degli ultimi mesi: un clima di divisione, odio e disumanizzazione, fomentato dalle realtà di Governo e loro alleati più o meno dichiarati. Come stanno agendo le forze politiche di opposizione a questo clima? Poco e male. Sono disunite! Prese dai loro percorsi singoli, dalle loro competizioni intestine, si rifiutano di comprendere la gravità del momento e che la difesa della democrazia esige capacità di unirsi nelle differenze.  Con questo appello intendiamo richiamare le forze dell'opposizione alle loro importanti e urgenti responsabilità da qui ai prossimi mesi. Chiediamo loro di dare vita a un tavolo di lavoro per conformare un'unione democratica sulla base di 3 principii fondamentali: – A difesa della dignità umana e di tutti i diritti che la affermano e la salvaguardano, contro ogni forma di razzismo e discriminazione. No a qualsiasi legge o regolamento sull'immigrazione che neghi o ignori la salvaguardia della dignità e della vita di chi giunge in Europa. – A difesa della società democratica e di tutti i suoi criteri e valori espressi nella Costituzione. – A difesa dell’Unione Europea e della piena e totale permanenza dell’Italia nell’Unione Europea, il miglior progetto democratico – sempre migliorabile e riformabile, ma irrinunciabile – di cui disponiamo in questa epoca storica. Questo appello firmato sarà il documento di principio sulla base del quale inaugurare il tavolo di lavoro unitario, e una piattaforma di sostegno e vigilanza al percorso di questa Unione democratica. COSA STA SUCCEDENDO Vogliono disintegrare la società democratica In Italia dal risultato elettorale del 4 marzo 2018 è scaturito, più che un vero e proprio governo, un percorso di costruzione di un regime di odio, conflitto e divisione permanente in seno alle istituzioni e alla società democratica. Lo consideriamo un regime antisociale, perché mina a distruggere alcuni pilastri fondamentali della società democratica: la fiducia reciproca, il rispetto della dignità umana, la ricerca e il riconoscimento della verità. La società italiana è lacerata come non mai. Non c’è giorno che la propaganda di questo nuovo regime non punti ad alimentare accuse, sospetti, odio verso determinati bersagli. Gli esseri umani sono diventati pretesti: dagli show mediatici fino ai provvedimenti esecutivi, osserviamo come nessun rispetto è stato usato né nei confronti dei morti di Genova, né nei confronti di profughi e immigrati, per fare solo due esempi dei vari possibili. Capaci di niente e di tutto Quando le persone vengono private di umanità, tutto diventa possibile. Dallo svuotamento delle istituzioni già in corso, con un Primo ministro imbarazzante fantoccio, a un braccio di ferro con l'Europa sul terreno economico e politico che isolerà l'Italia in una finta sovranità di propaganda, flirtando nel frattempo con i peggiori tiranni liberticidi di quest’epoca. COSA SI PUÒ FARE Unire in un percorso comune tutti i democratici e chi ha a cuore la libertà, compreso persone che magari in altre situazioni sarebbero avversarie. Mostrare generosità, serietà e responsabilità per contrastare il regime antisociale incarnato dalle forze di governo e da chi le sostiene, in modo più o meno trasparente. Uniti, siamo di più. Viva la società plurale e democratica  

Unione democratica
50,637 supporters
Victory
Petitioning Giuseppe Sala - Sindaco di Milano, Giuseppe "Beppe" Sala

Lo sciopero di Milano Ristorazione non puo’ essere pagato dai bambini!

Gentilissimo Sindaco Sala, Come immagino Lei sappia oggi si e’ verificato lo sciopero di Milano Ristorazione. Consapevole che Le stiamo chiedendo un intervento per una giornata di disservizio, La invitiamo a verificare che cosa e’ stato servito ai bambini delle scuole di Milano in questa giornata di sciopero. Sulla carta era un  “tramezzino” con annesso divieto ai genitori di far portare cibo da casa. Di fatto e’ stato servito qualcosa di immangiabile, tutti i bambini sono tornati a casa disgustati. https://m.facebook.com//posts/2504292982930764/ Per questo motivo Le chiedo di intervenire in primis con una decurtazione sulla prossima rata mensile del 5% del dovuto cosi da essere quanto meno ristorati del servizio non usufruito, trattandosi di servizio erogato al di sotto di livelli minimi accettabili. In secondo luogo e’ altrettanto inaccettabile che laddove vi sia una adesione elevata allo sciopero non si consenta alle famiglie di provvedere. Le chiediamo di intervenire su un servizio cosi importante al fine di garantire che i nostri bambini siano la vera priorita’ e la fornitura del servizio avvenga con senso di responsabilita’ e managerialita’, due aspetti davvero essenziali di chi gestisce un servizio cosi delicato. Confidiamo in un suo tempestivo e risolutivo intervento, Cordialmente, Giovanna Della Posta e tutti i genitori che vorranno sostenere questa petizione  

