Il 1 dicembre 2020, Giornata Mondiale della lotta ad HIV e AIDS, viene presentato un ordine del giorno nel Consiglio Regionale della Lombardia per chiedere lo stanziamento di fondi all'associazione Milano Check Point, associazione composta da 5 realtà (CIG Arcigay Milano, ASA Milano, Anlaids sezione Lombarda, Lila Milano Onlus e NPS Italia Onlus), dove è possibile eseguire test rapidi per HIV e altre IST, e con uno sportello dedicato alla PrEP.L'ordine del giorno viene purtroppo cassato dall'assessore alla sanità Giulio Gallera perché, dichiara, «ci sono già i centri MTS» aggiungendo poi in un post sui social che si spende "già abbastanza" per la cura e la prevenzione.Purtroppo i dati parlano chiaro: Regione Lombardia è la regione italiana più colpita da nuove infezioni da HIV (544 casi nel 2019 e Milano la città con l’incidenza più alta di 6,5 casi ogni 100.000 abitanti) e i centri MTS, a causa del Covid, hanno dimezzato gli appuntamenti (in alcune province sono addirittura chiusi) ma non solo.Questi centri non intercettano una grande parte della popolazione, quella più a rischio, che rimane così fuori dai percorsi istituzionali, comportando così un aumento del rischio di trasmissione e aumento dell'incidenza di HIV.
In questo Milano Check Point ha già dimostrato l'importanza del proprio lavoro: ad oggi, in meno di 2 anni dall'apertura, la risposta della cittadinanza è straordinaria, con quasi 3000 accessi per i test di screening, di cui 1000 utenti unici solo quest’anno.L’utenza è composta soprattutto da giovani e giovanissimi, provenienti da Milano e dalle altre province lombarde, e dal punto di vista epidemiologico, fare delle diagnosi di HIV, sifilide o altre infezioni sessualmente trasmesse, vuol dire creare percorsi di cura per il singolo e benefici per la collettività. Inoltre, presso l'associazione è presente uno sportello dedicato alla PrEP, la profilassi pre esposizione da HIV, e sono seguite 300 persone ad alto rischio.
È sempre più complicato recarsi presso le strutture sanitarie e i centri MTS, esautorate dall’emergenza Covid, ma il Check Point rimane aperto, e con i suoi volontari presidia lo screening di HIV.
Per questo chiediamo che l'assessore Gallera riveda la sua decisione in merito, considerando i dati epidemiologici e la costo/efficacia di questa operazione.
Aiutaci firmando questa petizione e facendola girare tra i tuoi contatti.