Giovanna Della Posta
23,709 supporters
Petitioning Attilio Fontana, Giuseppe "Beppe" Sala, Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano

Salviamo la Sala Venezia

SALVIAMO LA SALA VENEZIA, Circolo Combattenti e Reduci, uno dei luoghi più rappresentativi della storia e della cultura di Milano, punto di aggregazione nel quartiere di Porta Venezia: questa meravigliosa realtà ha ricevuto dall’Agenzia del Demanio uno sfratto da eseguire l’8 aprile 2021 per essere trasformata in un archivio. Il Circolo, frequentato dagli anziani sin dal secondo dopoguerra, è diventato con l'arrivo di Antonio di Furia negli anni ‘80, uno spazio di ritrovo e di incontro tra diverse generazioni.  Nonni e nipoti, famiglie, bambini, gruppi di amici, ma anche artisti e volti noti del panorama culturale italiano sono la colorata “famiglia” della Sala Venezia: un luogo nato per far sorridere le persone, dove giocare a carte e a tombola, bere un caffè, pranzare e cenare in compagnia, e soprattutto ballare, dal liscio al boogie woogie, dal lindy hop ai balli di gruppo. Milano non può perdere un luogo così prezioso per la città e i suoi abitanti: per questo chiediamo il vostro aiuto per sensibilizzare l’Agenzia del Demanio nella persona del Direttore Regionale Ing. Luca M. Terzaghi, la Questura di Milano nella persona del questore Giuseppe Petronzi, la Regione Lombardia nella persona del Presidente Attilio Fontana e il Comune di Milano nella persona del sindaco Beppe Sala. #salviamolasalavenezia Antonio Di Furia Presidente ANCR - Associazione Nazionale Combattenti e Reduci GUARDA LA MIA STORIA  

Marina Di Furia
17,313 supporters
Victory
Petitioning Assicurazioni Generali

Salviamo la ditta Guenzati, il negozio più antico di Milano

SALVIAMO LA DITTA GUENZATI, IL NEGOZIO PIÙ ANTICO DI MILANO! Questo è il grido che giunge a Milano da ogni parte d'Italia e non solo, forte dei 31.069 voti raccolti lo scorso anno nel censimento popolare de "I Luoghi del Cuore 2016", promosso dal FAI, nel quale la storica bottega ha ottenuto lo straordinario 5° posto a livello nazionale, il 1° assoluto in Lombardia, il 1° assoluto ed incontrovertibile a Milano, nonché il 1° posto nella categoria dei negozi storici d'Italia da tutelare. In altre parole tutti si oppongono alla dipartita della Ditta Guenzati da Via Mercanti, ma chi sta in alto fa finta di non sentire; non tiene per nulla in considerazione la voce di coloro che credono ancora nella storia e nelle tradizioni, convinti invece che le botteghe storiche siano gioielli inestimabili da conservare e tutelare, in quanto veri tesori identitari e territoriali delle nostre città. La lunga storia della Ditta Guenzati inizia durante il Ducato di Milano sotto il governo asburgico, quando nel lontano 1768 Giuseppe Guenzati decide di aprire una bottega di tessuti col proprio nome nell'antica Contrada dei Fustagnari al fondaco n.1677. Sopravvissuta nel corso degli anni alla dominazione austriaca e a quella napoleonica, e alle successive due guerre mondiali, la sua affascinante storia si snoda attraverso due secoli e mezzo, da poco prima della Rivoluzione Francese fino ad arrivare ai giorni nostri. 250 anni durante i quali la Ditta Guenzati, grazie alla grande passione e professionalità dei suoi proprietari e dei suoi collaboratori si è guadagnata una meritata fama che è andata ben oltre i confini nazionali divenendo col passare del tempo un punto di riferimento unico sia per i tessuti di finissima qualità che per gli accessori d'abbigliamento di marcato stampo anglosassone di alta artigianalità. Varcata la soglia di questo antico angolo di Milano si ha l’impressione che l’orologio del tempo si sia fermato moltissimi anni fa riportando alla mente immagini di un passato oramai perduto, quando i clienti si recavano nelle botteghe a fare i propri acquisti a bordo di calessi e carrozze.Al suo interno si può ancora ammirare l’originale arredamento d’epoca in pregiato noce nazionale in perfetto stile Biedermeier risalente ai primissimi anni del ‘800, che emana quel profumo d'antico che solo nell'antiche botteghe si può ancora respirare. Banconi da lavoro e scrivanie eredità e testimonianza di un tempo perduto, ma che tra gli scaffali della Ditta Guenzati sono ancora di un’attualità straordinaria. Purtroppo questa preziosa ed ultima testimonianza storico-commerciale ancora esistente dell'Antico Cordusio, che con tanti sforzi e sacrifici ha saputo resistere ad innumerevoli avvenimenti storici e socio-economici, alla fine di maggio del 2018 sarà cancellata ed estirpata per sempre dall'area del Cordusio-Mercanti. Il prossimo anno di fatto terminerà la proroga concessa dalle Assicurazioni Generali, proprietarie del Palazzo Venezia, che ospita la storica bottega, non dimostrando ad oggi alcuna intenzione a rinnovare ulteriormente il suo contratto di locazione. E così il negozio più antico di Milano, dopo ben due secoli e mezzo di attività svolta a testa alta con successo e grande apprezzamento da parte della sua clientela italiana e straniera, memoria di un passato in cui le vie del centro si chiamavano ancora contrade, sarà costretto a chiudere i battenti per sempre, col tragico e triste epilogo che Milano perderebbe per sempre un'autentica icona della sua storia e della sua identità territoriale, un prezioso simbolo della sua tradizione commerciale, una di quelle tanto decantate eccellenze meneghine di cui Milano si è fatta pregio ed onore, durante i sei mesi di EXPO 2015, ma che oggi, a causa delle spietate leggi del mercato globale, sembra aver abbandonato al proprio destino senza saperle più valorizzare né tanto meno tutelare. E al di là del terribile danno economico e d'immagine che ne deriverebbe per la bicentenaria azienda, gravissimo sarebbe anche il danno per i suoi dipendenti e le loro famiglie. E tutto ciò per dare spazio alla realizzazione dell'ennesimo distretto commerciale di negozi di lusso o di brand blasonati in nome di una modernità che non sempre è sinonimo di qualità, né tanto meno depositaria di tradizione, e di cui Milano è oramai letteralmente invasa; ad appannaggio di un restyling cittadino che, al di là dell'abbellimento strutturale che porterebbe alla città, nel contempo comporterebbe anche l'inevitabile cancellazione di questo inestimabile pezzo di storia, che, paradossalmente, gli stranieri invece tanto apprezzano e molto ci invidiano. L'antico ed il moderno possono e devono convivere perché siano d'insegnamento l'uno per l'altro, ma sempre nel doveroso rispetto di quei valori storico-culturali che hanno contribuito a rendere grande la nostra città, perché se si cancellano la storia e le sue tradizioni nulla resta della memoria di un luogo.... nulla che, in sostanza, valga realmente la pena di essere tramandato alle generazioni future.A maggio le Assicurazioni Generali sono state insignite del premio Valore Cultura per il loro impegno a valorizzare e prendersi cura delle cose di valore promuovendo iniziative volte a preservare e diffondere il patrimonio culturale e ambientale allo scopo di trasmettere alle generazioni future tutti i valori di una positiva continuità con le proprie radici. Con la presente petizione ci appelliamo dunque alla proprietà e alle istituzioni al fine di adoperarsi affinché la Ditta Guenzati, che ha orgogliosamente contribuito a rendere grande Milano, posso continuare a svolgere il suo secolare ruolo identitario e di profonda tradizione per la città.  

Amici delle botteghe storiche di Milano
13,977 supporters
Petitioning Luigi Di Maio, Gianna Pentenero, Virginia Raggi, Alberto Sacco, Giuseppe "Beppe" Sala, Luigi De Magistris, Michele Migliano, Dario Nardella, Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Samuele Astuti, Enrico R...

Fermate Italiaonline: licenzia 400 persone intascando maxi dividendi e soldi pubblici

Italiaonline è la società posseduta dal magnate egiziano Naguib Sawiris, nata nel giugno 2016 dalla fusione di Italiaonline e la storica Seat Pagine Gialle, che nel 2015 usciva dal concordato preventivo (ridimensionata ma con i conti a posto). Obiettivo dell’operazione: creare la più grande internet company italiana, leader nel settore della pubblicità digitale e dei servizi internet per le piccole e medie imprese. In realtà le ragioni occulte erano altre e si sono rivelate presto. Con la fusione Italiaonline è riuscita a: ·       entrare automaticamente in borsa (da sola non aveva i requisiti) perché SeatPG era già quotata ·       svuotare le casse di SeatPG con una serie di maxi dividendi agli azionisti (l’ultimo da 80 MILIONI DI EURO) e premi ai manager (7 MILIONI di bonus in azioni) ·       distruggere l’intera struttura SeatPG: a cominciare dalla rete di Agenti Commerciali che sono passati da 1300 a 700, per proseguire con le sedi dislocate sul territorio (da 104 a 63 DLS) per finire con le sedi storiche in particolare quella di Torino che minaccia di chiudere ·       buttare via tutto il patrimonio, il business e le persone ex SeatPG – dopo averne depauperato risorse e profitti – per puntare a un altro tipo di business che non pare essere la pubblicità ma la COMPRAVENDITA DI DATI ·       PRENDERE 27 MILIONI DI EURO DALLA CASSA INTEGRAZIONE (SOLDI DELLO STATO) e intascarli come utile invece di investirli nella riqualificazione (l’utile netto del 2017 ammonta infatti a 27 Mln) IL TUTTO SULLA PELLE DEI LAVORATORI. Oggi Italiaonline compie l’ultimo atto e con l’apertura ad aprile 2018 della procedura di licenziamento collettivo si prepara a: ·       LICENZIARE 400 PERSONE (248 su Torino e 152 nel resto di Italia) ·       TRASFERIRE 241 PERSONE da Torino ad Assago: trasferimenti che in realtà sono licenziamenti mascherati perché molte delle persone coinvolte (donne e madri) non potranno in ogni caso sostenere il trasferimento Tenuto conto che a livello nazionale i dipendenti di Italiaonline sono 826, di cui 242 attualmente in cigs a zero ore e 297 in cigs a rotazione, si può ben capire l’entità della strage occupazionale che l’azienda ha messo in atto con crudeltà e cinismo. FERMIAMO LA STRAGE DI LAVORATORI, IL DEPAUPERAMENTO DEL TERRITORIO PIEMONTESE E IL FURTO LEGALIZZATO DI SOLDI DELLO STATO. I lavoratori Italiaonline chiedono al Governo e alle istituzioni sostegno e responsabilità sociale, perché l’azienda RITIRI LA PROCEDURA DI LICENZIAMENTO e trovi con i sindacati un accordo utile a salvare i lavoratori: CASSA INTEGRAZIONE, SOLIDARIETÀ, ACCOMPAGNAMENTO ALLA PENSIONE, RIQUALIFICAZIONE E UN FUTURO CERTO PER LA SEDE DI TORINO. Gli strumenti esistono e la macelleria sociale si può fermare.

RSU Italiaonline
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Petitioning Giuseppe "Beppe" Sala, Rettore Politecnico di Milano, Assessore Maran

Salviamo gli Alberi del Campus Bassini del Politecnico di Milano

Nel quadro dei progetti destinati alla riqualificazione del Campus di Architettura, Il Politecnico di Milano ha inserito anche l’edificazione di un nuovo edificio per gli studi di Chimica, lungo via Bassini, nei pressi di largo Volontari del Sangue, via Corfù, e via Ponzio, affiancato al Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria. La su menzionata riqualificazione promette maggiori aree a verde e nuovi spazi destinati agli studenti. E' passato perciò quasi sotto silenzio che il nuovo edificio andrà a occupare uno spazio che attualmente è adibito a giardino: il parco del Campus Bassini. Questo spazio è uno dei pochi polmoni verdi presenti in quest'area della Città Studi ed è oggi frequentato da molti studenti e dai residenti della zona. In quest'area sono presenti anche alberi ad alto fusto di indubbio interesse naturalistico. Tutto il mondo  comprende oggi il valore delle infrastrutture verdi quale strumento di comprovata efficacia per ottenere benefici ecologici, economici e sociali, e per la tutela stessa del tessuto urbano. Appare veramente paradossale che un'istituzione autorevole quale è il Politecnico di Milano, che tanto ha contribuito a costruire i principi di questo modo di ripensare il tessuto urbano, stia per commettere oggi il peggiore degli errori: l'abbattimento di verde urbano per sostituirgli della cementificazione. E' stato dichiarato che l'attuale parco sarà spostato verso via Ponzio, al posto delle palazzine Enrico Fermi – CeSNEF Sezione Ingegneria Nucleare che saranno demolite, ma è noto a tutti gli addetti del settore che le funzioni ecosistemiche di alberi appena piantumati non sono paragonabili a quelle di alberi secolari quali sono quelli che stiamo per perdere e non lo saranno per diversi decenni. Il progetto del nuovo edificio appare poi come un enorme spreco di suolo nel contesto di trasformazione di Città Studi, con il previsto svuotamento degli edifici della Statale se questa procederà, come pare, con i  piani di trasferimento. Per tutti questi motivi chiediamo di fermare l'abbattimento degli alberi del Campus Bassini e di ripensare l'intero progetto del nuovo Dipartimento di Chimica.

Arianna Azzellino
8,187 supporters